Soldera querelato ed espulso dal Consorzio del Brunello causa parola truffa
Truffa. E’ su questa parola che si è giocata un’ulteriore schermaglia tra il produttore Gianfranco Soldera e il Consorzio del Brunello di Montalcino. La parola incriminata è in una dichiarazione rilasciata da Soldera, vittima di un sabotaggio della sua cantina, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera del 26 marzo scorso. Il Presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, ribadisce l’incredulità della risposta a quello che per i consorziati era un tendere la mano a chi aveva subito un ingiusto danno: “è incomprensibile che si bolli come truffa un gesto verso cui inizialmente con comunicato stampa Soldera stesso aveva mostrato “il nostro sentito ringraziamento”.
Il Consorzio le ha dato solidarietà dopo il sabotaggio.
«Volevano donarmi vino: avrei dovuto imbottigliarlo come mio, non sapendo da dove venisse. Proposta era irricevibile e offensiva, una truffa al consumatore. Finanziate gli studi a Montalcino, ho chiesto. Ma non se n’è fatto nulla».
Questo il passaggio che ha fatto scattare l’ira e la reazione del Consorzio che aveva proposto una donazione a Case Basse, l’azienda di Soldera, di vino Brunello con la partecipazione di tutti i consorziati. E aveva sottolineato che si sarebbe trattato di vino della solidarietà.
La grave incomprensione tra le due parti, l’ombra di Brunellopoli richiamata nella stessa intervista e l’annuncio del salvataggio di circa 35 mila bottiglie in contrapposizione ai 10 milioni di pezzi cui punta Montalcino ha portato dalle dimissioni di Gianfranco Soldera alla querela e all’espulsione da parte del Consorzio.
Tecnicamente, l’espulsione che fa seguito alle dimissioni serve per evitare che Gianfranco Soldera a norma di regolamento resti socio fino al 2015. Politicamente, segna la definitiva rottura ma soprattutto indica che il Consorzio ha voglia di mettere alle spalle inquietudini e contrapposizioni non molto chiare per consumatori e appassionati.
Lo sottolineano le parole del Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci che ha fornito una “interpretazione autentica” dell’espulsione e della querela.
“Riteniamo la querela un atto dovuto per tutelare l’immagine dei produttori, del Brunello e di tutto il territorio di Montalcino. Ci riteniamo profondamente offesi e danneggiati da queste ed altre affermazioni negative sul Consorzio e sui produttori fatte da Soldera a margine della vicenda che lo ha visto coinvolto. La nostra è un’azione presa dopo che, a gran voce, i produttori hanno chiesto un gesto forte nei confronti di chi offende l’onorabilità e il lavoro di ognuno di loro. Non esiste altra lettura della nostra decisione e questo lo sottolineiamo con forza ed una volta per tutte”.
Quello che ci preme sottolineare”, ha concluso Bindocci, “è che la frase riportata dal Corriere della Sera così come i toni da lui usati e le illazioni prive di fondamento fatte sempre nel corso di quella intervista hanno danneggiato in modo considerevole l’immagine del Brunello e del suo territorio, una delle eccellenze italiane nel mondo”.