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28 Aprile 2022 Aggiornato il 28 Aprile 2022 alle ore 16:01

Assenzio: cosa succede se bevi i cocktail del Nora Was Drunk di Milano?

Ci sono 10 tipi di assenzio da Norah was drunk a Milano. Riscopriamo la “fata verde”: pianta, gradi, il quadro di Degas, i nuovi cocktail
Assenzio: cosa succede se bevi i cocktail del Nora Was Drunk di Milano?

Provare l’assenzio, bevanda simbolo dello stile di vita bohémien, in una dozzina di varietà diverse. 

Si può fare in un nuovo cocktail bar di Milano chiamato Norah Was Drunk.

C’è di più, a rendere originale la lista cocktail del locale provvedono remake di grandi classici come Gin Tonic o Bloody Mary, interpretati però con l’assenzio. 

Norah was drunk conserve di pesce
Conserve di pesce da Nora Was Drunk

Da Norah Was Drunk, aperto dai giovani e audaci Niccolò Caramiello e Stefano Rollo al termine di via Porpora, in zona Lambrate, il distillato verde si abbina a diverse prelibatezze di pesce. 

In particolare acciughe, sardine e baccalà in forma di conserva, polpo, ostriche e bocconcini di salmone nero dell’Atlantico.

All’ora dell’aperitivo l’assenzio è accompagnato da un piattino con olive, patatine e una fetta di focaccia.

La fontana per l’assenzio

Norah was drunk fontana assenzio
La fontana per l’assenzio del Norah Was Drunk di Milano

Nel cocktail bar milanese, dove sono disponibili tutti i più noti liquori, è possibile richiedere una fontana per bere l’assenzio liscio in stile classico.

Si tratta di un rito tipicamente francese che prevede l’arrivo in tavola di una caraffa stile Liberty, insieme a zollette di zucchero, cucchiaini traforati e piccoli bicchieri colmi del distillato. 

Lo zucchero serve ad addolcire l’assenzio, amaro per la presenza di artemisia, una delle botaniche. L’acqua della fontana, invece, ha il compito di rendere l’assenzio opalescente e di abbassarne il grado alcolico elevato.

Una volta sistemato il bicchierino sotto al rubinetto della fontana, si mette sopra il cucchiaino con la zolletta, lasciando che le gocce di acqua fredda diluiscano la bevanda. 

Un po’ di storia di per riscoprirlo

Norah was drunk interno
L’interno di Norah Was Drunk con un tavolo e un bicchiere del distillato verde

Noto come la fée verte (“la fata verde”) per il suo color verde smeraldo (che diventa bianco sporco quando gli viene aggiunta acqua), il distillato non è più proibito da oltre venti anni.

Ma il lungo divieto lo ha reso semi sconosciuto e ancora più misterioso. Riscopriamolo insieme.

L’assenzio, nome che deriva dalla parola greca apsinthion (“non potabile”), è stato accusato, nei secoli, di provocare malattie mentali e omicidi. 

Oggi l’assenzio è un liquore IGP, Indicazione Geografica Protetta. E nel suo nome Svizzera e Francia si sono fronteggiate a lungo (l’assenzio francese è più scuro e misterioso mentre un buon “Swiss bleue” è puro e molto pulito).

Ma fu proibito in Belgio nel 1905, negli USA nel 1912 e in Francia nel 1915, e si presume abbia rovinato più vite della cocaina. 

La verità è meno avventurosa: essendo diventato molto economico e dunque accessibile a tutti, fu vietato per combattere l’alcolismo. E per compiacere le lobby concorrenti, per esempio i produttori di vino e di cognac.

L’assenzio fu inventato in Svizzera nel 1792 dal chimico francese Pierre Ordinaire.

Originariamente ideato come digestivo, divenne presto un aperitivo e fu commercializzato da Henri-Louis Perod (si, quel Pernod) all’inizio del XIX secolo. 

Assenzio: la pianta

Norah was drunk soci
I proprietari del Norah Was Drunk di Milano

La bevanda è distillata dalle foglie della pianta omonima (sinistramente chiamata chernobyl in Russia), un’erba in origine usata per curare disturbi gastrointestinali, come i vermi. In Inghilterra, nel XVII secolo era usata contro i parassiti.

In realtà, il distillato di assenzio porta con sé aromi erbacei molto balsamici, diversi da tutti gli altri per la presenza contemporanea di artemisia, finocchietto selvatico anice stellato e menta.

Quanti gradi ha l’assenzio?

Norah was drunk interno
Norah Was Drunk visto da dentro

La gradazione alcolica dell’assenzio varia tradizionalmente da 55 a 72 gradi, a seconda del marchio e del paese di origine. C’è anche una marca di assenzio tra i liquori più forti del mondo

Il suo principio attivo, detto “alfa tujone” o “tujone”, ha una struttura molecolare simile al THC (tetrahydrocannabinolo), il principio attivo della cannabis.

