Cilento. Osteria, vino e ospitalità o dei tre amori della famiglia Notaroberto
Buon sangue non mente si dice in Cilento. E il sangue che scorre nella famiglia Notaroberto non solo non mente, ma narra un’epopea quasi mitologica.
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Questo viaggio comincia prima dei luoghi in cui è ambientato: non è la geografia a delinearne e strutturarne i contorni, ma le persone e le loro storie, che cambiano, emozionano e trasportano. È la concessione che l’uomo fa a se stesso quando trova accoglienza e condivisione, ed è questo che ci rende terra. Terra da esplorare, osservare, ma non necessariamente comprendere.
Quattro fratelli maschi. Il primo, Giuseppe, partito per Milano vi rimane in una redazione. Mario, il secondo sarà il nostro eroe acheo protagonista di questa saga. Aniello, il terzo, è impegnato in un frantoio a Futani a produrre un olio extravergine d’oliva di leggendaria qualità. E ultimo, non per importanza, Augusto, oste della sua taverna.
La narrazione di Mario ha inizio nella sua Itaca cilentana, prima che il dio Poseidone del lavoro lo porti a toccare e vivere terre lontane per anni. Senza tutti quei viaggi, non regnerebbe oggi sul suo volto la fierezza di un lavoro ben svolto e la soddisfazione di una missione più che compiuta. La sua carriera inizia prima a Napoli, poi in Lussemburgo come rappresentante di materiale edilizio. Poi, tra un’insidia e l’altra, genio ed astuzia lo portano ad aprire negli anni Novanta con quattro amici la Trattoria dei Quattro, oggi ancora più che attiva.
1. Il cibo
Superati Scilla e Cariddi, nel 1992 inaugura il suo ristorante Notaro, sempre in Lussemburgo, con una cucina italiana preparata da oltre 23 anni con la stessa armonia dallo chef toscano di Piombino, Sandro Mazzola. Quello che ha reso l’emigrazione al nord di Mario quasi mitologica, è stato il suo perfetto equilibrio nel riuscire a mantenere ben salde le ancore alle sue radici. Se, infatti, molti sono emigrati con l’idea di tornare giù in terra natìa e investire lì, altri invece hanno eletto il luogo d’emigrazione a patria di vita. Lui, al contrario, non ha mai scelto. La sua anima talmente grande è riuscita ad accogliere entrambe queste terre, con costanza e profondità, curiosità ed intelligenza. La sua Itaca e la sua Nausicaa. Ancora oggi fa ritorno quasi tutte le settimane in Cilento dal Lussemburgo, e non può farne a meno perché questa gioco di sguardi e prospettive è la sua linfa vitale, che l’ha reso l’Ulisse che è.
A furia di camminare terre apparentemente lontane e separate da 1666 chilometri, ma di fatto rese prossime dall’animo che le attraversa, il Notaro ha aperto anche a Ceraso, nel cuore di un pezzo di terra cilentana indomabile. Se ne occupa Augusto, il fratello più piccolo, con la passione di un sommelier instancabile, che attraverso gli aromi del vino, ha appreso poi anche quelli più nascosti del cibo.
All’Osteria del Notaro, una sfilata di piatti tipici cilentani si sussegue come un antico banchetto su queste tavole imbandite, come pagine di un poema epico di sapori. Dalle patate blu alla parmigiana di bietola, fino al salame di Gioi e alla minestra strinta denotano un lungo e reale impegno volto alla selezione dei prodotti, così come l’attenzione a celiaci e vegani è specchio di un anima sensibile verso tutti i personaggi incontrati.
2. Il vino
E poi, una cantina di vini così, in un ristorante cilentano voi non l’avete mai vista. Perchè ancora una volta è la potente sinergia che si genera tra fratelli che, dopo aver bevuto solo i vini del padre, un giorno comprano insieme la loro prima bottiglia di vino. Era un barbaresco Rapitalà bianco. Effettivamente questa bottiglia fu come l’incontro con Circe, che come una maga seducente, trasforma i fratelli in erranti per cantine, finché quando la taranta ti morde non puoi più fare a meno di ballare.
Nel 2008 questo Ulisse dei tempi moderni propone ai suoi figli Telemaci, nati, cresciuti e pasciuti in Lussemburgo, di aprire una cantina di famiglia: un nuovo progetto, una nuova sfida, una nuova alba marina su Palinuro. Ed ecco l’acquisto di alcuni terreni a Foria di Centola, impianto di fiano prima e aglianico dopo e voilà Albamarina. Nel nome non si nasconde anche la sua tanto amata moglie Marina, che da vera Penelope l’ha sempre atteso durante i suoi viaggi.
3. L’ospitalità
E tra una tela e l’altra, avevano già costruito il Malida House, una meravigliosa e indimenticabile casa con piscina, dolcemente circondata da terre, ulivi e asini, di cui si occupa il contadino Franco. Non esiste luogo migliore su questo pezzo di costa cilentana dove passare una vacanza. É questa una Palinuro ancora brulla, non sfiorata dal massiccio urbanesimo che l’ha resa in troppi scorci un anonimo susseguirsi di villette, anche se nei periodi ancora non troppo affollati, si ha davvero la sensazione che da un momento all’altro Omero inizi a raccontare anche di noi, tra la Spiaggia delle Osse e il Buondormire, sotto l’Arco Naturale.
È un territorio complice quello che oggi aiuta Mario nella creazione di uno tra i migliori vini del Cilento, se non il primo in assoluto. Dal Valmezzana DOC Cilento così chiamato per la zona, al Primula IGP Paestum 100% Fiano, fino all’Agriddi un aglianico in purezza, il cui nome deriva dai semi dell’uva in dialetto.
E non tarda ad arrivare il riconoscimento nelle Guide Vino del Gambero Rosso con due bicchieri per il bianco e uno per il rosso, poi i quattro grappoli di Bibenda e i voti di Luca Amarone. In questa Odissea, gli altri due eroi sono i virtuosi Alfredo e Mariachiara, una giovane coppia con gli occhi grandi e ben aperti sul mondo che aiuta Mario nell’amministrazione del vino e nell’accoglienza al Malida House.
Sarà stato forse il vino, ma quando guardo questo brigante cilentano riesco a vedere solo amore: amore per quelle terre che gli hanno partorito vino, amore per i suoi fratelli che non l’hanno mai ostacolato e amore per la sua Penelope che lo ha sempre aspettato.
E voi, quando vi sarete messi in rotta verso la terra del sole, fate attenzione solo al canto delle Sirene, perché una volta approdati, dietro a questa ospitalità, non ci saranno divieti da infrangere.
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Osteria del Notaro. Via Isca, 17. Ceraso (Salerno). Tel. +39 0974.61294, 360.755755
Malida House. Località La Chiusa. Palinuro-Centola (Salerno). Tel. +39 339.8084006
Società Agricola Albamarina R.L. Via Piedi alle Vigne, 4. Castinatelli di Futani (Salerno)