Birra. Il rock luppolato di Moreno Ercolani (L’Olmaia)
Moreno Ercolani nasce a Chianciano 34 anni fa, da genitori valdorciani. Il babbo è un orafo, proprietario di una bottega artigiana con 50 anni di storia alle spalle, che insegna la sua arte al figliolo già dall’età di 5 anni.
Moreno, aprirà un proprio laboratorio di oreficeria a Pienza, che lascerà nel 2001, all’età di 25 anni. Al padre deve non solo i primi approcci al lavoro, che gli hanno dato spirito concreto e buona manualità, ma anche la passione per il mondo della birra. Il suo babbo, appassionato, andava in Germania unavolta all’anno per eventi birrari o anche semplicemente per visitare luoghi legati a questo mondo e tornava con i boccali che regalava ai suoi familiari.
A pari merito con l’amore per la birra, la musica, rock anni ’70 con Rolling Stones e Led Zeppelin tra i gruppi preferiti. Suona la batteria, a 17 anni in un gruppo punk , e poi fino al 2004 con un gruppo rock con il quale inciderà otto brani. Gli impegni lavorativi, con l’Olmaia in pieno sviluppo, prendono il sopravvento e nel 2008 abbandonerà quest’attività, rimanendo comunque un grande appassionato di musica.
Il suo rapporto con la birra inizia grazie ad Agostino Arioli, che ha una casa a Pienza. Nel 1998 lo va a trovare a Lurago Marinone, sede del Birrificio Italiano, e in quell’occasione beve una quantità esagerata di Tipo Pils, la sua preferita per la notevole bevibili, e Bibock: ininterrottamente dalle 12 alle 3 di notte, ad un ritmo di 1 boccale/ora.
Quando nel 2002 pensa di aprire un birrificio, segue il consiglio di Agostino: iniziare a provare con un piccolo impianto da 23 litri da homebrewer le sue ricette, rigorosamente all grain, la sua caratteristica. Con quest’impiantino produce ben 190 cotte in poco più di 2 anni e sperimenta a più riprese la sua birra, anche al matrimonio di Massimiliano suo socio, dove porta ben 200 bottiglie, ed a Piozzo nel 2004, dove fa provare a Kuaska una birra simile all’attuale “5”, ricevendo sostanziali incoraggiamenti a proseguire.
Nel 2004 instaura un bel rapporto d’amicizia con Leonardo di Vincenzo, contattato per un corso birrario di una settimana, presto trasformato in occasione di feste, sbornie e bevute colossali.
Nel 2005 apre, presso il casale Olmaia, a Chianciano, il birrificio omonimo, con un impianto artigianale. L’idea originaria, molto concreta, era di iniziare a produrre tre birre, una chiara molto bevibile, una rossa ed una scura le odierne “5”, “9” e BK, cui si sono aggiunte la PVK e la Christmas Duck, insieme ad alcune birre stagionali, come una al Karkade’.
Moreno ha lavorato molto per affinare le sue ricette. La scelta di fondo era realizzare una birra ad alta fermentazione, bevibile e costruita intorno alla luppolatura che ha concepito come cuore strategico intorno al quale scegliere e variare le altre caratteristiche delle sue birre. Oggi pur mantenendo un profilo sostanzialmente bevibile, ha in produzione birre complesse ed originali, frutto di questo percorso.
Nel 2009, a seguito del successo, ha ampliato gli impianti e l’Olmaia si è spostata a Montepulciano Sant’Albino, con un impianto artigianale da 10 hl per cotta. La produzione iniziale, nel 2005, di 100 hl o poco più, a fine 2010 si stabilizzerà tra 700 e 800 hl.
Ho provato con lui 3 birre :
La PVK, detta anche Pe’ Vari Kazzi, per spiegare l’origine del suo nome. La birra si doveva infatti chiamare Pevak, dal nome etrusco di segale rifermentata, ed erano pronte già le etichette; esisteva però già un birrificio ad Arezzo con questo nome, e quindi bisognava cambiare nome. In fretta e furia Moreno fece approntare bollini rossi per coprire parte del nome e la soluzione PVK risultò il giusto compromesso fra riutilizzo delle etichette e nome etrusco.La birra utilizza grano tenero, grano duro, orzo ed avena, cereali della Val d’Orcia con un’elevata percentuale di grani non maltati, fino al 35%. E’ una birra bevibile di 4,5° e 12,5 gradi Plato, con aggiunta di buccia d’arancia, pepe e coriandolo a fine bollitura, una simil blanche con 15-20 IBU di amaro. L’olfatto si satura di sensazioni fruttate, di agrumi, miele e vaniglia, seguite da sentori speziati di pepe e coriandolo. Molto gradevole al gusto, bevibile, con un elegante accenno di di lievito, chiodo di garofano, ed una sensazione dolce, maltosa ed aromatica prevalente.
La “5”, una chiara ad alta fermentazione, 5,5° – 6° e 15,5 gradi Plato. Questa birra rappresenta il 50% delle vendite dell’Olmaia. Olfatto quasi da Kolsch, di miele e camomilla, fragrante da lieviti ed erbaceo da luppolo, molto bevibile, abbastanza attenuata, ma comunque con un percepibile dolce iniziale che chiude grazie ad una buona luppolatura di Perle Hallertau e Stirian Golding, aggiunto come luppolo da aroma, per 30 IBU complessivi di amaro.
La BK, la cui ricetta si è consolidata dopo una visita al Porter House nel 2008 a Dublino, insieme all’idea di utilizzare il Fuggles come luppolo. Una birra scura, interpretazione di una stout, con 6°-6,5° e 15 gradi Plato, sensazioni olfattive complesse, date dalla diversa tipologia di malti adoperati, cioccolato, caffè tostato, cappuccino, ma anche da sensazioni di frutta, fichi e prugna su tutte. Bevibile al gusto con una gradevole luppolatura di Fuggles ad equilibrare.
Moreno è anche un blogger di successo. Il suo blog, iniziato per gioco, oggi conta molti visitatori anche per l’effetto sinergico di birra e musica.
Birrificio L’Olmaia. Via delle Robinie, 15 53045 S. Albino – Montepulciano (Siena) Tel. +39 358.6659788
Foto: Emanuela Marottoli