Anguria o cocomero. I 26 particolari che creano dipendenza definitiva
Sesso e cibo. Il grado di cazzeggio sotto l’ombrellone agostano ha raggiunto vette impensabili. Colpa dell’approssimarsi del “tutti a casa”. Ci si divide sul tema sagre e su quello del turismo “orale” a Gallipoli.
Si mette giù la lista di quelle cui andare e dei 10 motivi per non andarci mai: anche off line la mania delle liste e delle classifiche ha preso il sopravvento. Fino all’estate scorsa se qualcuno diceva 30 o era il grado di protezione della crema solare o il prezzo a persona pagato nell’ultimo ristorante scoperto.
Ora tra un lettino e l’altro si tifa per i 30 migliori cannoli siciliani o per le 30 migliori birre artigianali italiane.
E si organizza qualche cenetta a casa, vero spauracchio delle comitive in cerca di avventure gastronomiche a basso prezzo e poco impegno.
L’anguria è uno dei protagonisti indiscussi. E per fare scena, avevo pescato il video per il taglio – ovviamente – perfetto. Non quello del parrucchiere, ma dell’ingombrante frutto. Poi mi hanno rimproverata: non si dice anguria ma cocomero.
Ho collassato su una serie di post e discussioni a favore delle denominazione giusta, anzi perfetta. E poi mi sono imbattuta in questo articolo di Fine Dining Lovers che spiega il watermelon (decidete voi se anguria o cocomero) dall’A alla Z in 26 punti.
Ne ho tirato fuori una traduzione approssimativa sul cellulare tempestato da granelli di sabbia, schizzi d’acqua e ditate di crema protettiva 50+ (e sono pronta a convertirmi all’uso quasi mummificato di Madonna).
Anguria o cocomero in 26 punti definitivi
1. Aspirina. L’anguria contiene salicilati naturali usati nell’industria farmaceutica per produrre medicine, specialmente aspirine. Se sei sensibile ai salicilati potresti anche essere intollerante all’anguria. Si attendono studi per dimostrare l’efficacia del cocomero per curare il raffreddamento dei bambini da costume-bagnato-te-lo-avevo-detto-di-asciugarti.
2. Baller. Il porzionatore (il parisienne, lo scavino o come cavolo melone lo chiamate) che forma le palline di cocomero (e di gelato all’anguria) è uno strumento fondamentale per affrontare le cene in terrazza. Mai più senza.
3. Crimson sweet. Probabilmente la varietà più diffusa di anguria che tanto per cambiare arriva dall’America. Buccia resistente con fondo chiaro ed ampie striature verde scuro. Lo chiamerei cocomero normale. Il Sugar Baby invece non ha striature, è tondo e piccoletto.
4. Densuke. Questa varietà giapponese cresce solo nelle isole di Hokkaido. Nel 2008 ha fatto segnare il prezzo proibitivo per un qualsiasi cocomero o anguria che dir si voglia: 4.700 € a un’asta. Si sospetta un colpo di sole.
5. Energia. Anche se contiene poche calorie (30 per 100 grammi) una sola fetta di anguria può innalzare il livello di energia del 23% grazie alla vitamina B6 che il corpo usa per sintetizzare dopamina. Una droga, in pratica.
6. Fitness. Ingrassa o non ingrassa una bella teoria di mezzelune di anguria? Mi rimetto alla vostra esperienza più cool (due fette tagliate a bordo lettino o una coppa gelata sono il pranzo delle longilinee con grado di tintarella 9,5) ma sappiate che per la sua tendenza a ritardare la digestione degli altri cibi l’anguria dà una sensazione di sazietà e rende il cocomero ideale per placare la fame tra i pasti. Inutile appellardsi a questo comma se ci si è sbafati una porzione di pasta al forno e di parmigiana, nutrimento preferito per tutte coloro che “a mare non vogliamo soffrire” (cit.).
7. O mio dio. Gli antichi egizi descrivono la coltivazione dell’anguria 5000 anni fa (riguardare la traduzione alla voce Crimson sweet): secondo una legenda egizia, il seme del dio Seth diede vita alle piante di anguria. Il frutto veniva spesso posto nelle tombe dei faraoni come segno di sostentamento nell’oltretomba.
8. Prolifica. La pianta di anguria è molto prolifica e un solo esemplare può produrre fino a 100 frutti.
9. Sacro. La popolazione del Botswana considera il cocomero un frutto sacro e catartico. Ho cercato le zone di produzione nel mondo per individuare i quantitativi prodotti dal Botswana come dato oggettivo. Poi mi sono imbattuta in Groupon: Ecco la spiegazione.
Una curiosità sul cocomero: in Botswana, stato dell’Africa meridionale, l’anguria è considerato un frutto sacro, ma non per il suo delizioso sapore, bensì per le foglie alle quali è attribuito un potere purificante. A gennaio, prima di consumare i frutti raccolti, tutti i maschi della tribù dei beciuani, spremono le foglie di anguria con le mani e spalmano il succo sul proprio corpo e su quello dei familiari. Una volta terminato il rito di purificazione, tutti possono mangiare il nuovo raccolto.
10. Sicilia. Jelu i muluni è una specialità tipica di Palermo, un dessert fresco e gelatinoso fatto con succo di anguria, viene servito nelle coppette e decorato con frutta candita e gocce di cioccolata. Qui abbiamo una ricetta per chi vuole avventurarsi in preparazioni di portata superiore al metto in ghiacciaia le palline di cocomero.
