Grecia. Estia: piatti tipici di carne in un ristorante memorabile
Preparatevi a sognare la Grecia e in greco. Avete presente quando siete in un paese straniero e i costumi del posto vi entrano talmente sotto pelle che iniziate a sognare in lingua?
Ecco se passate da Plataria, la baia greca tra Igoumenitsa e Syvota, e vi fermate per una tappa culinaria da Estia, è questo che vi accadrà. Ma se siete vegani e vegetariani convinti, o anche solo credenti non troppo praticanti, lasciate stare: gli spiedi a vista non sono per deboli di cuore.
Da Estia, la taverna greca come gli dei dell’Olimpo comandano, di vegano ci sono appena le patatine fritte, di quelle tagliate e preparate al momento, che già varrebbero la sosta (ve lo dico).
Come l’incredibile Lahano Salad, l’insalata di cavolo cappuccio marinato in olio, limone e aglio e qualche ingrediente segreto della cucina di Katerina, probabilmente, perché pare non sia replicabile. Anche se su questo, c’è chi giura che l’ingrediente segreto è solo il cavolo, rigorosamente greco. Ecco perché con gli altri non vale.
E poi i peperoni fritti, qualche insalata, pasta e pizze. Ma vi prego, anche in greco, non fermatevi da Estia per questo se non volete finire nel peggior girone dell’inferno degli anti-golosi.
Perché a parte che Grecia è sinonimo di carne, della migliore specie, poi (anche se non so da Estia, perché io non ho voluto giocarmi il paradiso), la pasta lasciatela fare agli italiani.
A ognuno il suo.
E allora si fa sotto Katerina con i suoi Kokoretsi.
Prima vi dico wow, chiudete gli occhi e mangiate, poi vi dico cosa sono.
Dunque, in teoria, per Wikipedia, sono le interiora, sì gli Gnummareddi, i Turcinelli, i Mugliatielli. Ma in pratica, sentite a me, e io che sono pugliese un po’ di termini di paragone ce li ho, vi dico che di così buoni non ne ho mai mangiati.
E dovete fidarvi ciecamente perché non ho nemmeno fatto una delle mie (terribili) foto prima di addentarli.
Insieme alle interiora, a stordire i sensi, ecco i Kontosouvli. È il maiale marinato in vino e spezie ore prima e poi arrostito sui famosi spiedi a vista, tagliato a pezzettoni e servito croccante con la cipolla greca. E siccome la morte del Kontosouvli è il girarrosto lento, e di sabato di lento da Estia non c’è neanche il respiro prima di alzarvi da tavola, se volete provalo al top di gamma andateci in settimana. Ma seppur vi ci ritrovate di sabato ordinatelo che non farete peccato.
Da capotavola a capotavola, nel silenzio sacro del pasto, vedo il greco del giro “sbranare” una testa di agnello (l’avranno portata quando avevo la testa china sui Kokoretsi). Io senza commensali indigeni non avrei saputo come ordinarlo, ma Katerina e i suoi vi capiranno benissimo anche a gesti. E poi un po’ d’italiano lo parlano (testato quando ci sono tornata da sola).
Bene, la testa di agnello e tutto quello che può offrire, dalle guance agli occhi, dalla lingua al cervello, lo so, non è per tutti. È un atto di fede, nel gusto. Io non ho resistito, e Dio mi perdoni, lo rifarei. Più volte.
A dissetare, l’immancabile birra Mythos ghiacciata, o il rosso freddo della casa (su non fate storie siete in taverna). A tirarvi su dalla sedia, dopo anguria e melone, l’Ouzo come se piovesse. È il distillato greco al sapor di anice, ma c’è anche il Tsipouro, la tipica grappa greca.
Dopo una mangiata del genere, temerete di non poter dormire o fare il bagno fino al rientro in patria. Ma la qualità, la lavorazione e la cottura dei prodotti è così genuina che dopo neanche un’ora non riuscite a credere di aver mangiato tutto quello che leggete sul vostro scontrino.
A proposito, prezzo medio, se proprio avete esagerato, 15/20 € a persona, bevande incluse.
Ricordatevi che le porzioni sono notevoli, quindi si consiglia la distribuzione in centro tavola.
Possibilità di pernottamento.
Località bellissima, baia con porticciolo, spiaggia e tramonto mozzafiato.
Questo è quello che so di Estia. E non ne ho abbastanza.
Restaurant Estia. Plataria Thesprotias. Grecia. Tel. +302665071070