Vini naturali e indipendenti a Calvisano: 5 cantine imperdibili
Appuntamento imperdibile con i vini artigianali, naturali e indipendenti. Domenica 24 aprile, a Calvisano (BS), si tiene la fiera mercato dei vini artigianali Vino in-dipendente.
Più di 40 vignaioli (oltre a 4 artigiani del cibo, con salumi, formaggi, mostarde, cioccolato e caffè) orientati a difendere l’integrità del proprio territorio attraverso una forte etica ambientale.
I vini indipendenti prevedono il minor numero possibile di interventi in vigna e in cantina, e soprattutto l’assenza di additivi chimici.
Come spiega il sito web dedicato all’evento, “produrre vino naturale significa agire nel pieno rispetto del territorio, della vite e dei cicli naturali, limitando l’utilizzo di chimica e tecnologica in genere, dapprima in vigna e successivamente in cantina, conservando l’unicità del vino dall’omologazione che chimica, tecnologia e industrializzazione hanno portato nelle aziende vitivinicole”.
Scopo della manifestazione è promuovere il lavoro dei vignaioli che quotidianamente faticano a farsi sentire.
Quaranta produttori, insomma un evento piacevolmente “piccolo”, dedicato ad una ben determinata tipologia di vini.
Sono gli eventi che apprezzo di più, importanti per appassionati, produttori e addetti ai lavori, dove attraverso quella matrice conviviale tanto cara a chi frequenta questa tipologia di manifestazioni, è possibile conoscere, scoprire ed acquistare i prodotti dei vignaioli partecipanti.
Io mi limito qui a segnalarvi alcuni piccoli produttori presenti, di quelli spesso aiutati solo dalla famiglia o poco più, con numeri limitati di bottiglie.
Molti di loro poi, sono degli autentici one-man-show, non solo protagonisti in vigna ed in cantina, ma anche sulle strade italiane e, a volte, anche estere, a promuovere e vendere i loro prodotti direttamente.
1. Vini indipendenti: Sa Defenza (Sardegna)
È situata nel sud Sardegna a Donori (CA) l’azienda agricola familiare dei fratelli Marchi, Sa Defenza. Che tradotto significa “la difesa”, un po’ a spiegare e rappresentare la loro filosofia aziendale, basata sui vini “artigianali” e non solo a indicare la località.
Oliveti, frutteti e macchia mediterranea, anche se la principale coltura restano i 14 ettari di vigna, basati su bassa resa di uva per ceppo.
Trattamenti solo con zolfo in polvere per prevenire muffe o altri tipi di fitopatologie, vendemmie manuali con macerazioni sui rossi e sui bianchi.
Le fermentazioni di questi vini indipendenti sono in parte a temperatura controllata in parte a temperatura di cantina in contenitori d’acciaio, con bassissima solforosa aggiunta. I vini non sono filtrati, gli affinamenti e le maturazioni vengono fatte in acciaio e in vetro.
Segnalo, tra gli altri, Maistru, Nuragus 100%, varietà autoctona del Sud della Sardegna, con fermentazione spontanea, breve macerazione e affinamento di circa un anno in acciaio e poi in vetro.
Sacava sulle Bucce, Vermentino 100%, con fermentazione spontanea e macerazione sulle bucce (circa 20 giorni) ed affinamento di circa un anno in acciaio e poi in vetro.
Deminera, Cannonau 100% a fermentazione spontanea anche qui con macerazione di circa 20 giorni in acciaio, affinato in acciaio e poi in bottiglia.
2. Azienda Agricola Cascina la Signorina (Piemonte)
Luciano Montagna, nel 1982, crea l’azienda agricola Cascina La Signorina, a Carpeneto, in località Mardelloro. Ed è dopo l’acquisizione della Cascina la Mora del 2006 che l’azienda raggiunge la sua conformazione definitiva. Sono 23 gli ettari oggi, di cui 4 a vigneto.
Oggi è Alberto, il figlio, ad occuparsi della gestione dell’azienda con l’aiuto della compagna Cristina, e della famiglia.
La passione per la terra è quella trasferitagli dal padre. È sempre più orientata ad accompagnare la natura, riducendo al minimo gli interventi, limitandosi a rame e zolfo ed a concimazioni organiche.
