Food porn. L’estetica del cibo nelle foto di Salvo d’Avila
La sensualità di un ortaggio, i colori di un frutto, lo sguardo di un pesce. L’estetica del cibo è il tema della mostra fotografica ospitata all’Istituto italiano di Cultura di Stoccarda.
Gli scatti di Salvo d’Avila resteranno in mostra sino all’8 settembre.
L’esposizione “Can food be art?” è curata da Lia De Venere e fa parte di una serie di eventi sul cibo organizzati in concomitanza di Expo 2015 e incentrati sul tema dell’alimentazione e del nutrimento.
Dietro lo pseudonimo Salvo D’Avila si nasconde un fotografo salentino di nascita e romano d’adozione.
I ventidue scatti selezionati per questa mostra fanno parte della collezione “Natura morta” e hanno come soggetto frutti, ortaggi e pesci.
Gli scatti sono giocati su netti contrasti tra luci ed ombre, con i soggetti appoggiati in coppe e canestri, posti su superfici riflettenti o su tovaglie ornate da delicati motivi.
Il risultato è pittorico, di forte impatto e a volte di sottile sensualità come dimostra la fotografia di due peperoni rossi, che sembrano due corpi avvinghiati in un abbraccio plastico e erotico.
Se gli si chiede cosa lo abbia ispirato nelle sue foto, D’Avila risponde: “C’è chi si limita a guardare un frutto o un oggetto e c’è chi lo contempla. La forza della natura morta è nel mistero che si cela dietro l’immagine. Un mistero che il fotografo non può svelare”.
Il cibo diventa creazione artistica. Qualcosa da gustare e apprezzare con gli occhi, prima ancora che con il palato.