11. Kalahari. David Livingstone, il famoso esploratore dell’Africa, notò che le angurie crescevano in abbondanza nel deserto del Kalahari dove sembra siano nate (ok, è definitivo, l’America non c’entra nulla con la scoperta dei cocomeri). Il cocomero del Kalahari è l’antenato dell’odierna anguria, un frutto selvatico con una polpa più densa e un sapore più forte che viene mangiato cotto.
12. Licopene. Il pigmento vivace che dona al cocomero il suo colore rosso, si trova anche nei pomodori. È un potente antiossidante.
13. Dalla Russia con amore. Melitopolski è una varietà della regione del Volga in Russia che produce piccoli frutti di un diametro di solo 28-30 cm. Un’altra varietà russa è il Cream of Saskatchewan, attualmente coltivata in Canada, dalla polpa bianca che mi inquieta un po’.
14. Peso forma. L’anguria raggiunge facilmente i 20 chili, ma molte delle sue 1200 varietà possono superare i 90 chili. Il record mondiale appartiene a Chris Kent che ha prodotto un cocomero di 132 chili nel 2010.
15. Orangeglo. Oblungo e relativamente piccolo (9-14 chili), ha una polpa arancione molto dolce
16. Pepo – peponide. Sul termine si sono infrante le mie certezze di dividere l’anguria dal melone che sarebbe quello bianco, ma non russo. Dalla spiegazione di nostra santa Wikipedia ho desunto che il melone di Natale e il cantalupo dovrebbero rispondere alla descrizione. Attendo numerose conferme per andare oltre la dicotomia cocomero-anguria.
17. Fuori di testa. Queensland, la città australiana che produce il 25% dei meloni australiani, incluse le angurie, ospita un festival biennale dall’intrattenimento unico. Uno degli eventi consiste nello spaccare angurie con la testa. John Allwood detiene il record per aver spaccato 47 cocomeri in un minuto nel 2009.
18. Maturo. Come si riconosce un’anguria gustosa e matura? Il gambo non dev’essere secco. Se il succo fuoriesce da dove lo stelo è o era attaccato, significa che il frutto è maturo e zuccheroso. Un altro trucco per appurare se il cocomero è buono è il classico suono vuoto ottenuto battendo leggermente sull’esterno. A Napoli c’è il melone con la prova (così recitava il cartello). Un amico mi ha detto di prendere il “mellone provato anche se c’è il buco”. Non si sa mai se quello non provato è buono lo stesso. Non sono stata lesta a fotografare il tre ruote, ma il mio amico mi ha detto che la bandiera del melone napoletano è la canzone di cui ho trovato il video (c’è la traduzione).
19. Siracusa. L’anguria siciliana della città di Siracusa, oblungo a strisce alternate nere e verdi, è un prodotto tradizionale di coltivazione italiana.
20. Capodanno. Durante il Tết, il capodanno Vietnamita, un tradizionale snack consiste in semi di anguria tostati.
21. BBQ. Unici sono il sapore e la consistenza di una bistecca d’anguria, una fetta grigliata con un gusto simile a una bistecca scottata. Così giurano le persone che hanno assaggiato l’anguria sul barbecue. Io non avevo mai pensato all’eventualità di combattere con la carbonella che si spegne.
22. Verdure. L’anguria compare come ingrediente insieme alle verdure in molte ricette: cetrioli e lattuga, o pomodori e cipolle, e accompagnato da riso, pesce o formaggi come il formaggio di capra o la feta. Mi sono scoperta purista, al massimo in abbinamento con il gelato.
23. Acqua. L’anguria è al 94% acqua. Chiaramente una dei frutti più dissetanti e con la maggiore capacità di ritenzione d’acqua.
24. Sesso. Molti considerano l’anguria un rimedio per problemi d’erezione maschili comparandolo col Viagra. C’è un fondo di verità: l’anguria contiene la citrullina, un amminoacido considerata afrodisiaco per la sua abilità di dilatare i vasi sanguigni. Sfortunatamente, la citrullina è più concentrata nella scorza che nella polpa. Dite al vostro lui di lasciarvi la parte migliore, il triangolino rosso.
25. Yellow Crimson. Una varietà con polpa gialla, con un sapore tipo miele, più dolce rispetto alle angurie normali.
26. Zentsuji. Gli agricoltori giapponesi della regione Zentsuji hanno trovato un modo per far crescere angurie cubiche alla fine degli anni ’90. Un produttore italiano, Franco Feroldi, afferma di aver inventato le angurie cubiche nel 1995 per caricarle più facilmente nel bagagliaio della macchina. Io confesso di non averle mai viste dal vero e le mie rotolano allegramente nel bagagliaio.
Non so se questo sia tutto l’universo possibile dell’anguria, ma qualche nota in più rispetto alla guerra dialettica tra cocomero e anguria c’è.
Ora tocca a voi dirci come chiamate il frutto e spero non facciate come il mio amico del sud che lo chiama melone d’acqua lasciando (forse) intendere la sua perfetta conoscenza del mondo anglosassone.
Link: Fine Dining Lovers. Immagine di copertina: organiclifestylemagazine/Michael Edwards