Addio a Nadia Toffa che ha combattuto anche per un cibo migliore
I nostri lettori ricorderanno Nadia Toffa in particolare per due servizi delle Iene legati al mondo del cibo, di cui avevamo parlato qui su Scatti di Gusto, uno sugli All You Can Eat e uno sul concentrato di pomodoro cinese.
Nadia è morta oggi, a soli 40 anni, vittima di un cancro che l’aveva colpita nel 2017. L’annuncio delle Iene su Facebook ricorda l’amica e collega citando le sue parole: “Non bisogna vergognarsi di guardarlo in faccia e chiamarlo per nome il bastardo, che magari si spaventa un po’ se lo guardi fisso negli occhi”.
Personaggio di spicco delle Iene, programma che aveva anche condotto, in primo piano sia per i suoi servizi che per le polemiche che spesso suscitavano, Toffa aveva fatto della sua malattia un “evento” socialmediatico, senza nascondere il cancro ma anzi parlandone nei suoi post sui social e nelle apparizioni TV. Ovviamente suscitando critiche e polemiche (stupide) per questa sovraesposizione, che comunque ha acceso una volta di più l’interesse e l’attenzione verso le malattie oncologiche.
La polemica faceva ovviamente parte della sua carriera televisiva – Le Iene sono nate come programma provocatorio e irriverente, centrando spesso bersagli importanti. Noi abbiamo raccontato alcuni dei loro interventi sul mondo dell’alimentazione, da ultimo quelli sulla carne scaduta e sui cibi scaduti in vendita in un supermercato.
Nadia era stata protagonista di un servizio sul pesce crudo nei sushi e sashimi degli All You Can Eat: che potrebbe essere un pericolo per la nostra salute. Il servizio (che potete vedere anche nel nostro articolo, o sul sito delle Iene) è accurato, e soprattutto cerca di offrire ai telespettatori una serie di regole per distinguere un sushi commestibile da uno che ti potrebbe portare in ospedale. Molte regole sono immediatamente applicabili dal cliente quando va al ristorante.
L’altro servizio di Nadia Toffa riguarda il concentrato di pomodoro cinese venduto in Italia senza regole e controlli, e quindi spesso contaminato da pesticidi: le aziende italiane lo acquistano e lo utilizzano nei loro prodotti (la dicitura “prodotto in Italia” indica solo il confezionamento, non la provenienza delle materia prime).
Va detto che l’ANICAV ha contestato le conclusioni del servizio, affermando che i prodotti consumati in Italia non hanno niente a che vedere con i concentrati cinesi, ma capita che i servizi delle Iene vengano contestati, a volte anche con ragione.
Il lavoro di Nadia resta comunque importante, non solo per i servizi sul cibo, ma anche ad esempio per quelli sul gioco d’azzardo (argomento sul quale aveva anche pubblicato un libro, Quando il gioco si fa duro), sullo smaltimento illegale dei rifiuti, sul crescente tasso di tumori nel “triangolo della morte”, sulla “terra dei veleni” a Crotone, e su Taranto, città della quale è diventata cittadina onoraria.
E la ricorderemo, quando apriremo una salsa di pomodoro, o davanti a un piatto di sushi. Ricorderemo il suo sorriso nel suo ultimo post su Instagram. Addio, Nadia.