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13 Gennaio 2014 Aggiornato il 2 Luglio 2014 alle ore 21:41

Evitare nuovi forkgate: come si mangia al ristorante dalla pizza al sushi

Pochi argomenti riescono a scaldare gli animi degli italiani come il cibo. Ma, a quanto pare, anche degli americani. Tanto che la scelta di Bill de
Evitare nuovi forkgate: come si mangia al ristorante dalla pizza al sushi

pizza portafoglio pepe

Pochi argomenti riescono a scaldare gli animi degli italiani come il cibo. Ma, a quanto pare, anche degli americani. Tanto che la scelta di Bill de Blasio, neosindaco di New York, di mangiare la pizza con coltello e forchetta, ha scatenato un #forkgate, uno scandalo via twitter sul corretto modo di approcciare una pizza. Al primo cittadino non è bastato rievocare le origini italiane nè appellarsi al troppo condimento.

Usa: elezioni Ny, pizza made in Naples dedicata a De Blasioil sindaco de Blasio e la pizza

La disputa è tuttora in corso e comprende disquisizioni sociali (lavoro ‘di mano’ proletario vs. utilizzo delle posate in giacca e cravatta), culinarie (i puristi non ci stanno, il vero intenditore deve essere affinato su cosa mangia, a prescindere da come lo faccia), e antropologiche (ancestralità del pollice prensile vs. possibilità di gustare il cibo anche in maniera meno primitiva). Ma la pizza non è certo l’unico piatto su cui il popolo dei foodies si divide, nonostante la querelle sulla specialità napoletana sia letteralmente incendiaria e uno dei suoi esponenti abbia gioito per la vittoria di de Blasio.

1. La pizza

pizza a portafoglio

Che la pizza si potesse mangiare con le mani, l’aveva già detto la Debrett’s, la bibbia del galateo britannico, che ha così aperto nuovi scenari di informalità. La sensazione è che la popolazione si divida tra chi la taglia a spicchi con le debite posate e poi porta le fette alla bocca con le mani e chi prosegue con forchetta e coltello finchè non la finisce, senza preoccuparsi troppo del fatto che nel frattempo la pizza possa perdere di calore e sapore. Certo, una pizza ‘a portafoglio’ facilita di molto le cose e permette di non ritrovarsi alla fine come un bambino di due anni davanti al cono gelato. Voi non sbagliate: la pizza si mangia con le mani piegando la fetta come fa la figlia del pizzaiolo Franco Pepe nella foto in apertura.

2. La mozzarella di bufala

Chiara-Maci-mozzarella

Infilzarla e mangiarla a morsi o tagliarla delicatamente con il coltello? Anche su questo, le opinioni di molti si dividono, anche se poi – diciamocelo – il risultato è il medesimo: un fiume di latte che ti scorre sulla camicia, specie se ci troviamo davanti una mozzarella freschissima. E se c’è chi si indigna davanti a una mozzarella ‘violentata’ dalle posate, c’è anche chi inarca le sopracciglia alla vista del siero sulle dita. Punti di vista e di bontà, ma la mozzarella si assapora con le mani.

3. Gli spaghetti e la pasta lunga

Pasta col cucchiaio

No, non sono solo i bambini al di sotto dei 10 anni ad aiutarsi con il cucchiaio davanti a un piatto di pasta lunga. Chi non ha visto almeno una volta nella vita uomini e donne di tutte le età arrotolare gli spaghetti con la forchetta sul cucchiaio? Eppure, il Galateo a tal proposito è abbastanza chiaro: “Gli spaghetti e la pasta lunga si mangiano esclusivamente con la forchetta. Non si tagliano con il coltello, né si usa il cucchiaio per agevolarsi”. Al limite, se proprio non si riesce a mangiare un bel piatto di linguine altrimenti, le si può tagliare discretamente (e con la forchetta, mai con il coltello) in segmenti più corti. Per far prima, c’è addirittura chi li spezza prima di metterli a cuocere. Qualcuno direbbe, sempre meglio che arrotolarli sul cucchiaio.

4. I tortellini in brodo

Festa-Bottura-3-stelle-35-tortellini

Avevo un’amica americana che approcciava i tortellini in brodo in due momenti ben distinti: fase uno (con la forchetta terminava tutta la pasta) e fase due (con il cucchiaio sorbiva il brodo). Nonostante la pagina facebook dedicata – “Mangiare i cappelletti in brodo con la forchetta” – abbia soltanto 31 fan, sospettiamo che la quantità dei sostenitori di tale pratica sia molto più elevata. Peggio per loro, non sapranno mai della paradisiaca sensazione sprigionata dal compenso che si scioglie nel brodo grazie al cucchiaio.

