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Birra
18 Giugno 2011 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 15:32

Birra buona a Napoli? Vai da Babette di Ugo Torre

La chiacchierata con Ugo mi ha riportato indietro nel tempo, quando studente universitario, 35 anni fa andavo al Bambu perché trovavo birre diverse da
Birra buona a Napoli? Vai da Babette di Ugo Torre

La chiacchierata con Ugo mi ha riportato indietro nel tempo, quando studente universitario, 35 anni fa andavo al Bambu perché trovavo birre diverse da quelle normalmente reperibili e mangiavo ottimi crostoni, a prezzi contenuti, una sorta di locale antesignano di quella che sarebbe stata la formula vincente : birra artigianale e street food della Roma birraria odierna.
E’ inusuale nel mondo birrario odierno, tutto sommato nato abbastanza recentemente, trovare personaggi come Ugo che, in modo lungimirante, ha iniziato ad investire in birra di qualità ben 35 anni fa.

Ugo Torre di anni 51, inizia infatti lavorare al Bambu, pub di Fuorigrotta nel lontano 1977, intorno agli anni ’80 i primi approcci con la birra, e nel 1986 la gestione in prima persona del locale . Fra i tanti nomi l’Eku 28 , la Lutèce, la Bière du Desert, le birre di John Martin, la Rachel Bon Eisbock. Il Bambu’, di 32 mq, era arredato in tema, in modo giovanile, con sedie di vimini ed offriva buoni frullati di frutta, il”Tahiti” fichi e banana, oppure “Chiquita” banana e latte, panini particolari e crostoni. Il clima del Bambù era molto amichevole: la sera o meglio la mattina, un attimo prima della chiusura si svolgeva la battaglia del ghiaccio tritato… giusto per rimanere svegli.

Nel 1992 i costi richiesti per gestire il pub erano diventati eccessivi e Ugo compie il grande salto acquistando una licenza di un’antica osteria e a dicembre del 1992 inaugura “Babette” in uno spazio di 85 mq.Inizia ad acquistare dai distributori nazionali, Eurosaga, Turatello, Asolo, un tempo Baggio, Progetto Birra e subito, in tempi non sospetti, decide di investire in cultura birraria, frequentando il corso per gestori di locali con Franco Re all’Università della birra. Dedica tempo e acquisisce professionalità nelle tecniche di spillatura, adottando quella belga. Il locale si amplia con 100 posti a sedere e queste scelte ben presto iniziano ad attirare tutto il mondo giovanile della città e della provincia. Fra le birre del tempo la Brinkhoff alla spina e la Chester Gold, un’english style ben luppolata di 6,5° alcolici.

Agli inizi, nel periodo 1992-1995 Ugo vendeva 85 hl/anno mentre oggi viaggia su 315 hl./anno. Babette è quindi un locale stabilmente affermato con ben 18 collaboratori. Al pub si è affiancato, nel 2003 l’attigua enoteca beershop, molto ben fornita con 270 etichette di birra, alcune a rotazione, ottima scelta di vini, di distillati e alcune particolarità gastronomiche di qualità.

Una delle chiavi del successo del pub, oltre alle notevoli capacità commerciali ed alla competenza birraria, sono state le scelte culturali e gli eventi. Da più di cinque anni si svolge ogni lunedì, in maniera pressoché ininterrotta “Un lunedì a tutta birra”, una degustazione con abbinamento guidata da Alfio Ferlito, alias beerpassion, in cui si discute di prodotto anche compilando una scheda sul modello dell’Accademia della Birra.

Nell’ultimo anno gli eventi hanno riguardato le birre artigianali italiane, Aeffe, Karma, Il Chiostro, Malto Vivo, Maneba, St. John, Syrentum, Medatus, Karma ma anche Borgo, Troll, Baladin, 32 Via dei birrai, e così via. Ugo ricorda in particolare le serate dedicate alla “Noscia di Malto Vivo”, abbinata alle pizze artigianali di Melito di Napoli di Stefano Pagliuca, e la Lemon Ale di Karma abbinata alla delizia al limone e ad una torta ricotta e pere.
Altro evento recente di rilievo è stato l’organizzazione di Ciobì, nell’ottobre 2010, con tutti i birrifici campani nella cornice di Villa Floridiana a Napoli.

Oggi il locale ha 8 spine, una scelta gastronomica accurata, snack, i crostoni semplici e quelli speciali con il prosciutto di cervo della foresta nera e il prosciutto e salame di cinghiale, piatti unici come il pesce spada, cuore di palma, salmone affumicato cipolline e pane tostato. Molto gradita la Pita greca, e la Babette Pita, con il pane a mò di saltimbocca, con Kebab, Prosciutto, Tonno , Porchetta o Bresaola.
Fra i dolci un dessert alto, accompagnato sempre da una Kriek, o delle bavaresi, il tiramisu, le mousse varie.

Fra le birre notevole scelta in bottiglia, di circa 200 etichette, Gueze e Lambic di Boon e Cantillon, tutte le trappiste, De Dolle, numerose belghe, molte artigianali italiane con particolare riguardo al mondo campano.
Molto curata anche la scelta dei distillati, altro punto forte del locale con 120 Rhum a mescita, 150 grappe di monovitigno, 120 whisky single malt. Fra i whisky, molti giapponesi, che acquistarono negli anni ’80 distillerie in Scozia e oggi sono ottimi affermati e riconosciuti produttori. Spiccano il Nikka Yoichi 10 anni e il Nikka 21 anni, della distilleria giapponese omonima fondata nel 1934 sull’isola di Hokkaido. Poi i whisky della distilleria Port Ellen sull’isola di Islay, chiusa nel 1983, o i diversi MacCallan, fra cui il 18 anni vintage, 1985. Armagnac dal 1953, La Fontan, Dartigalongue e Dupeyron, fra i nomi più prestigiosi. Tra i Rhum, ben 270 etichette in enoteca, due agricole, Trois Rivière 1976 e Montebello 1984, molto pregiate.

Babette Birreria. Via Raffaele Caravaglios, 27 – Fuorigrotta 80125 – Napoli. Tel. +39 081.2399212 – h. 18:30/02:00

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