Chiusure a Milano: tutti i locali che non hanno resistito al Covid
Parlare di chiusure a Milano, di questi tempi, è come compilare un elenco di caduti sul fronte della guerra al Covid-19. La pandemia ha calato definitivamente le saracinesche su una serie di attività, alcune storiche, altre invece aperte negli ultimi due-tre anni.
Da una parte si vedono locali assolutamente chiusi, per i quali non c’è più speranza, con cartelli di vendesi, affittasi, lavori in corso. Dall’altra, ci sono chiusure per lavori che si risolveranno in una riapertura. È il caso del Park Hyatt, il cui ristorante Vun è comunque orfano dello chef Andrea Aprea.
Ci sono poi le chiusure ancora “in sospeso”, ovvero che potrebbero diventare riaperture più avanti, magari in autunno. Ad esempio, il Tumbun de San Marc a Brera e la pasticceria Taveggia in Porta Vittoria, locali storici della vecchia Milano. Non si hanno notizie, si vedono le saracinesche abbassate, da mesi, si aspetta.
Mentre dietro la Rinascente la pizzeria Di Gennaro, desolatamente chiusa fino a qualche settimana fa, ha finalmente riaperto. Locale a forte vocazione turistica, inizia ad affollarsi di turisti stranieri e affamati già dalle 17. Come molti altri locali della zona, specie le pizzerie, da Sorbillo Gourmand a Pino.
1. Chiude Open Colonna in Cordusio
La stagione della riapertura dei locali vede la chiusura di Open Colonna, il ristorante romanesco aperto da Antonello Colonna dietro piazza Cordusio due anni fa.
Possiamo pensare che la chiusura sia il risultato dei ripetuti lockdown, a cui forse potremmo aggiungere una posizione poco fortunata. Siamo in via Bassano Porrone, viuzza stretta e di nessun passaggio o quasi, a parte le auto per lo più incolonnate. Ma siamo anche dietro The Medelan, il complesso in ristrutturazione che ospiterà Horto, il nuovo ristorante milanese di Norbert Niederkofler.
Chiusura inaspettata, comunque. All’inizio di giugno Colonna festeggiava sui social, con il sindaco di Milano Beppe Sala, il ritorno alla “normalità” nel suo ristorante.
Invece un suo post un po’ criptico del 26 agosto, sotto un’immagine notturna del Duomo, diceva: “NOVE | NOVE | NOVE | MILANO Sarà Bellissimo.”
Il che potrebbe far pensare all’apertura di un nuovo ristorante. Ce lo auguriamo. Anche se dobbiamo segnalare anche la scomparsa del progetto all’Opificio a Como.
Ad ogni modo, al posto di Open Colonna ora c’è Desco (“God made food, the devil the cooks. Desco is where you eat it.”). Apertura il 6 settembre.
2. Chiuse definitivamente le pizzerie Briscola
In realtà, lasciamo acceso un barlume di speranza, ma da inizio pandemia le pizzerie di Briscola Pizza Society non hanno riaperto. Una rapida indagine su Internet: vero, non ci sono più. Non solo hanno chiuso le pizzerie, ma anche la società capogruppo, Foodation, è scomparsa dalla rete. Con gli altri suoi format, Macinata e Mariù.
Un vero peccato.
3. Chiuso anche Amor degli Alajmo in Corso Como 10
Le abbastanza complicate vicende della “pizzeria a vapore” Amor aperta dagli Alajmo in Corso Como 10 sono giunte alla fine.
In questi ultimi giorni, le due vetrine aperte sulle pizze cotte al vapore ospitano al momento le creazioni di una delle boutique del complesso di Carla Sozzani.
4. Chiusure a Milano: Ottimo Massimo in via Spadari
Ottimo Massimo ha chiuso il simpatico locale di via Spadari angolo Hugo: dopo qualche tentennamento, sono scomparse le insegne, e le vetrine sono state oscurate. Peccato, era piacevole e con una buona offerta gastronomica, curata da Andrea Alfieri.
Potrebbe essere destinato a diventare la sede di uno shop dell’Acetaia Giusti di Modena, che mi dicono abbia intenzione di aprire proprio in Spadari. C’è scelta: risultano ancora sfitti anche l’ex-Ladurèe e l’ex-Balada Sushi.
