Sugo Milano, trattoria contemporanea in zona Duomo: prezzi e recensione
La trattoria Sugo Milano, aperta a marzo in pieno centro (via Unione, che collega via Torino e piazza Missori) sfoggia un ambiente a metà fra il retrò anni Sessanta e l’oggi. Con una cucina giovane e preparata, arricchita da esperienze importanti.
Due luci su strada, una trentina di posti, luminoso.
Sugo Milano sono Anna Clara Caimi e Matteo Ceppi. Anna viene dal mondo della moda, del marketing e della comunicazione. Matteo invece nasce come chef all’Università di Scienze Gastronomiche di Slow Food a Pollenzo. In cucina, recentissimo acquisto, Federico Marzo, già da Carlo Cracco e Carlo e Camilla in Segheria (dove impastava e infornava la famosa “pizza di Cracco“).
Menu e prezzi della trattoria Sugo Milano
Diciamolo subito: c’è dell’arrosto dentro questo Sugo, ovvero questa nuova trattoria aperta in Duomo a Milano.
Partiamo dalla carta.
- Il vitello tonnato 15 €
- Robiola, cipolla di Tropea caramellata, scorza di Amalfi 14 €
- Melanzana affumicata con semi croccanti e caviale di quinoa 14 €
- Tartare di manzo, senape in grani, zenzero e katsuobushi 18 €
- Tagliatelle al nero di seppia con gamberi alla vodka 18 €
- Spaghettini alla colatura di alici di Cetara e tartare di gambero rosa 20 €
- Ravioli del plin burro, salvia, Parmigiano Reggiano e fondo d’arrosto 19 €
- Tagliatelle al ragù di Cinta Senese 18 €
- Gnocchetti rosa di mare 19 €
- Bracioline di vitello gratinate, erbe di campo e maionese di rafano 22 €
- Capesante, cannellini, finger lime e finocchio selvatico, 22 €
- Tartare di gambero rosso, stracciata di bufala e pepe di Sichuan 22 €
- Il pollo alla cacciatora con patate croccanti 22 €
- Misto di insalate dell’orto di stagione 8 €
- Panna cotta 8 €
- Soufflé cioccolato e panna 8 €
- Tiramisù 8 €
- Bocconcini Dai Dai alla panna 2 €
Ci sono due menu degustazione, da 3 e 5 uscite a testa – 45 e 60 € rispettivamente.
La recensione: come si mangia alla trattoria Sugo Milano
Osservazione generale: c’è il vitello tonnato, un piatto classico “di ritorno”, come il pollo alla cacciatora. Mentre non c’è il polpo (e nemmeno il, più raro, “polipo”) su un letto di qualsivoglia amidacea. Piatto che mi evoca sempre visioni di stuoli di teste di polpo abbandonate inutilizzate in un angolo delle cucine.
Amuse bouche: un sorso di gazpacho, forse un po’ smorto, anche come sapore.
Sono partito proprio con il vitello tonnato. Buona la cottura della carne, buona anche la salsa tonnata arricciolata in giro per il piatto, e la polvere di cappero. Con sorpresa: sul fondo del piatto, un medaglione di purea di patata americana. Bella idea, che ti sbilancia un po’ l’abitudine – in positivo, aggiunge quel tocco insolito che non ti aspetti.
Uno dei motivi che mi hanno attirato in questa trattoria Sugo Milano è stata la prospettiva di assaggiare un risotto con ciliegie. Il mio primo passaggio da Sugo è stato semplicemente un “entro a vedere”. Ma ho parlato un poco con Federico, che mi ha raccontato di questo suo risotto fuori carta, con ciliegie, burro affumicato, polvere di limone. Quindi… Molto all’onda, quasi brodoso, sapori che si inseguono in bocca – molto molto buono.
Poi – il piatto di capesante, con una variazione sul menu, una purea di fave al posto dei cannellini. Anche qui, gusto e piacevolezza, che portano Sugo fuori dall’immagine-tipo della trattoria a Milano.
Dolce, vino, caffè
Come per il dolce, un soufflé cioccolato e panna, con aggiunta di ciliegie. Scelta d’istinto, piuttosto che gli abusati panna cotta e tiramisù. Scelta assolutamente indovinata, finalmente un dolce al cioccolato fatto bene e non banale.
Non ho bevuto vino – la carta è giustamente ridotta. Una decina di bolle, una quindicina di bianchi, una decina di rossi. Essenziali i contenuti: nessuna descrizione, né provenienza, solo nome e produttore, e prezzo. Un buon motivo per tornare, farsi raccontare i vini…
Per finire, caffè di Cafezal, la torrefazione specialty. E una “caramella” morbida alla nocciola, avvolta in una carta di riso edibile. Originale, ben fatta.
Un locale retrò e contemporaneo
L’ho vista per caso, la trattoria Sugo, passando per via Unione – le strade della vecchia Milano attorno a via Torino riservano spesso delle sorprese. Anche qui, ristrutturazioni a non finire, in particolare in Galleria Unione, a conferma della vita difficile delle gallerie commerciali in città.
Qui c’era un parrucchiere, mi dicono. Ora, un locale moderno, con un look anni Settanta, sottolineato da alcuni oggetti sparsi sui ripiani alle pareti o sul carrello (d’epoca). Giochi in scatola, dall’Allegro Chirurgo al Rischiatutto a Indovina Chi? Libri (una vecchia edizione dell’Artusi). Un mazzo di carte da gioco italiane. Una scatolina di Crystal Ball – quelle bolle plasticose da soffiare a mo’ di palloncino, ve le ricordate? (Sì, lo so, roba da anziani…)
E poi il menu da trattoria, lo abbiamo visto, che coccola l’avventore di Sugo Milano. Ulteriore coccola, la colonna sonora del mio pranzo. Da Spotify, partita da un brano scelta dal giovane al bancone (scusami, non me lo ricordo più). E che ha inanellato brani di Fred Buscaglione, da Teresa Non Sparare a Whisky Facile, a Mina, alla Vanoni, a Luigi Tenco e Fabrizio De Andrè (La ballata del Miché). E Onda su Onda di Bruno Lauzi. Con vari inserti più moderni.
Il tutto, messo assieme, mi ha emozionato. Succede, specie quando vado a mangiare da solo, e il mio livello di concentrazione forse è più alto. E anche il servizio è all’altezza, gentile ma non invadente, perfetto. Insomma, Sugo Milano è una trattoria nel senso più esteso e inclusivo del termine.
Una strada, quella tracciata da Anna Clara, Matteo e Federico per la trattoria Sugo Milano, tracciata con mano sicura, rivolta verso un futuro radioso. Ok, un’esagerazione retorica, qualunque cosa voglia dire. Essenzialmente, forse, che me ne sono innamorato.
Sugo. Via dell’Unione, 11. Milano. Tel. +39 02 49477940.
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[Immagini: iPhone Emanuele Bonati, Sugo]