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5 Maggio 2020 Aggiornato il 10 Giugno 2020 alle ore 06:31

Contro il plexiglas al ristorante c’è Soffio, maschera individuale

Una maschera per evitare lo spargimento di goccioline contagiate ma che permette di mangiare e di bere. Un'idea che costa 1 € ma vale tanto
Contro il plexiglas al ristorante c’è Soffio, maschera individuale

Stupenda. Distrutta dal profluvio di divisori in plexiglas ai ristoranti e in pizzerie che spaziano dal modello iper tradizionale del Parlatorio al modello gastrofigo del caffè milanese di Foro Buonaparte, ho accolto con viva soddisfazione il progetto di design associato della maschera anti contagio che si chiama Soffio.

Un soffio di speranza che la creatività italiana non sarà ammazzata né dal Coronavirus né da lockdown. Nè tantomeno dagli stramaledetti plexiglas.

La foto con la famigliola intenta a brindare, pubblicata dal Gambero Rosso, vi dice tutto.

Invece di installare costosi divisori di plexiglas sui e tra i tavoli, potete indossare la visiera che vi mette al riparo dell’infame droplet che porta il contagio del Covid-19.

In pratica si tratta di una maschera realizzata in plastica leggera da indossare al ristorante e in pizzeria che fa da scudo a 180°.

Lo starnuto improvvido non passerà la barriera e voi sarete liberi di stare al tavolo con amici e familiari.

Soffio non solo è una maschera leggera e divertente con il suo contorno gonfiabile e personalizzabile, ma costa anche pochissimo: 1 €, giusto un po’ di più di una mascherina chirurgica e per giunta è anche lavabile e quindi riutilizzabile più volte.

I designer che l’hanno messa a punto pensano che si potrebbe anche realizzare in plastica riciclata e così daremmo anche una mano all’ambiente e alla nuova anima green che sembra abbia finalmente pervaso tutti.

Il PVC viene saldato elettronicamente e all’interno della maschera c’è una valvola di soffiaggio che fa da schermo.

Sarebbe anche un gadget utilissimo all’ingresso del ristorante e potrebbe essere personalizzato con un logo (sai i selfie?!).

Non resta che attendere i test di laboratorio che possano certificare l’effettiva capacità di evitare lo spargimento delle goccioline contagiate.

E a quel punto non ci sarà più storia per i divisori in plexiglas.

Ditemi, sogno o son desta?

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