Il gioco del terroir nelle Magnum di Barolo più premiate nel 2015
Se avete davanti un tortoniano e un elveziano, non siete nel nuovo episodio di Star Wars, ma in compagnia di un bicchiere di Barolo, e con ogni probabilità di uno buono. Tanto più se si parla di una docg che riesce a esprimersi con esiti anche molto diversi tra loro. Questo lo spirito di Barolando, un po’ degustazione e un po’ gioco, l’evento organizzato da Riserva Grande, che ha sfoderato quattro campionissimi in versione Magnum.
Alla prima “squadra” appartengono Rocche dell’Annunziata e Bartolo Mascarello, che però usa uve da tre diversi vigneti, Cannubi, Rue e Rocche. Elveziano sono invece il Prapò di Schiavenza e il barolo di Giuseppe Mascarello (al confine con il tortoniano). Il terroir del Barbaresco, infine, somiglia al tortoniano, in favore della delicatezza e della freschezza dei profumi.
Quattro i Barolo, ma sei i bicchieri sui tavoli, perché non è un vero gioco senza tranelli. Ben due, in questo caso, un ‘nebbiolo-non-Barolo’, il Barbaresco Rabaja 2008 di Giuseppe Cortese e un completo intruso, il ‘Vino X’. Qualche indicazione sulle vigne e le zone di produzione, e poi via all’assaggio per abbinare calice ed etichetta. Una sfida divertente e per niente astrusa. Provare per credere!
Cosa sapere sui terroir: le cantine presenti sono divise tra territorio ‘tortoniano’ (molto calcareo, dà profumi intensi e fini, freschezza, tannini delicati) e ‘elveziano’ (marne sabbiose compatte, regala austerità struttura e longevità).
Al primo appartengono Rocche dell’Annunziata e Giuseppe Mascarello (al confine con l’elveziano); tortoniano anche per Bartolo Mascarello, che però usa uve da tre diversi vigneti, Cannubi, Rue e Rocche . Elveziano è invece il Prapò di Schiavenza. Il terroir del Barbaresco, infine, somiglia al tortoniano, in favore della delicatezza e della freschezza dei profumi. E ora, l’analisi.
N°1 – Rubino scuro con unghia aranciata. Naso: note scure, cioccolato e tabacco dolce, con finale balsamico. Bocca: grande sapidità, il tannino c’è ma è delicato, note di liquirizia. Esito: complesso, strutturato, importante, compatibile con un invecchiamento medio-lungo.
N°2 – Rubino intenso, limpido. Naso: frutta matura, sotto spirito, confettura, uva sultanina, viola, spezie dolci. Bocca: torna la frutta, ma colpisce la freschezza. Tannino vellutato ma ancora pungente. Esito: profumi intensi, freschezza, buona struttura, bella bevibilità.
N°3 – Qui siamo sul granato, con un’unghia aranciata. Limpido. Naso: molto fine, frutta rossa, arancia rossa, ma anche fiori opulenti, tabacco dolce e cioccolato. Bocca: torna l’arancia rossa, e la nota balsamica sul finale; buona freschezza, tannino fine. Esito: tutti i profumi di un nebbiolo ben lavorato, con un certo affinamento.
N°4 – Il meno concentrato di tutti, e anche il più limpido. Naso: fine e intenso, con note fruttate e speziature delicate, rosa canina e frutta secca. Bocca: morbida, avvolgente, torna la nocciola sul finale. Tannino molto raffinato. Esito: intensità ed equilibrio, unito a freschezza e sapidità. Vino che può evolversi ancora.
N°5 – Rubino cupo, sanguigno, denso. Naso: note terrose, di humus, balsamiche, note di cipria, di cuoio. Bocca: potente, intensa; frutta secca, leggera sensazione amaricante sul finale. Esito: vino di buona struttura, tannico, compatibile con affinamento in barrique.
N°6 – Granato scuro, quasi velato. Naso: note scure, selvatiche, di frutta essiccata, spezie, note balsamiche. Bocca: calda, austera, intensa e persistente. Tannino importante ma non invasivo. Esito: grande struttura ed equilibrio, probabile affinamento medio lungo.
Ora avete tutti gli elementi per tentare l’abbinamento. Molto dipende anche dall’età del vino e se è o meno una Riserva, che regala maggior struttura, complessità e tannini più morbidi. L’intruso? Provate a indovinare di quale vitigno si tratta. Le soluzioni sono riportate più in basso, ma mi raccomando, non sbirciate!
Soluzioni: Rocche Dell’Annunziata Aurelio Settimo Riserva 2001 – 1; Barbaresco Rabaja 2008 di Giuseppe Cortese – 2; Barolo Classico Bartolo Mascarello 2008 -3; Barolo Monprivato Giuseppe Mascarello e figlio 2010 – 4; Barolo Prapò Riserva 2004 Schiavenza – 6. Ed ecco l’intruso: Chianti Classico Riserva 2007 Valdellecorti – 5;
Immagini di Anna Tortora, Megan Mallen, Georgius LXXXIX, Marieke Kuijjer