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28 Maggio 2023 Aggiornato il 6 Giugno 2023 alle ore 18:06

Claudio Amendola ce l’ha con i giovani: Frezza senza personale

Polemiche dopo le parole di Claudio Amendola che non trova personale per Frezza, il suo ristorante di Roma, e accusa i giovani
Claudio Amendola ce l’ha con i giovani: Frezza senza personale

Pochi mesi dopo avere aperto Frezza, a novembre 2022, Claudio Amendola se la prende con i giovani. “Pensano che si possa guadagnare senza lavorare”. 

Di Frezza, il ristorante aperto da Claudio Amendola, noto attore e regista capitolino, nel centro storico di Roma, vi abbiamo rivelato tutto: ambiente, menu e prezzi

Il locale, che si trova vicino a piazza Augusto Imperatore in via della Frezza 64/66 (strada da cui ha preso il nome), si sta facendo conoscere per la “cucina de coccio”. Una cucina tradizionale romana basata su piatti tipici del quinto quarto, genere trippa o coda alla vaccinara, serviti nelle terrecotte.

Forse l’ex protagonista dei Cesaroni si aspettava che il mestiere di ristoratore fosse più semplice. Invece, sono bastati pochi mesi di attività per far sbottare Claudio Amendola contro i giovani perché fatica a trovare personale per la sala di Frezza, in un’intervista data al Gambero Rosso

Claudio Amendola non trova giovani per Frezza: “la fatica spaventa”

Frezza amatriciana

Dichiarazioni, quelle di Claudio Amendola, destinate a far discutere. Inserite come sono in un dibattito che dall’inizio della pandemia contrappone il personale a numerosi chef e personaggi famosi impegnati nel settore della ristorazione. Con reciproci scambi di accuse. 

Un dibattito acceso che, non trovando personale per Frezza, Claudio Amendola ravviva facendo intendere, in soldoni, che i giovani di oggi non hanno voglia di lavorare.

“Il lavoro è fatica… oggi i giovani non vogliono proprio fare i lavori che facevamo noi”, sostiene l’attore romano. I giovani che si sono candidati per lavorare da Frezza, continua Claudio Amendola, “non vogliono più fare questo mestiere”. 

Secondo il neo ristoratore ai ragazzi manca umiltà: “Oggi ambiscono a lavori moderni, quelli da tastiera, o pensano che si possa guadagnare senza lavorare”.

Giudizi sferzanti che sentiamo ripetere da mesi da una categoria che, in parte, non sembra aver capito come la crisi globale dovuta alla pandemia abbia cambiato le regole del gioco. 

La mancanza di addetti nei ristoranti 

Frezza interno

Aveva iniziato Alessandro Borghese, ad aprile 2022, con un urlo stonato lanciato in un’intervista al sito del Corriere. “Lavorare per imparare non significa per forza essere pagati”, si era lasciato sfuggire il cuoco protagonista di 4 Ristoranti, titolare di un ristorante a Milano e di un altro a Venezia. 

Gli aveva fatto eco pochi giorni dopo Filippo La Mantia, celebre chef palermitano, lamentandosi dei giovani sfaticati che si rifiutavano di lavorare nel suo ristorante al Mercato Centrale di Milano. Che avrebbe chiuso pochi mesi dopo.

Quindi si è alzato un coro di voci per denunciare la mancanza di addetti, con ricadute impressionanti sul mondo della ristorazione a continuo rischio paralisi, da allora e ancora oggi che la stagione estiva sta per iniziare. 

Un momento in cui la domanda scatenata si scontra con la disillusione. Se Claudio Amendola fatica a trovare personale per la sala di Frezza, è anche perché i giovani oggi si scontrano con un modello di ristorazione lontanissimo da quello “patinato”, spesso raccontato dai media. 

Gli atteggiamenti della generazione Z, ritenuti poco umili, dipendono spesso da condizioni di lavoro impossibili. A iniziare dai contratti irregolari che si sentono proporre, per non parlare dei turni massacranti e quasi mai concordati. 

Amendola dice di vedere “una concezione del lavoro diversa da un tempo perché la fatica fa paura”. 

Le condizioni di lavoro

Frezza Claudio amendola giovani

Ma l’attore, fresco titolare del nuovo ristorante, ha un’idea dei salari miseri (e non sempre) erogati da certi suoi colleghi? Degli straordinari non retribuiti, dei riposi non previsti e figuriamoci le ferie? 

Nel caso, visto che sembra aver preso seriamente la nuova attività, lo invitiamo a leggere quanto capitato a una nostra giornalista, che ha lavorato come cameriera per 7 giorni in un locale milanese.

“I turni qui da Frezza sono quelli dovuti, e onestamente non mi sembrano impossibili”, ribatte Claudio Amendola, solo che “se un giovane sta in un ristorante che funziona, trova duro il lavoro in certe ore, perché costa sudore e fatica”. 

In realtà, il problema della carenza di personale nella ristorazione è cronico, c’era addirittura prima della pandemia, perché si tratta di un lavoro fisicamente pesante e che richiede il sacrificio di lavorare nel week end e nei giorni di festa. 

Scaricare tutto sulle spalle dei giovani perché non hanno più voglia di fare lavori che costano fatica e sacrifici sembra essere semplicistico e sbagliato. 

Auguriamo all’attore romano di continuare a riempire le due sale interne del suo ristorante e, ora che il caldo è arrivato, anche il dehors esterno. 

Ma benché Frezza non sia il suo primo ristorante (il precedente, Osteria del Parco, si trova a Valmontone), forse Claudio Amendola dovrebbe capire meglio i problemi della ristorazione. prima di accodarsi al ritornello secondo cui i giovani, oggi, non hanno più voglia di lavorare.

Argomenti:
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