Green pass: al ristorante mi siedo fuori per togliere il posto a chi non lo ha
Per una questione di senso civico, io che ho il Green Pass, chiedo sempre e comunque di sedermi fuori per togliere il posto a chi non ha il Green Pass.
La frase esatta è questa che avete appena letto. Il titolo è un adattamento perché non si può utilizzare il risvolto di copertina per avere più spazio.
Per la precisione, è un post pubblicato su Facebook da Andrea Grieco.
Subito seguito dalla spiegazione dello stesso autore.
Se qualcuno si sente offeso da questo post mi dispiace molto, sono costernato. (attenzione questo commento potrebbe contenere informazioni non vere)
E da una valanga di like, commenti e condivisioni.
Come è successo con il nostro articolo qui su Scatti di Gusto (e relativo post sulla pagina Facebook) che riprendeva il paradosso del Green pass al ristorante. O di come i ristoratori regolano le sedute al ristorante tra posti all’aperto e posti al chiuso. Paradosso enunciato dal Corriere della Sera e spiegato con un “a volte accade”.
Il Green pass che (non) ti fa mangiare fuori
Ma il semplice proporre il tema paradossale del Green pass che ti lascia fuori dai posti all’aperto del ristorante genera un corto circuito. Lo scontro tra no vax – no green pass e favorevoli al certificato verde è surreale.
In breve, il Green pass al ristorante creerebbe una sorta di vantaggio distorto. Chi lo ha in teoria potrebbe sedersi indifferentemente all’aperto o al chiuso. Altrimenti perché parlare di “lasciapassare”?
Invece, l’analisi del possesso del Green pass produce una serie di riflessioni che possono aiutare il ristoratore o fregare il cliente. Due facce della stessa medaglia.
I tre livelli di attenzione dei ristoratori
Prendo a prestito la classificazione che Mariavittoria Zaglio ha elaborato in un (altro) articolo sul Corriere della Sera.
Ha diviso i ristoratori per comportamento rispetto alla richiesta/esibizione del Green pass in per far accomodare i clienti fuori o dentro.
Li ha definiti in base a tre livelli di attenzione.
Rigoristi che controllano prima ancora dell’ingresso e dell’eventuale consumo
Moderati (la porzione più frequente) che oscillano tra l’indecisione di chiederlo e la verifica a campione
Non curanti (circa il 20 percento tra i casi presi in considerazione) che non ci si mettono nemmeno.
Ora, chiedo a voi, come definireste i ristoranti dove siete andati dal 6 agosto? Vi siete seduti dove volevate, dentro o fuori, “nonostante” il Green pass?