Focaccia di Recco a Ravenna: la diamo calda. Bufera sul cartello sessista
Voi la vorreste calda la Focaccia di Recco? Probabilmente sì e possibilmente buona, molto buona. Ma c’è chi ha giocato su questa richiesta e lo ha fatto in malo modo, tanto da finire diritto diritto in una polemica sessista. Non è un’interpretazione ma i fatti nudi e crudi dicono che c’era proprio la volontà di “giocare” sulla questione calda.
Ci hanno pensato gli espositori dello stand gastronomico alla mostra mercato Bell’Italia a Piazza del Popolo a Ravenna. Messe su le tende per sfornare Focaccia di Recco, hanno pensato di solleticare l’interesse degli avventori con un cartello “La diamo calda”. E poi in caratteri microscopici tra due smile “Hei…ma cosa avevi capito?”.
E così, accanto al cartello Recco con il prezzo a 3,50 € all’etto, la focaccia è diventata oggetto di pruderie con quella affermazione calda.
Che ha fatto imbestialire più di un avventore.
Come Cecilia Predoni che non ci ha pensato due volte su e ha scattato qualche foto e le ha pubblicate su Facebook aggiungendo la breve storia triste della Focaccia Calda di Recco a Ravenna.
La denuncia social della Focaccia di Recco calda
Responsabile dello stand mi vede fare la foto e mi dice: “La vuoi dare calda anche tu?”. Risposta: “no voglio segnalarvi perché questi cartelli – e le magliette che indossate ndr – sono offensivi per tutte le persone che passano di qui e vederle in piazza del popolo mi fa una gran tristezza”. Da lì in poi vi risparmio gli improperi delle due signore, se così vogliamo chiamarle. Già perché a fare e promuovere tutto ciò, dicendomi che dovevo farmi una risata sono state due donne. Ravenna si merita di più in queste giornate dove centinaia di viaggiatori e locali passeggiano per le vie del centro. Ma soprattutto noi tuttə non ci meritiamo che queste persone occupino lo spazio pubblico senza che nessuno controlli “come lo stanno occupando”.
Le reazioni
Dal post su Facebook è partita l’ondata di indignazione che da Ravenna è arrivata fino a Recco. Sì, perché come se non bastasse questa nota calda e stonata, c’è anche da considerare che la Focaccia di Recco è una denominazione protetta.
Il Consorzio della Focaccia di Recco, che non era nemmeno presente alla manifestazione di Ravenna, ha specificato che trattasi di un prodotto Igp la cui vendita al di fuori della zona di origine è vietata se non c’è il rispetto del disciplinare. E quindi procederà a segnalare il caso alle autorità competenti per il reato di frode in commercio.
L’aspetto gastronomico della faccenda, però, è ovviamente stato surclassato dallo stupore per il linguaggio sessista adottato. La Casa delle donne di Ravenna ha preso posizione in maniera netta con un post su Facebook pubblicato a distanza di qualche ora.
Lo diciamo da sempre che il #patriarcato è trasversale a uomini e donne. Grazie a Cecilia Pedroni , che ha portato alla nostra attenzione questa faccenda, che non si può liquidare come una “goliardata” sulla quale farsi una risata: questo è linguaggio #sessista e #misogino, che offende le donne. Giocare sui doppi sensi a sfondo sessuale è un’abitudine becera, che speravamo relegata al passato e che invece vediamo riemergere in tutta la sua bassezza nella centralissima #piazzadelpopolo di #Ravenna, durante una manifestazione come #BellItalia, che dovrebbe qualificare la città e attirare turisti. Bel biglietto da visita davvero! Cosa ne pensano gli #assessori e le #assessore Giacomo Costantini, Federica Moschini , Annagiulia Randi – Ravenna e il #sindaco Michele de Pascale?
La giunta comunale si spacca sulla Focaccia di Recco calda
Ed è proprio l’assessore al Turismo Giacomo Costantini che, taggato, dice del cartello inaccettabile: “è completamente fuori luogo qualsiasi ammiccamento sessista a scopo commerciale”.
Mentre il vicesindaco Eugenio Fusignani prova a gettare acqua sul fuoco. E sempre su Facebook si fa ritrarre nell’atto di acquistare la Focaccia di Recco e chiosa: “Non si può confondere il cattivo gusto col sessismo antifemminista. Soprattutto non si può mortificare chi lavora con fatica, gettando la croce addosso alla proprietaria (donna!) e alla sua attività. L’ho comprata e l’ho mangiata, calda e fredda. Buonissima!”.
Più che acqua, sembra benzina sul fuoco della polemica che incalza nei commenti tra chi vorrebbe un altro slogan e chi chiede di non andare oltre la soglia del ridicolo. Un’occasione persa per far conoscere la Focaccia di Recco sull’Adriatico senza cadere in una polemica calda che è stata raffreddata con la rimozione del cartello incriminato. E a noi non resta che darvi la ricetta.