Gerusalemme. Dove mangiare con vista sulla Città Vecchia
Notre Dame è molto famosa a Gerusalemme. È la base di partenza per molti turisti e pellegrini in visita alla Città Santa.
La sua posizione è strategica e dall’alto della sua terrazza lo sguardo incontra i luoghi della fede, anzi, delle fedi: ebraica, cristiana, islamica.
Il panorama è quello che le immagini televisive propongono in tutte le occasioni in cui si parla della città: le torri di Notre Dame sono una postazione ineguagliabile per le riprese.
A capo di questa enclave la cui prima pietra fu posata nel 1885 dai Padri Assunzionisti che ricevettero migliaia di donazioni di pellegrini francesi – di qui il nome suggellato anche dalla copia della statua parigina della Madonna – il Papa Giovanni Paolo II ha messo nel 2004 i Legionari di Cristo. E direttore ne è Padre Juan Maria Solana.
Un personaggio fantastico che in 10 minuti ha conquistato tutti noi con una vigorosa stretta di mano e un fare diretto.
Abbiamo appena pranzato al Wine e Cheese Restaurant di recentissima apertura che è su all’ultimo piano del centro con una grande terrazza a disposizione e la vista spettacolare di cui sopra.
“Mi sono dato una zappa sui piedi”, spiega in italiano e in realtà allude alla chiusura del ristorante di impronta italiana al piano terra per spostare tutto in terrazza.
Un manager del turismo che va oltre l’accoglienza dei pellegrini cui ovviamente deve guardare perché Notre Dame è stata affidata ai Legionari dal Papa Santo al fine di assicurare la stabilità e la continuità. Che in una area spesso incandescente (il centro è stato distrutto e ricostruito più volte e ha dovuto fare i conti con molta sofferenza) non è proprio cosa scontata.
Ma Padre Solana sa destreggiarsi bene nella materia. È stato uno dei giovani seminaristi “Messicani” che con paglietta e maglietta bianca ogni giorno sciamavano da Monticchio fino alla Baia di Jeranto. “Sono mezzo Sorrentino”, esclama ed è lui che ha acquistato l’ex Flamenco a Termini di Massa Lubrense per farne la sede dei seminaristi durante le vacanze. Un luogo spettacolare quanto a panorama con Capri di fronte. Per darvi un’idea della posizione, basta che guardiate cosa si vede dal ristorante stella Michelin Relais Blu. I seminaristi sono qualche curva più in là.
La cultura dell’accoglienza al tempo del web 2.0 con lui cammina moderna e spedita.
Poco ci manca che si “esca a parenti” e Padre Solana si raccomanda se fosse possibile dare notizia dell’apertura del ristorante.
Non possiamo scommettere sull’unicità a Gerusalemme di una vista panoramica come questa, ma cenare e pranzare (il venerdì, sabato e domenica) al Wine e Cheese significa stare a 10 minuti dal Santo Sepolcro, a 15 dalla via Dolorosa, a 20 dal Monte degli Olivi e quasi toccare con mano la Cupola della Roccia che brilla tra il bianco delle mura e le forme dei minareti e dei campanili.
Impossibile non darne notizia.
E quel crogiolo di tradizioni e di persone lo si ritrova nei piatti curati dallo chef Joseph Asfour che ha una spiccata vocazione internazionale e la necessità di accontentare gusti di turisti, ospiti dell’albergo del Notre Dame e residenti di diverse etnie, credo e convinzioni gastronomiche.
Un puzzle che ci arriva in tavola nel Jerusalem Mezza platter con i cibi tipici rivisitati da Asfour che ha preparato pasti per un paio di Papi (e conserva il set di posate utilizzato).
Hummus, tabouleh, spicy Labaneh, babaghanoui, falahiye, cheese kubbe, falafel, yalanji accompagnati da pane e pita.
Gusti speziati come da tradizione, ci spiega il sous chef Leonardo Lucano il cui cognome tradisce origini italiane ma in realtà è peruviano anche se parla la nostra lingua perché è stato 13 anni a Roma nelle cucine di diversi ristoranti tra cui il Gallura.
Ci sono le melanzane al forno del babaghanoui che sono una pietra miliare della cucina di queste parti. Ovviamente i ceci crudi con prezzemolo e cipolla dei falafel, l’insalata di pomodori con cipolle verdi e rosse del falahiye, le foglie d’uva con riso bollite e insaporite dal peperoncino dello yalanji, la crema di ceci dell’hummus, il quasi yogurt con chilly, pepe e noccioline del labaneh.
Ma su tutti spiccano le polpette del kubbe fatte di formaggio di pecora e mucca accompagnate dal tabouleh.
D’altronde ci sarà un motivo se il ristorante è dedicato ai formaggi e all’ingresso spicca la postazione dei formaggi con una selezione in carta che spazia dagli italiani ai francesi passando per Svizzera, Olanda, Inghilterra, Spagna, Norvegia e Grecia.
Per un Europeo il palato finisce un po’ fiaccato dal turbinio di spezie che si susseguono, ma il piatto è un biglietto di ingresso agli usi e costumi. E, ad esempio, non perdetevi tra gli appetizer il pollo – speziato – avvolto nel sottile rostolo di pasta. In accompagnamento, abbiamo ben gradito il Jascala, un sauviglion molto profumato.
Si vira molto di più sull’internazionale dei due piatti “mare e monti” che ci propongono.
Seared Tuna è il signature dish dello chef che ha messo insieme tonno, crema di lenticchie, spinaci e funghi. Un po’ troppo per noi.
Come anche la tendenza dolce degli Shrimps Pernod, cioè i gamberi saltati e serviti in una salsa al Pernod.
Ci leggono nel pensiero Asfour e Lucano e scodellano al centro un filetto chateaubriand rivisitato con carne avviata in bassa temperatura e rifinita alla griglia ( a proposito, chi lavora in cucina ha una vista spettacolare perché l’area di lavoro è stata costruita in un cubo trasparente). Carni di fornitori arabi buone e cotte benissimo anche se Lucano ci avverte che il grado medio è stato fatto espressamente per noi poiché qui non è ammesso vedere un filo di rosa all’interno.
Chiudiamo con un gelato alla vaniglia (peccato la base) appoggiato sulla kunafa, una base di farina di semolino, formaggio e sciroppo di acqua e zucchero che detta così sembrerebbe una mappazza ed invece è molto invitante.
Un caffè chiude il pranzo e ci sta la lacrima a lasciare genti simpatiche e un panorama da urlo a contorno dei piatti.
La raccomandazione di Padre Solana c’è tutta. Andate a dormire e a mangiare all’Istituto Pontificio Notre Dame: Gerusalemme sarà un po’ più vostra.
Prezzi camere: da 200 € circa la doppia.
Ristorante: Jerusalem Mezza platter, 25 €. Seared Tuna, 18 €. Shrimps Pernod, 20 €. Piatto di formaggi, 15 €.
Pontificio Istituto Notre Dame di Gerusalemme. Paratroopers Road, 3. Tel 00972 2 6279111. Gerusalemme. Israele.