Coronavirus. Ma perché non facciamo la spesa per più di 3 giorni?
Il dato sulla spesa al tempo del Coronavirus è sconfortante per molti aspetti.
L’indagine svolta da Coldiretti/Ixè rivela che nonostante i continui e pressanti appelli a restare in casa – che potrebbero portare all’inasprimento delle misure di isolamento sociale – 1 italiano su 3 non resiste più di 72 ore e deve correre a fare la spesa in negozi e supermercati.
Un comportamento irrazionale che oltre a moltiplicare le occasioni di contagio ci potrebbe far sprecare alimenti.
Se da un lato si allungano le file davanti a supermercati e negozi per cercare di rispettare la distanza interpersonale di un metro, dall’altro le dispense di casa si stanno gonfiando con beni anche deperibili.
Gli alimenti più acquistati al tempo del Coronavirus
Nel 38% delle case degli italiani sono state ammassate scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovali più disponibili sugli scaffali.
Sono stati accumulati soprattutto nell’ordine:
- Pasta, riso e cereali (26%).
- Poi latte, formaggi, frutta e verdura (17%).
- Quindi prodotti in scatola (15%)
- Carne e pesce (14%)
- Salumi e insaccati (7%)
- Vino e birra (5%).
Un comportamento irrazionale che sta provocando file con lunghe attese legate alla necessità di scaglionare gli ingressi nei luoghi di vendita, di mantenere la distanza di sicurezza fra un consumatore e l’altro e di evitare pericolosi assembramenti.
Ma gli accaparramenti mettono anche sotto pressione il lavoro di oltre tre milioni di italiani che continuano ad operare nella filiera alimentare, dalle campagne all’industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione.
L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Italia grazie al lavoro di 740mila aziende agricole e stalle, 70mila imprese di lavorazione alimentare e un 230mila punti di vendita tra negozi, supermercati e discount, sottolinea Coldiretti.
Eppure basterebbero pochi accorgimenti per diradare le uscite per fare la spesa e rispettare con maggiore rigore le raccomandazioni di evitare le occasioni di contagio.