Don Geppi. Doppio passo vincente per Mario Affinita e Lucio D’Orsi
Attenti a quei due: Mario Affinita e Lucio D’Orsi mi hanno convinto a ritornare alla tavola del Don Geppi adducendo due ottimi motivi: la carne al ristorante del Majestic di Sant’Agnello non è solo guancia di vitello.
E, soprattutto, perché fuori carta (benedetti chef della costiera sorrentina, deve essere una mania) ci sono le linguine con le zucchine, alla Nerano. Che per me sono l’equivalente estivo della carbonara: una fissa.
Et Voilà, ritorno con piacere alla tavola del gatto e della volpe chiedendo di affondare senza troppi preliminari il colpo delle zucchine.
Sì, va bene. Ma come fai a saltare un’ouverture affidata alla brioche con la genovese.
Bisogna soltanto cercare di evitare di cadere nella tentazione della zattera dei pani con i tre burri. O di scivolare sull’olio…
Arriva la pasta, ma non è la Nerano. È Come una Carbonara. Sembra che l’eco della mio piatto monomaniacale abbia varcato i confini del Raccordo Anulare.
“Prova a dirci com’è fatta”, ingiunge Lucio D’Orsi. La carbonara sembra proprio una carbonara. Guardate il guanciale (di Paolo Parisi), il pecorino che ammanta gli spaghetti (Benedetto Cavalieri). È una trappola tesa al sottoscritto. Manca solo l’uovo.
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Che in effetti non c’è. Perché basta portare gli spaghetti alla bocca e l’onda dei pomodorini gialli vi colpirà con tutta la sua energica freschezza.
Applausi per “l’inganno” di Affinita. E anche per Lucio D’Orsi che mi strappa al consueto fianeggiare e sceglie un Pinot bianco (della Cantina Bolzano) i cui profumi si allungano discreti sulle linguine (Gerardo di Nola) con le zucchine. Ma della bontà di queste già siete edotti per la ricetta andata in onda su queste pagine poco prima di ferragosto.
Due paste al fulmicotone, ma d’altronde i tortelli e la candele della volta precedente avevano già acclarato il manico pastaiolo dello chef.
C’è da discutere sui secondi di carne.
Arriva il Maialino laccato e contornato da sfoglie di avocado con l’accompagnamento di un rosti di patate. Mi piace.
E mi piace molto di più l’interpretazione del Coniglio all’ischitana che mette insieme tecnica, sapori e l’impatto estetico dei migliori piatti del Don Geppi. Promosso a pieni voti.
E non solo perché il Valpolicella Classico Superiore Camporenzo di Monte Dall’Ora abbinato da D’Orsi ci sta benissimo con queste carni.
Doveva essere un uno-due rapido. Ma come fai a dire di no alla caprese? Per la verità è un Ricordo della caprese, fresca di gelato e goduriosa di cioccolati.
Chiudo con le foglie che reggono la piccola pasticceria e faccio un po’ di conti dopo le due tornate.
La media sul giro è di grande livello. Il tempo staccato è costante e qualche incertezza è subito ripagata da accelerazioni brucianti. In gara Affinita farà valere il suo talento coadiuvato da un box ben supervisionato da D’Orsi.
Un team pronto a gareggiare per le posizioni di testa.
E voglio dirvi, a ulteriore conferma delle aspettative, che anche in qualifica la squadra è pronta. Basta fare un giro intorno alla piscina per accorgersene.
Aperitivo con frittura pre-immersione in acqua.
E set up della mattina con l’immancabile tavolozza di pane e burro (se prenotate una camera chiedetelo come extra di benvenuto) e treccia di fior di latte di Sorrento.
Credetemi: e tutta un’altra storia (ma ve la racconteremo).
Don Geppi. Corso Marion Crawford, 28. Sant’Agnello (Napoli). Tel. +39 081.8072050