Green Pass: no al tampone per chi va al ristorante, dice Matteo Bassetti
Eliminare la possibilità di fare il tampone per avere il green pass ed accedere a ristoranti e bar è la proposta di Matteo Bassetti.
Il responsabile del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova non vuole alleggerire la posizione dei no vax, anzi.
La sua proposta mira ad eliminare la possibilità di ottenere il green pass ricorrendo al tampone, anzi, ai tamponi. E quindi di fatto di introdurre l’obbligo vaccinale.
Lo spiega in un’intervista a La Stampa e rilancia la sua idea su Facebook.
“L’Italia è diventata un enorme tamponificio. È venuto il momento di dare una stretta al Green pass, togliendo la possibilità dei tamponi per accedere a ristoranti, bar, teatri, cinema, stadi e attività sportive e ricreative. Lo stesso si potrebbe fare per i luoghi di lavoro, ma limitando il certificato ai mestieri a contatto col pubblico per cui andrebbe introdotto l’obbligo vaccinale”.
Matteo Bassetti è contrario al green pass che invoglia i no vax a farsi il tampone piuttosto che a vaccinarsi.
“Il problema è che la loro libertà cozza con quella di tutti e con il sistema sanitario. Se i non vaccinati fossero 30 milioni anziché 7 avremmo la stessa situazione dell’anno scorso, gli ospedali pieni e le chiusure. Per questo io sarei per l’obbligo vaccinale e per stringere sul Green Pass per tenere i non vaccinati fuori dai luoghi di divertimento”, così sottolinea Open.
Il lockdown per i non vaccinati
La linea dura rispetto al tampone ogni 48 ore per ottenere il green pass e andare al ristorante come cliente o lavoratore è chiara. È la strada maestra che porta all’obbligo vaccinale. O al lockdown selettivo adottato dall’Austria. Chi non è vaccinato non potrà più accedere a bar, ristoranti, eventi culturali e neanche a strutture sportive e ricreative.
Il neo-cancelliere austriaco Alexander Schallenberg ha spiegato che la maggior parte dei pazienti in terapia intensiva non è vaccinata. “Non è ammissibile che il sistema sanitario sia sovraccaricato per colpa di indecisi e attendisti. E ai non vaccinati deve essere chiaro che non sono solo responsabili della loro salute, ma anche di quella degli altri”, riporta l’Ansa. Il lockdown selettivo, annunciato il 23 ottobre, scatterà al raggiungimento della soglia di guardia di 500 posti occupati in terapia intensiva. Ma dal primo novembre è scattata l’obbligatorietà del green pass per accedere al luogo di lavoro.
Niente green pass con il tampone né stato di emergenza dopo Natale
Il ragionamento di Matteo Bassetti sull’inutilità di proseguire con il tampone per ottenere il green pass è nota. Anche nella puntata del 27 ottobre si Porta a Porta, Bassetti ha cercato di convincere un professore no vax sulla necessità del vaccino.
La conseguenza di un obbligo vaccinale per Matteo Bassetti sarebbe anche la fine dello stato di emergenza. La possibile proroga dello stato di emergenza dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022 non lo convince. La considera anacronistica in ragione dell’andamento della campagna vaccinale. E che si scontra con l’idea del vice ministro Sileri di un Natale come sempre abbiamo fatto.
Sembra di capire quindi che le sacche degli indecisi della vaccinazione tenderebbero a ridursi se il green pass, ma non con il tampone, avesse efficacia in tutto il 2022. A questo punto la differenza tra green pass che certifica il ciclo vaccinale e obbligo di vaccinazione sarebbe di fatto inesistente. Con la conseguenza di un green pass rinforzato o dell’obbligo vaccinale.
Una posizione molto forte per chi va al ristorante come cliente o lavoratore.