10 frasi di e su Ferran Adrià che torna a cucinare per un concorso
Tre anni e mezzo fa si chiudevano le porte di El Bulli di Ferran Adrià, il locale più straordinario che la storia della ristorazione ricordi. Era il 30 luglio del 2011 e dopo 20 anni di attività terminava la storia di uno dei templi del viaggio multisensoriale e luogo della cucina molecolare dove il pasto si dissolve in esperienza estetica. Ammesso di agguantare un posto a tavola.
Un lutto che la comunità dei foodies non ha mai elaborato del tutto (e per ricordarlo, potete leggere del libro che racconta l’alfabeto del Bulli o gli interventi di Nico Pisanelli e Arcangelo Dandini che fecero l’ultima cena dallo chef spagnolo ad aprile di quell’anno)
Ora Ferran Adrià si è rimesso la toque. Lo aveva promesso ai tempi della chiusura del Bulli: “Ci saranno più esperienze partecipative”. E così è stato.
E’ successo anche in occasione di ‘Comer conocimento’ (Mangiare conoscenza), pasto-conferenza ospitato dalla Fundacion Telefonica, a Madrid, nel quale lo chef ha intrattenuto per più di due ore i commensali-spettatori per un viaggio della mente e dei sensi alla riscoperta del mito. “Parlo al talento cognitivo dei partecipanti”, ha precisato el cocinero di Montjoi.
Un architetto, un giornalista, un insegnante, un blogger, un esperto in branding, una specialista di videogame, un comunicatore digitale e due studenti adolescenti sono risaliti con Adrià, e con alcuni dei grandi protagonisti della sala del Bulli (Lluis Garcia, Lluis Biosca e David Lopez) alla sorgente del processo creativo, mangiando, ascoltando e discutendo, in un percorso che sarà accessibile a tutti, a metà febbraio, sulle frequenze di Paramount Channel.
800 le domande di partecipazione inviate agli organizzatori, 8 i piatti serviti e 8 i vincitori selezionati al concorso. Che si saranno pur trovati al cospetto del mito, ma un mito con tanta voglia di comunicare, condividere, raccontare.
“Da 3 anni e mezzo non cuciniamo”, ha detto. Ma poi l’amarcord si stempera nelle chiacchiere e la conversazione scivola come l’olio, tra ricordi, citazioni e puntualizzazioni. “Non c’è cucina speciale, c’è gente speciale”.
Della conversazione che ne è scaturita offriamo qualche passaggio, così come da omaggio del Pais.
A seguire alcuni dei piatti serviti: classici “in carne e ossa” insieme a qualche portata “concettuale”, per dare il la al brainstorming. Mentre i sapori, gli odori, le forme e il discorso che ne scaturiva rinfrescavano le idee sullo chef che è stato ai vertici della 50 Best.
10 frasi che riassumono Ferran Adrià
- “Guardare e assaggiare la successione di piatti che compongono il menu del Bulli è un’esperienza estetica come la contemplazione di un quadro” (Richard Hamilton, cliente abituale del Bulli).
- “Schiuma di fumo” (insulto pervenuto nel 1997 al Bulli via lettera da un cliente e fatto leggere ad apertura dell’evento).
- “Se ti avvicini con i pregiudizi, ti senti truffato” (un partecipante all’evento).
- “Provare esperienze nuove fa paura (un partecipante all’evento)
- “Quando fai avanguardia devi essere molto radicale” (Adrià)
- “Cucinavamo perché piacesse molto anche se sapevamo che poteva non piacere” (Adrià)
- “Faresti 2000 chilometri per mangiare questo?” (Adrià)
- “Quando fai cucina creativa devi emozionare dal primo momento” (Adrià)
- “Ma questo è un ristorante o una fabbrica di profumi?” (un partecipante all’evento).
- “Il ricettore (commensale ndr) cucina tanto quanto lo chef. Quello che avete cucinato sono le vostre riflessioni e sensazioni” (Adrià).
E ora i 5 piatti di Ferran Adrià
- Pane e burro.
- Martini dry polverizzato.
- Tartufo nero in bicchiere da vino prendere con le pinze.
- Semi e spezie serviti su una tavoletta che compongono il disegno delle lancette di un orologio.
- Dessert di obulato, servito a mo’ di cubo con le facce che raffigurano i piatti della sequenza giapponese nel menu del Bulli.
Vorreste provare anche voi a partecipare al concorso per sedervi alla tavola di Ferran Adrià?
[Link: El Pais. Immagine: Alvaro Garcia, Vincenzo Pagano]