Costiera Amalfitana. Monastero Santa Rosa, il paradiso va a tavola
Che bella la vista del mare. Quello della Costiera Amalfitana ha scorci indimenticabili dall’alto delle terrazze naturali. Come quella di Conca dei Marini. Il Golfo di Salerno, Amalfi, Li Galli, Capri.
Ma anche dal mare è forte la suggestione delle pareti a strapiombo punteggiate dalle case che hanno costruito l’immagine del presepe naturale (lo “scoglio” del presepe napoletano lo ritrovate tra queste rocce).
Ed ha conquistato anche un’americana, Bianca Sharma, agli inizi di questo millennio. La sagoma imponente dell’antico Monastero di Santa Rosa, arroccato come un bastione tra cielo e mare, ha avuto l’effetto di un colpo di fulmine durante la navigazione in questo braccio di mare.
E l’ha acquistato seppure la struttura fosse in disuso ormai da anni. Un convento di clausura dove, alla fine del ‘600, le monache dedite al culto di Santa Rosa de Lima si erano convertite ai piaceri gastronomici inventandosi la sfogliatella che passavano all’esterno sulla ruota di legno senza sapere che sarebbe diventata una bandiera della pasticceria napoletana.
La storia gastronomica, insomma, già c’era all’alba della fondazione. La “Signora Bianca”, come molti qui a Conca dei Marini la chiamano, ha impiegato 11 anni di lavori per un restauro minuzioso e fascinoso con l’intento di catturare l’attenzione di una clientela internazionale e di rango. Che qui arriva in elicottero da Napoli dopo aver “parcheggiato” il proprio aereo a Pontecagnano.
I clienti trovano un’accoglienza cinque stelle lusso. E una tavola da cui si sfiora il cielo e il blu si confonde con uno dei mari più sognati del mondo. Ma c’è spazio anche per i comuni mortali e per chi vuole approfittare solo della tavola dell’albergo.
Dove regna uno chef di origini tedesche: Christoph Bob.
Christoph Bob ha le idee molto chiare sul km 0 e sulla valorizzazione dei prodotti e del territorio. Gran parte delle verdure arrivano dall’orto che è di fronte al monastero. Pomodori, insalata, peperoni, melanzane, rucola tagliata a rotazione. L’approvvigionamento è costante e un giardiniere cura l’appezzamento fronte mare.
Oltre alle aiuole di erbe aromatiche che punteggiano le balze al di sopra della piscina a sfioro sul mare.
Si cena (e si pranza) a favore di panorama dall’alto della terrazza che abbraccia questo lembo di Costiera Amalfitana. Uno spettacolo il digradare delle luci al tramonto e il contemporaneo salire di intensità dell’illuminazione artificiale ben studiata. Come tutto l’intervento di ristrutturazione del Monastero.
A intrattenere sulle note dei colori che cambiano, il pane della casa con l’olio di ravece e il vino di Marisa Cuomo. Campania al 100% nel biglietto di presentazione agli ospiti stranieri che apprezzano quanto noi, ci rassicura lo chef.
La cura del dettaglio non è un modo di dire per riempire la pagina di una brochure turistica. Al Monastero di Santa Rosa si percepisce lo studio effettuato per lanciare un messaggio univoco di italianità alto standing. Il benvenuto dello chef, una palamita con patata fresca e invitante, è servita in piatti di Murano che simulano l’effetto madreperla.
La ricerca del prezioso inizia subito e chi siede a questa tavola deve percepire che c’è il meglio di quanto un Paese possa offrire in termini di ospitalità. Un obiettivo che Flavio Colantuoni, manager del Santa Rosa, ha sempre ben presente (anche nei minimi dettagli).
La Tartare di ricciola accompagnata da ananas in cubetti e una salsa di yogurt di bufala è acuta. La rucola è quella dell’orto e non si può non apprezzare lo sforzo di coltivazione in una materia prima così bistrattata.
L’Astice cotto al vapore e poi affumicato con legno di ciliegio è accompagnato da mandorle, mela verde, sedano e foglie di spinaci che ancora una volta testimoniano attenzione alla materia prima.
Mi piacciono i Ravioli ripieni di frutti di mare, in questo caso tartufi, con salsa di ricci di mare e crema di ricotta. La giusta sapidità dei ricci si abbina molto bene alla crema di ricotta che diventa il nastro trasportatore della punta salina dei tartufi.
Arriva il Riso Acquerello. Una sfida alla pasta in terra del Sud è sempre un’incognita. Ma l’ottimo Chistoph Bob manteca questo riso stravecchio con la burrata di Andria e lo abbina al crudo di gamberi e alla polvere di olive nere. Ci avvertono di mescolare il tutto e il risultato tra tostatura e grassezza ne fa il piatto della serata. Un eccellente punto di riferimento per un risotto.
Chiedo di dare un’occhiata in cucina per vedere come è stato risolto il connubio architettura e tecnologia. Pavimento rialzato per i servizi, cappa incastonata negli archi e brigata che riesce a muoversi con ordine.
Ripenso ad alcuni particolari che hanno punteggiato il percorso di costruzione della macchina Monastero Santa Rosa. E mi viene naturale l’associazione con la musica che si diffonde nelle diverse aree mai eguale al giorno prima. La selezione la curano a Seattle per invogliare al relax e per evitare che alla stessa ora nello stesso luogo un cliente possa ascoltare in giorni diversi la stessa sequenza. Non ti annoi mai.
E non ci si annoia nemmeno con il pesce che fa parte del menu dei secondi. Un bel trancio di San Pietro grigliato su letto di farro, peperoncini di fiume, olive nere e distillato di lattuga. Freschezza sempre al comando.
Ci avviciniamo al termine della nostra cena. Il predessert ha la consistenza di un vero e proprio dessert. Crumble di nocciole, mandorle, mousse di cioccolato bianco con canditi di arancia e sorbetto al Campari. Ci si potrebbe fermare qui.
Invece andiamo al dessert con due generose portate. Una Mousse di cioccolato con albicocca e gelato al latte di bufala e una Pesca terrina aromatizzata al prosecco con gelato di yogurt. Buonissimi.
Il vostro giudizio sulla tavola sarà influenzato dal panorama? Probabilmente sì, ma la cucina di Christoph Bob è mediterranea, fresca, solare e con un afflato internazionale che ti aspetti da un posto come questo. E vi conquisterà.
Altrimenti perché una proprietà americana avrebbe dovuto scegliere uno chef tedesco per rilanciare un messaggio di eccellenza italiana se i piatti non fossero in grado di conquistare anche i commensali italiani?
Monastero Santa Rosa. Via Roma, 2. Conca dei Marini (Salerno). Tel. +39 089 832 1199