Coronavirus: in crisi i ristoranti di Robert De Niro
Periodo complicato per Robert De Niro.
Nonostante i guadagni maturati nell’ultimo anno (96 milioni di dollari), l’attore ha reso pubblico che le sue attività commerciali, in particolare ristoranti e hotel, sono in ginocchio a causa della pandemia di Coronavirus.
Per questo il divo di Hollywood ha tagliato il tetto di spesa della carta di credito in dotazione alla ex moglie. Che, per tutta risposta, lo ha trascinato in tribunale.
La pandemia ha sensibilmente ridotto i ricavi generati dalla lussuosa catena Nobu, specializzata nel sushi, ma in senso più ampio alla reinterpretazione in chiave internazionale e fusion della cucina giapponese. I locali della catena sono chiusi o parzialmente chiusi da mesi. Così come il Greenwich Hotel di New York, altra proprietà del gruppo che ha in Robert De Niro il primo investitore.
Nobu, gruppo nato nel 1994 dalle mani del famoso chef giapponese Nobuyuki Matsuhisa e come detto, dalla spinta imprenditoriale di Robert De Niro con alcuni soci, si è aperto da qualche anno al mondo degli hotel.
Mentre sono una cinquantina le insegne dei ristoranti Nobu che spuntano nelle principali città del mondo, da New York, da Tokyo a San Paolo, da Dubai a Mosca.
Il gruppo ha perso tre milioni di dollari in aprile e 1,87 milioni a maggio, costringendo De Niro, in temporanea crisi di liquidità, a prendere in prestito 500 mila dollari per pagare un gruppo di investitori.
E pensare che, ironia della sorte, in Nobu, autobiografia di Nobuyuki Matsuhisa pubblicata nel 2005, il fondatore del ristorante ha raccontato: “Quando penso a com’è stato creato questo ambiente, mi rendo conto che tutto è avvenuto perché mi sono concentrato soltanto sui clienti e mai sui soldi”.