5. Il sushi

sushi bacchette

Spesso si pensa che mangiare il sushi con le mani sia sinonimo di maleducazione. Ma non lo è. Se utilizzare le bacchette per scegliere il proprio nigiri da un piatto comune potrebbe essere letto come un gesto di cortesia nei confronti degli altri commensali, intingere il pesce nella soia con un altro ausilio che non siano le mani non è ritenuto un gesto più educato. Sono certa che dopo averlo scoperto, andrete più volentieri a mangiare al giapponese, dove finalmente potrete far emergere il vostro vero io senza paura di essere giudicati. Una sola indicazione: non ordinate del sashimi, perchè in quel caso il desiderio del vero crudista viene meno: le bacchette sono necessarie.

6. Il pollo

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“La regina Margherita, mangiava il pollo con le dita”. Così recita un detto, e chi siamo noi per andare contro alla saggezza popolare? Fermo restando che il petto di pollo lo si può tranquillamente approcciare con forchetta e coltello, quanti di noi si sono auto maledetti per aver ordinato a una cena formale una coscia di pollo? Unta, irregolare nella forma, sormontata dalla pelle, inframmezzata da ossa, la coscia è uno dei cibi più difficili da mangiare con le posate. Anche in questo caso, monsignor Della Casa vieta l’utilizzo delle mani. A nostra discolpa, possiamo ricordare che hanno anche intitolato persino un film “Il pollo si mangia con le mani”. Coincidenze? Casualità? Non credo proprio.

7. Le ostriche

ostriche-muirgen-01

Posto che sappiate come aprirla, l’ostrica va tenuta per la conchiglia e rovesciata nelle fauci come mamma l’ha fatta. Le ostriche non si mangiano, ma si ingoiano con tutto il loro liquido e, al caso, insieme al condimento fatto di pepe e limone. I più inesperti potranno aiutarsi con l’apposita forchettina, niente di male: l’imperativo categorico rimane soltanto quella di sorbirla tutta, come se davanti non aveste un mollusco, ma l’oceano intero.

8. L’hamburger

divoratore di hamburger

Non è ancora scoppiato un #burgergate, ma visto che l’hamburger è il nuovo prezzemolo, e si è ormai perso il conto delle hamburgerie in città, i tempi potrebbero essere maturi. Anche se di proporzioni mastodontiche, anche se intriso di ketchup, maionese e salse di ogni sorta, bisogna mettersi in testa che il panino più amato del momento va mangiato con le mani. In molti sostengono che cambi proprio il gusto, se spezzettato con forchetta e coltello: per il momento, non posso avvalorare la tesi, perchè sono della partita per cui l’hamburger va avvinghiato con entrambe le mani, anche se ci troviamo nel diner più fighetto di dowtown.

9. La frutta

Banana

Le regole del Galateo arrivano fino alla frutta. Pere, pesche e mele si tagliano in quattro sul piatto con coltello e forchetta, dopo averle sbucciate con il coltello. L’unica eccezione è rappresentata dall’arancia: una volta levata la buccia, gli spicchi vanno separati con le mani e possono essere così portati alla bocca. Dall’uso restrittivo delle posate non si salva nemmeno il ‘frutto d’asporto’ per eccellenza: la banana. Che, anch’essa sbucciata con il coltello, va poi tagliata a fettine e mangiata con la forchetta. Non so voi, ma a me questa esperienza manca del tutto.

10. Il cono gelato

cioccolato-gelateria-Otaleg-Roma

Avete paura che una goccia di cioccolato vada a intaccare i vostri pantaloni nuovi? Siete turbati dal fatto che potreste impiastricciarvi gote e mento e che nessuno abbia il buon gusto di farvelo notare? Forse non siete abbastanza temerari o, più semplicemente, il cono gelato non fa per voi. Il prezzo da pagare è non poter godere della cialda finale. Ma, per carità, non comportatevi come quelli che, pur di non scegliere la coppetta, si muniscono comunque della paletta e con questa iniziano a mangiare il gelato.

Sono i primi 10 piatti che mi hanno causato più dubbi nel mio percorso a tavola. Voi avete altri dubbi e consigli da suggerire?

[Immagini: New York Post, Ansa/Andrea Fusco, cucina.uncome.it]

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