L’assenzio nel quadro di Degas

Il quadro di Degas
Il quadro ”L’assenzio” di Degas, del 1876

Tuttavia, malgrado (o grazie) questa fama un po’ negativa, divenne particolarmente popolare nella Francia fin de siècle (come narrato in Moulin Rouge dal regista Baz Luhrmann). 

L’assenzio divenne la musa di scrittori come Baudelaire e Hemingway e protagonista di quadri celebri. 

Soprattutto L’assenzio (1876) di Degas, pittore impressionista francese. Ma anche La bevitrice di assenzio (1901) di Picasso e Bicchiere di assenzio (1887) di Van Gogh.

Si dice che Toulouse Lautrec addirittura se ne portasse una scorta per le emergenze (in un bastone cavo) durante le sue passeggiate nella Parigi degli artisti. 

Van Gogh ne fece uso per quasi tutta la sua vita artistica: i suoi lavori più allucinogeni probabilmente sono ispirati dall’assenzio. E probabilmente ne aveva bevuto molto quando andò da Gauguin con un rasoio e si tagliò un pezzo di orecchio…

La “fata verde” oggi e nel passato: falsi miti

Norah was drunk ostriche assenzio
La “fata verde” oggi al Norah Was Drunk, servita con le ostriche

Non è vero come si crede che l’assenzio bevuto oggi sia diverso da quello del 1800 o che non contenga il tujone. 

Il metodo di produzione è identico: semi e piante vengono macerate in alcool mentre il liquido è colora­to per infusione. Stop, niente additivi, coloranti o zucchero.

Anche i gradi alcolici che, come detto, oscillano tra i 55 e i 72 gradi, sono all’incirca gli stessi della bevanda ai tempi dei poeti maledetti. 

Oggi l’assenzio può contenere un massimo di 35 mg per litro di tujone. Nella bevanda d’epoca il limite era spesso compreso tra 5 e 9 mg per litro, solo poche versioni superavano i 20-30 mg/l.

Infatti, il presunto potere allucinogeno dell’assenzio non dipendeva dalla presenza del tujone, ma dal consumo smodato che ne facevano alcuni. 

Cocktail all’assenzio: le ricette

Norah was drunk cocktail assenzio
Il cocktail AbsintheJuleep

Per risollevare la bevanda dall’oblio del lungo proibizionismo e riportarla in auge, il 5 marzo si festeggia in tutto il mondo l’Absinthe Day, la Giornata internazionale dell’assenzio.

Quel giorno, poco più di un mese fa, il barman di Norah Was Drunk Niccolò Caramiello ha condiviso le ricette di tre nuovi cocktail inseriti nella lista del locale.

Absinthe Frappé, Absinthe Julep e Absinthe Express.

Eccole di seguito.

ABSINTHE FRAPPE’

Fresco, dissetante e profumato grazie in particolare alla presenza della menta.  

Ingredienti:

  • 15 ml Dom Benedictin
  • 45 di Assenzio
  • 15 di zucchero
  • 4 foglie di menta
  • 30 ml soda

Preparazione:

Inserisco gli ingredienti nel mixing glass tranne la soda. Scuoto lo shaker con il ghiaccio e verso in un bicchiere tumbler piccolo filtrando con lo strainer. L’attrezzo che permette di eliminare pezzetti di ghiaccio o particelle di zucchero. Aggiungo ghiaccio tritato.

Decorazione:

Guarnisco con foglie di menta fresche.

ABSINTHE JULEP

In questo remake di un cocktail americano classico, il Mint Julep, l’assenzio prende il posto del bourbon o del rye whiskey.

Ingredienti:

  • 50 ml Assenzio
  • 5 gocce di angostura
  • 30 di cordiale di arachidi
  • 10 foglie di menta
  • 2 gocce di soluzione salina

Preparazione:

Il cocktail si compone versando gli ingredienti direttamente all’interno di un bicchiere da julep o di un tumbler medio.

Decorazione:

Decoro con un ciuffo di menta e arachidi in guscio.

ABSINTHE EXPRESS

Interpretazione dell’Espresso Martini con un tocco italiano. L’ispirazione proviene dal caffè alla mandorla tipico del sud Italia.

Ingredienti:

  • 30 ml Assenzio
  • 15 di Orzata Norah (Mandorle bianche dolci e amare, acqua, zucchero, cognac, acqua di fiori d’arancio)
  • 1 caffè lungo
  • 15 di liquore al caffè

Preparazione:

Scuoto lo shaker con tutti gli ingredienti e il ghiaccio, quindi metto all’interno di un bicchiere a coppa senza decorazioni.

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Scatti di Gusto di Vincenzo Pagano
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