Dialoghi d’estate/1 Il verde di San Cassiano
Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. (Lucio Dalla)
Verde e pace… sì tutto intorno è verde e pace, non mi abituerò mai alla montagna d’estate, tanto verde inutile e tranquillità. Io voglio il bianco: il bianco e il chiasso dei campi da sci! Sì, lo sci, la mia altra grande passione dopo il cibo e il vino, ma quest’ultima è diventata un quasi lavoro, lo scivolare lungo pendii innevati è rimasto invece gioia e divertimento.
Caro Vincenzo, partenza alle cinque del mattino e a pranzo eravamo già arrivati a San Cassiano: io, Alessandra, i miei due figli (Luce e Martino), Lucy la nostra preziosa tata e Lilli una Labrador di due anni: tutti stipati prima in macchina, poi nella nostra piccola casa di montagna, 50 mq gestiti al millimetro come solo gli altoatesini e i giapponesi sanno fare!
Alle 13 eravamo già seduti a pranzo al Grill dell’hotel Rosa Alpina, il fratello minore del mitico Saint Hubertus del cavaliere Norbert Niederkofler (di cui ti scriverò nei prossimi giorni). Sì perché quando ho dovuto scegliere il luogo delle mie vacanze invernali, ho messo insieme le mie due passioni e la scelta non è potuta cadere che su questo angolo di paradiso: le più belle piste da sci d’Italia e alcuni dei più straordinari ristoranti. Una cuccagna, ma una cuccagna che ha un prezzo: me tocca venì anche d’estate! Dice che ai bambini fa bene (ma io nun ce credo 😉 ) e a mia moglie piace… Per fortuna c’ho da lavorare; finito il massacro delle degustazione, 80 campioni al giorno per qualche settimana (non si uccidevano così anche i cavalli da corsa?), ora è il momento di scrivere, di fissare nero su bianco le proprie impressioni. Sempre meglio che andare zompettando per i boschi, col rischio di incontrare folletti e troll!
Quindi eccomi seduto sul terrazzino, davanti al fiume, Lilli sonnecchia ai miei piedi, il computer è acceso, il caffè caldo: sono pronto ad una dura mattina di lavoro (Flaiano diceva “sempre meglio che lavorà”). Certo il pensiero corre a te al mare, nel Cilento, non posso reprimere un paio di maledizioni, quest’aria fresca e secca mi sta anche facendo venire il raffreddore…
Prima di iniziare alzo il telefono e prenoto a pranzo: l’hotel Armentarola: la più strepitosa terrazza affacciata sulle Dolomiti, cucina intensa, golosa e porzioni generose: quello che ci vuole per il primo giorno, per ambientarsi e digerire l’inutile verde.
Perché sai Vincenzo, la montagna estiva è il regno del mangiare: tutto quello che si fa, camminare, saltare, arrampicarsi è finalizzato al raggiungimento di un luogo mitologico dove ci offriranno qualcosa di unico. Andiamo a quella baita, fanno un Kaisersmarren incredibile, quel rifugio fa le più buone uova con lo speck e patate, quel ristorantino in quella valle dimenticata ha dei finferli da sballo, in quella malga hanno un formaggio da urlo! Queste le frasi che si ascoltano più spesso dai vacanzieri. La massa, poi ci stanno quei pochi fulminati dal trekking, ma se li seguirai li vedrai accomodarsi anche loro con le zampe sotto il tavolo infine.
Questa idea mi rianima… E invece che scrivere il pensiero corre a progettare l’aspetto mangereccio e bevereccio di queste due settimane altoatesine che mi aspettano: allora bisogna visitare il St Hub, ieri ho incontrato Norbert e glielo ho promesso, la Siriola pare che Melis se ne vada e voglio ancora assaggiare la sua cucina minimal-alpina-mediterranea, Anna Stuben a Ortisei per vedere l’effetto che fa. Poi bisogna andare a fare scorta di distillati di frutta per l’inverno da Stocker a Merano e magari un saltino da Prezhof in val di Vizze per il più incredibile Speck dell’Alto Adige. Se rimane tempo magari anche la cucina d’autore a Km 0 della Stüa de Michil dell’hotel La Perla di Corvara, in più una serie di osterie e birrerie per lo stinco, i funghi e qualsiasi bendiddio ci sia in questa terra fortunata…
Beh, forse ho dato un senso a questo inutile verde e te ne scriverò nel dettaglio, ora posso mettermi a lavorare…
Ciao A