La Francia vince la guerra del foie gras: nessun divieto in Europa
Il foie gras continuerà ad essere servito nei ristoranti del Parlamento Europeo. Uno dei baluardi dell’identità francese in Europa (il secondo è la costosa sede di Strasburgo, ironizza il sito Politico) resiste, per ora.
Assediato in tutto il mondo, tra divieto di produzione, importazione e boicottaggi commerciali, la Francia vince oggi questa piccola battaglia di retroguardia: il fegato d’oca non scompare dai menu delle mense dei parlamentari, che tra un dibattito e l’altro, potranno ancora opzionarlo nelle pause dal duro lavoro (speriamo per pasti più frugali di questi).
Quello del fegato d’oca ‘perseguitato’ è una vecchia storia. Bandito in India, Australia, vietata la produzione in quasi tutta l’Europa, terreno di contesa per guerre commerciali (la fiera Anuga a Colonia lo ha rumorosamente escluso l’anno scorso tra i prodotti in vendita), il fegato d’oca è assente anche dagli scaffali di diverse catene britanniche, compreso Amazon Regno Unito (in Italia la Coop lo ha messo al bando nel 2012).
Il tema è stato appena discusso dal Collegio dei Questori del Parlamento Europeo che ha deciso di continuare a servire foie gras nelle mense di Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo. “Rappresenta solo lo 0,2% del consumo totale di carne”, ha spiegato il questore francese Elisabet Morin-Charlier, e viene servito ” solo in occasioni speciali”. Il Collegio si è appellato “alla diversità culturale” e al “rispetto delle pratiche culturali” ammettendo però che “c’è stata una grande battaglia sul tema” e che “se si attacca il consumo di foie gras nel Parlamento Europeo, vuol dire che è solo la punta dell’iceberg”.
Ora la decisione finale spetta a Martin Schultz, presidente del Parlamento Europeo.
Tutto è iniziato a marzo quando Keith Taylor, parlamentare britannica in quota Verdi, ha inviato a Schultz una lettera firmata da 36 colleghi di diversi partiti (Verdi, Socialists & Democrats, Partito Popolare Europeo) nella quale si denunciavano ‘le immense sofferenze delle anatre e delle oche” e si constatava l’impossibilità “di produrre foie gras umanamente” (Animal Equity non aveva dubbi).
Già l’anno scorso Taylor aveva chiesto a Schultz di bandire il fegato d’oca dai menu di Natale ma la richiesta aveva provocato una levata di scudi dei parlamentari francesi che avevano fatto notare come quella del foie gras sia un’industria fiorente che dà lavoro a 50 mila persone nell’UE.
Anche in questo caso la reazione francese non è stata tenera. “Difenderò il foie gras a tutti i costi”, aveva detto il questore francese che affianca i due polacchi, il Bulgaro e il questore del Regno Unito. “Non saremo così stupidi da offendere il nostro patrimonio più prezioso”.
E così è stato. Il foie gras è assolto, l’identità francese pure.
Decidete voi se archiviare alla voce ‘privilegi di casta’ o ‘benessere animale’.
E diteci se siete dalla parte delle oche, dei parlamentari o della Francia. E se il 26 novembre, giornata mondiale contro il foie gras, non vi lascia indifferenti.
[Link: politico.eu. Immagine: quotidiano.net