Abbastanza variegata la gamma, molto interessante l’Albarossa, vitigno autoctono piemontese nato dall’incrocio dei vitigni Nebbiolo di Dronero e Barbera.
Tra gli altri, il beverino rosato La Solera, dal nome della particella catastale.
3. Vini indipendenti: Insolente (Veneto)
Insolente è il progetto di Luca Elettri, pubblicitario, ma anche grande conoscitore del mondo dei vini al naturale.
Siamo a Monforte d’Alpone, zona del Soave. Al corpo originario dei vigneti, con parcelle anche di 50 anni, Luca ha poi aggiunto altre vigne affittate in territori come Valpolicella e Colli Berici.
Suo principale intento (la sua “insolenza”) è quello di uscire dalla massificata espressività dell’area, proponendo vini indipendenti basati su varietali autoctoni.
Come racconta sul suo sito web, ogni vino viene da una singola vigna le cui uve sono vinificate con fermentazione spontanea dell’intera massa senza imposizione della temperatura, senza alcuna aggiunta né filtrazione.
Ogni vigna viene identificata in etichetta da una sigla che corrisponde alle iniziali del nome e del cognome di un componente della famiglia che ne ha una simbolica custodia.
Curiosate pure tra i suoi prodotti, io mi limito a segnalarvi RM4, prodotto nel 2019, Garganega 100%, fermentata a temperatura libera in vasche di cemento per una decina di giorni. Imbottigliata con il suo fondo e una minima quantità di mosto di Recioto per la ripartenza in bottiglia, rifermenta naturalmente ai primi tepori primaverili.
4. Tenuta Cà Sciampagne (Marche)
Siamo alla Tenuta Ca’ Sciampagne a Montefeltro, nel Parco Naturale dei Monti delle Cesane, a pochi chilometri da Urbino.
La cantina (il cui nome deriva dal catastale della località dove sono parte dei vigneti) nasce nel 2008 ad opera di Leonardo Cossi. Con il recupero di oltre tre ettari di vecchi vitigni e la piantumazione di altri sei, inizia la produzione di vini naturali, indipendenti e sani, secondo tradizione.
Sono terreni argillosi, calcarei e ricchi di minerali, a un’altitudine media che si aggira sui 380 m slm.
In cantina utilizza tecniche di vinificazione tradizionali. La raccolta delle uve è manuale con selezione dei grappoli, diraspatura e pigiatura. Vinificazioni in bianco o con macerazione pellicolare tanto per i vini bianchi che rossi. Le fermentazioni sono spontanee con i soli lieviti indigeni, e dosi minime o assenza solforosa aggiunta.
Nella vasta gamma non mancate Zigara, rosato rifermentato in bottiglia da vitigni di biancame e sangiovese.
E Revoluscion, bianco rifermentato in bottiglia da vitigni di biancame.
5. Azienda Agricola Filarole (Emilia Romagna)
La passione per il vino di Barbara Pulliero e Paolo Rusconi ha trovato “casa” in Val Tidone con l’azienda Filarole. L’idea è quella di ridare vita a un territorio che negli anni è stato sempre più abbandonato con vini naturali e indipendenti.
Tutto è legato al territorio, nome compreso, visto che in dialetto piacentino i filari di una vigna sono i filarol. E quando le vigne sono piccole e composte da pochi filari, anche la vigna viene indicata con questa parola.
Vi segnalo Fatto coi piedi, vino bianco macerato (orange wine) ottenuto dalla raccolta delle uve di vecchie vigne: Malvasia aromatica di Candia, Ortrugo, Trebbiano. Vinificazione tradizionale delle colline piacentine a contatto con le bucce per un vino decisamente aromatico, leggermente tannico, salino.
Non mancate Rosso Filarole, Barbera 100% da vigne vecchie, un vino dalla beva facile, contraddistinto da una gradevole acidità.
Info utili per partecipare alla manifestazione dei Vini Indipendenti
L’appuntamento è presso la sala polivalente sita in via San Michele dalle 10:30 alle 20:00.
Ingresso € 12,00 compreso calice per assaggi – € 10,00 per i possessori tessera AIS o ONAV.
Vino In-dipendente è la manifestazione che celebra a Calvisano i vini naturali e indipendenti di oltre 40 produttori italiani: tutte le info