5. Lavori in corso da Sushi B: cambierà insegna?
Chiuso già da mesi, pressoché abbandonato, il Sushi B in piena Brera è ora nascosto dietro grandi pannelli bianchi, che nascondono terrazza e giardino pensile.
Si prospetta un cambio d’insegna: non ci sono i tradizionali cartelle tipo ci stiamo rinnovando per voi.
6. Chiusure a Milano: la Cucina Radiofonica di Da Terenzi
Chiusura (qualche amico si augura temporanea) per Da Terenzi Cucina Radiofonica, ristorantino in viale Piave aperto anch’esso un paio d’anni fa.
L’ideatore, Fausto Terenzi, famoso DJ molto attivo negli anni Ottanta, l’ha annunciata su Facebook alla fine di maggio.
7. Eccellenze Campane: via l’insegna, dentro i muratori
Inaugurato in pompa magna, con la benedizione dell’arcivescovo di Napoli, chiude anche Eccellenze Campane in via Cusani. Tolte le insegne, oscurate le numerose vetrine, si vedono solo le tracce dei calcinacci. Lavori in corso.
8. Chiusure a Milano: la gelateria Toldo
Una delle chiusure più inaspettate: la gelateria Toldo, in via Ponte Vetero, è diventata una boutique. Controtendenza, verrebbe da dire, visti i numerosi negozi di abbigliamento che chiudono, spesso soppiantati da ristoranti e simili.
Un vero peccato, era uno dei gelati “storici”, e buoni, i Milano.
9. That’s Vapore chiude la prima sede in Porta Vittoria
Se la sede originaria di That’s vapore, all’inizio di corso di Porta Vittoria, ha chiuso, restano comunque aperte Citylife, Buonarroti, Assago, e Gae Aulenti.
Ormai tutte le vetrine dell’isolato sono brandizzate Arabesque, boutique di moda, design e altro. C’è anche un ristorante, esattamente di fronte a Taveggia.
10. Chiusura anche per Cör in via Galilei
Cör Italian Restaurant, aperto nella primavera del 2019 al posto di Le Vrai all’inizio di via Galileo Galilei, non sembra sopravvissuto al coronavirus. Locale dall’aria un po’ pretenziosa, visto dall’esterno, con imprecisioni (la vasca delle aragoste), poteva contare su una location veramente bella.
In attesa di riapertura: giù la cler, nessun segno di lavori in corso
Questi locali potrebbero riaprire, o potrebbero rimanere chiusi per sempre. Ci auguriamo che rialzino le saracinesche, da amanti del buon mangiare. Incrociamo le dita.
• Spazio Duomo di Niko Romito, al Mercato del Duomo. Chiuso da mesi, tutto fermo e immobile: ci si aspetta che riprenda vita da un momento all’altro. Ieri sera, Spazio Duomo era come sempre deserto, ma c’erano luci accese in cucina e nell’area ricevimento. Speriamo.
• Pasticceria Taveggia. Lo abbiamo già detto. Saracinesche abbassate, ma non tutte: da una vetrina occhieggia un tristissimo albero di Natale, sembra del 2019.
Un locale storico, ottima qualità, un budino di riso fra i migliori in città.
• Marì. La pizzeria di Ciccio Filippelli (ora ritornato a Rende, in Calabria) non dà segni di vita: sono mesi che è ferma, con qualche tavolo in disordine, impolverato. La partenza di Ciccio sembra sia stata letale.
• El Tumbun de San Marc, in via San Marco. Locale storico, situato nei pressi di una chiusa del Naviglio che era diventata il posto preferito per chi voleva suicidarsi a Milano – un “tumbun”, appunto.
• La Locanda di Brera. A vedere da fuori, attraverso le vetrine impolverate, lo stato di abbandono è palese. Ma ci sono comunque ancora bicchieri sugli scaffali: potrebbe essere segno di un possibile futuro auspicabile ritorno.
• Macellaio RC. Anche qui, polvere sui vetri, menu coperto alla bell’e meglio, e uno stato di abbandono, all’interno, evidente. Nessun segnale di prossime riaperture.