Chiude il Caffè Arti e Mestieri della famiglia D’Amato a Reggio Emilia
Anche il Caffè Arti e Mestieri di Reggio Emilia, regno della famiglia D’Amato – Gianni, la moglie Fulvia Salvarani, il figlio Federico – chiude causa Covid-19. In realtà, “”E’ una decisione che abbiamo preso da tempo, e non è stato solo il Covid a farci decidere di andare via,” ha detto Fulvia a Stampa Reggiana. “Questa chiusura è la conseguenza di tante situazioni e di un momento sicuramente molto difficile per tutti, e anche se fossimo stati in un altro luogo non sarebbe stato diverso.”
Gianni aveva già aperto il Rigolettino a fine dicembre 2012, sette mesi dopo che il terremoto aveva reso inagibile il suo Rigoletto, 2 stelle Michelin a Reggiolo. Il 7 febbraio 2013 ha preso in gestione il Caffè Arti e Mestieri a Reggio Emilia, ristorante che ha portato avanti con moglie e figlio fino alla fine del 2020.
“Nel 2020 abbiamo perso il 45 per cento del fatturato. Le spese sono state tante e non è possibile rischiare anche per il 2021. I miei genitori hanno deciso di cessare l’attività a fine anno.” Sono le parole del figlio Federico, riportate da ReggioSera.
Dove leggiamo anche la dichiarazione ufficiale della chiusura.
“Non parleremo degli otto anni di Caffè Arti e Mestieri,
non parleremo della pandemia,
non parleremo delle difficoltà,
non parleremo del ritrovarsi a fare il delivery,
non parleremo dello Stato,
non parleremo nemmeno di terremoto e di Rigoletto,
non parleremo della chiusura,
non parleremo delle nostre emozioni,
non parleremo della resilienza,
non parleremo del nostro amore per la cucina.
Ma vi ringraziamo, tutti, per il sostegno che ci avete dato.
La nostra cucina non muore, rinascerà sicuramente in altri luoghi.
Ciao Reggio Emilia, Ciao Caffè Arti e Mestieri”
La famiglia D’Amato
Gianni D’Amato nasce ad Aulla da una famiglia di ristoratori, e ad Aulla conosce Fulvia, che diventerà sua moglie, e ad Aulla apre il suo primo ristorante nel 1987. Che si chiama Il Rigoletto. L’anno dopo si trasferisce nella nuova sede a Villa Manfredini a Reggiolo. Qui inizia un percorso sul territorio e nella sperimentazione che lo porterà alla prima stella Michelin nel 2002 e alla seconda nel 2004. Stelle perse appunto a causa del terremoto.
Nel 2012 inizia un tour, il Rigoletto Itinerante, ospite di altri chef e ristoratori e dell’associazione Relais&Chateaux, portando in giro la sua cucina e raccogliendo fondi per il nuovo ristorante.
Una famiglia fra sala e cucina: Fulvia Salvarani e il figlio Federico accompagnano Gianni da sempre. Di Fulvia, presenza importante in sala ma che sa il fatto suo anche in cucina, dirò solo che presiede l’Associazione Cappelletto Reggiano. Che è una specie di laurea in alta cucina, un attestato di merito.
Recentemente su Facebook ha parlato della spongata, tipico dolce emiliano, una delle mie passioni: la amo. Anzi, le amo tutt’e due.
Federico è passato da Milano con Gusto Parmigiano, un locale di eccellenze emiliane in via Moscova, ma continuando il suo lavoro a fianco del padre. L’unica volta che ho assaggiato piatti della stirpe D’Amato. No, anzi, mi correggo: avevo presentato una delle cene di raccolta fondi pro-Rigoletto al Mirror Restaurant dell’Hotel The Hub. E avevo assaggiato anche la cucina di Gianni. Che ricordo ancora oggi (il maialino…), e che ho sempre auspicato di assaggiare di nuovo.
Mi sa che potrò farlo comunque, anche se non a Reggio Emilia. E probabilmente fuori dall’Emilia Romagna, aggiunge Fulvia. Un post di Giorgio Melandri, che è un saluto struggente al Caffè Arti e Mestieri, ventila l’ipotesi di una prossima apertura sull’Appennino.
[Link: Stampa Reggiana, ReggioSera]
[Immagini: pagine Facebook, sito del ristorante]