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14 Luglio 2022 Aggiornato il 14 Luglio 2022 alle ore 18:37

San Benedetto del Tronto, cena di pesce a 508 €: il ristorante ha ragione?

La querelle sul conto da 508 € per una cena con 4 commensali a San Benedetto del Tronto continua e tocca fare un po' di conti
San Benedetto del Tronto, cena di pesce a 508 €: il ristorante ha ragione?

Tutti a (stra)parlare dello scontrino da 508 € diventato virale da San Benedetto del Tronto. E nessuno che voglia o sappia indicare qual è il ristorante autore di tale supposta nefandezza. Nè tantomeno qualcuno che si chieda quanta parte di ragione assegnare all’uno (ristoratore) o agli altri (commensali).

L’errore in tutta questa storia di una cena per 4 persone da 508 € a San Benedetto del Tronto è in una mancata comunicazione.

Un qui pro quo che sul piatto della bilancia sarebbe costato 508 € scontati a 480 €. Poi diventati 400 € dopo le rimostranze del cliente autore del post su Facebook.

Il primo sconto di 28 €, circa il 5%, possiamo considerarlo l’attenzione per il cliente che il ristoratore ha già visto seduto ai suoi tavoli.

Quello di 108 €, che ha fatto scendere da 508 a 400 € il conto finale, è uno sconto importante. Riconosciuto dal ristoratore al cliente per l’errore di cui si diceva prima.

Cioè non avere in carta il prezzo del piatto di linguine con le magnose invece che con l’astice. Il prezzo delle linguine con l’astice, regolarmente dichiarato nel menu, è di 35 €. Prezzo che nella dichiarazione a voce dello chef è stato ritenuto uguale dai commensali. Sbagliato.

Ma non è che sarebbero andati meglio delle loro previsioni sul conto come racconta nel post l’autore. Presi dal toto scontrino, i 4 amici al tavolo avevano ritenuto già un prezzo di 250 € troppo elevato per quella cena.

Che, ricordiamo, era composta da

  • 4 antipasti degustazione
  • 4 crudi
  • 4 primi
  • 2 bottiglie di Ballabio rosé
  • 2 bottiglie d’acqua
  • 4 coperti

Rifacciamo i conti dello scontrino da 508 € dello chalet di San Benedetto del Tronto

magnosa o cicala di mare

Rifacciamo i conti, come se i 4 clienti dello chalet tra i più noti della riviera avessero preso le linguine con astice o aragosta. Così facendo passiamo da 508 € a 368 €.

Comunque ben lontani dalla loro più pessimistica previsione di 250 €, cioè 62,5 € a testa. Almeno a stare alle dichiarazioni del post.

E molto vicino al super sconto praticato dal ristoratore dopo le proteste del commensale. 400 € invece di 368 se avessero mangiato le linguine con astice o aragosta.

Diamo per scontato che nel caso di piatto fuori menu sarebbe meglio chiedere quanto costa questa deviazione. O, meglio, la sala o lo chef dovrebbero comunicare il prezzo diverso per un piatto comunque dichiarato migliore di quello individuato. Tra l’altro, a quanto pare di capire, nemmeno comunicato allo chef.

Immagino la scena. “Avremmo scelto le linguine con l’astice”. “Vi prego, stasera abbiamo dei fantastici batti batti, sapete i plà-plà o magnose che dir si voglia”. Ma l’attenzione era tutta per la pasta da abbinare: tagliatelline, spaghetti, linguine (Mancini)?

E invece i batti batti costano cari. Il titolare ha mostrato la fattura di acquisto delle magnose al Corriere Adriatico. Due chilogrammi circa a 194,75 € + IVA. E la quantità utilizzata nei piatti dei 4 commensali costa 180 € IVA compresa.

Il rapporto qualità – prezzo, questo sconosciuto

Alla fine dei conti, i 4 amici hanno pagato la loro cena 32 € in più di quello che avrebbero speso se non avessero scelto le magnose.

Va bene, direte voi, ma dove vuoi andare a parare con questo ragionamento e questi conti?

Semplice. Il rapporto prezzo – qualità, che dovrebbe essere alla base della scelta di un ristorante, non è di semplice applicazione. 250 € (già considerati elevati) invece dei reali 368 € sono una differenza di 118 €, cioè circa 30 € a testa. Vuol dire i reali 92 € a testa invece dei presunti e pessimistici 62,5 €.

Stando alle dichiarazioni del ristoratore, il conto era stato portato da 508 a 480 € per facilitare la divisione. Quindi 120 € a testa.

Il che vuol dire che prima di lanciarsi in encomi o in affossamenti via social, il rapporto qualità – prezzo andrebbe considerato.

Ma possiamo dire di aver imparato che in caso di proposta fuori menu va chiesto il prezzo. E che San Benedetto del Tronto con questa storia del conto da 508 € ha ricevuto tanta pubblicità.

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