Beppe Palmieri, la gogna black list delle prenotazioni non ci convince
Giuseppe “Beppe” Palmieri è tra i migliori maître d’Italia. È alla Francescana, alter ego di Massimo Bottura in sala che in poche sintetiche parole ti mette a tuo agio come mai potresti immaginare.
Oggi, a pochi giorni dalla Pasquetta ricorda sul suo sito uno sgradevole episodio dell’anno scorso. Un tale signor Di Luca ha prenotato 11 posti (mezza Francescana) ma poi non si è presentato. Danno di immagine e danno economico. Danni che si producono di continuo e non solo tra gli stellati. Cattiva abitudine, quella di non avvertire il ristorante per annullare la prenotazione (casomai in tempi decenti a meno di una causa di forza maggiore) che ha nei sudditi di Sua Maestà Britannica i peggiori esempi.
Solo che a Modena ha chiamato un certo signor Di Biagio per prenotare a Pasquetta per 10 persone. Nessuna possibilità di rintracciarlo e il sospetto, fondato sull’eguaglianza del numero di telefono (si suppone), che Di Biagio/Di Luca siano la stessa – sciagurata persona – a voler giocare uno scherzetto pesante.
Da questo “abbinamento” con il numero di telefono, nasce l’idea di Beppe di stendere una black list a cura dei diversi ristoratori e di condividerla in maniera segreta in modo da annullare la prenotazione sospetta, o almeno di essere guardinghi, in una sorta di autotutela condivisa.
L’idea non è convincente per diversi motivi.
1. Segue una delle caratteristiche italiche e cioè complicarsi la vita. Esiste la possibilità di chiedere il numero della carta di credito e di prelevare subito un acconto prestabilito in base al numero delle persone e quindi di applicare penali. Caso personale con il Noma di Redzepi cui ho dovuto dare buca a causa di forza più che maggiore e che prevede un sistema di risarcimento (suppongo ritenuto equo dal ristorante).
2. Le black list vanno aggiornate e consultate. Si rischia di diventare esattori, se è vero che le mancate disdette sono moltissime, per spulciare gli elenchi che supponiamo diventeranno lunghissimi. Forse va bene per prenotazioni a lunga distanza, ma per quella del pomeriggio per la cena? Senza contare che chi fa dell’accoglienza un’arte potrebbe sbagliare e cancellare una prenotazione con il cliente che si presenta e chiede del suo tavolo. Cosa dirgli?
3. L’idea di creare zone segrete e franche è alla base delle distinzioni, dei malumori e dei sospetti che affliggono questo Paese. Possiamo pensare che con il tempo si arrivi alla tentazione di stilare anche una white list dei migliori clienti?