Fishbar de Milan, ovvero come mangiare buon pesce alla moda a Milano
Fishbar de Milan è aperto da circa sei mesi e serve soltanto pesce.
Fishbar è un locale da pochi coperti.
L’allestimento di Fishbar è un perfetto esempio di quello stile definito da Valerio Massimo Visintin con felice neologismo clochardé, con mattoni vivi e minuscoli tavolinetti di legno, tipici dei locali piccini: ad esempio, un altro locale di pesce, l’Osteria da Zio Nino, fa accomodare la clientela su tavolini di legno simili, forse appena un poco più larghi. Molto legno, specchi in forma di grandi oblò.
Il cuoco di Fishbar si chiama Eugenio Jacques Christiaan Boer, ha una barba da hipster (non troppo lunga per il vero: se fossimo in vena di boutade la potremmo definire da mormone, o da rabbino, o comunque da adepto di religioni che ne prevedono di simili) ed è considerato una stella nascente del firmamento culinario dai tempi del suo esordio milanese all’(ex)-Enocratia – lasciato il quale è transitato con i suoi menù all’Elita.
Da Fishbar c’è un astuto menu transnazionale con qualche voce di sicura popolarità. Eugenio (lo chiamo così perché si chiama così, e perché abbiamo una frequentazione abbastanza lunga, dai tempi proprio di Enocratia) ha pensato a un menù tutto sommato abbastanza semplice, non troppo “sperimentale” ma con spunti di ricercatezza.
In particolare nell’affiancare a preparazioni diciamo tradizionali (come i fritti, di pesciolini o anelli di calamari o mondeghili di mare, tutti a 5 €, o Tutti i Fritti, 12 €, o Fish&Chips de Milan, 14 €) piatti di impronta “etnica”, come la Thai Soup (gamberi noodles germogli di soia verdure alla griglia latte di cocco lime e curry rosso, 12 €), o la Caesar Salmon Salad (misticanza di insalata orientale e songino con salmone marinato salsa Caesar allo yogurt semi di papavero grana padano arancia, 14 €).
Ovviamente, si punta molto sul pescato del giorno, crudo, in tartare, in ceviche, alla plancha; ci sono anche insalate, tortillas, hamburger (di merluzzo fritto o di salmone, 14 €), spiedini alla plancha (18 €: capasanta e bacon, gambero, salmone, oppure calamari, polpo e pesce spada), e altro ancora.
Ci abbiamo mangiato a più riprese, assaggiando, o mangiando:
- Acciughe di Sicilia, pane tostato e burro francese, 8 €: non sarà qui che si vede la capacità culinaria di uno chef (magari la maestria nella presentazione o nell’affettazione vuoi del pane vuoi del menù?), ma erano buonissime!
- New England Lobster Roll, 20 €: astice, lattuga, lime, mayonese, erba cipollina, pepe nero di Sichuan. Non avevo termini di paragone, ma mi è sembrato decisamente molto buono.
- Gazpacho de Milan, 10 €: zuppa fredda di pomodoro, con mazzancolle, verdure crude, erbe aromatiche, crostoni di pane, delicata, fresca, buona.
- Tacos de Pulpo, 14 €: polpo e bacon alla plancha, sedano, lattuga, pomodoro, guacamole, crema dolcepiccante al peperone e salsa tartara, non male.
- Tiramisù al the macha con gelato al basilico, 5 €: forse un po’ modaiolo (il the macha?), piacevole, ottimo il gelato al basilico (di Gelato Giusto, ovviamente).
- Tiramisù alla banana: beh, questo non è più in menù, ma diciamo che non lo rimpiangerò troppo.
- Crema catalana ai lamponi: buona, gradevole, classica.
Positiva anche l’esperienza di Christian (che cito qui, anche perché non mi ha fatto assaggiare i suoi piatti): “Il fish burger accompagnato da patate fritte, cotte al punto giusto, è un bel panino dorato, e il pesce è piacevolmente saporito e delicato. All’interno una mayo fatta in casa molto buona. Ottima idea anche quella di fare la versione fish dei mondeghili, buono il risultato. Il Caciucco tradizionale, ma con qualcosa in più, pur essendo ben fatto non mi ha entusiasmato particolarmente.”
Il risultato è attraente, e a noi non è sembrato certo “respingente”come si è detto. Nessuna portata ci è arrivata fredda; il fish and chips (con patatine molto migliori di quelle da fast food) è buono, così come il fishburger (anche se non posso non plaudire all’assunzione operata da Valerio Massimo Visintin della “fuffa” a categoria di giudizio), e i mondeghili di pesce e le salsette di accompagnamento. Purtroppo non abbiamo assaggiato i crudi.
Da Fishbar, se sei fortunato, puoi incontrare la foodblogger alla moda (e qualche volta anche quella più cheap, e se sei proprio fortunato anche “il” foodblogger), e, stranamente, non ne hai conseguenze negative; il critico gastronomico che ha visitato tutti gli stellati d’Italia e non ne ha capito nemmeno uno viene qui per rinnovare la propria visione critica; e la velina in crisi di astinenza televisiva (perché non ne ho mai incontrate?) si riappacifica qui con il mondo reale.
Poi tocca a voi dire mi piace – non mi piace. Siete d’accordo?
Fish Bar de Milan. Via Montebello 7, Milano. Tel. +39 02.62087748
[Ha collaborato Con Christian Sarti]