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6 Settembre 2021 Aggiornato il 23 Ottobre 2021 alle ore 15:28

Green pass obbligatorio per ristoratori e dipendenti dei ristoranti da ottobre

Green pass ristoranti: da ottobre diventa obbligatorio per i ristoratori e i dipendenti di bar, ristoranti e pizzerie
Green pass obbligatorio per ristoratori e dipendenti dei ristoranti da ottobre

La data è lunedì 27 settembre o al più tardi lunedì 4 ottobre, ma il green pass obbligatorio per ristoratori e dipendenti si farà. L’orientamento del Governo per approvare il green pass esteso alle categorie dei lavoratori i cui clienti sono già obbligati a esibirlo è questo.

La road map per allargare la platea di chi è tenuto a munirsi del certificato verde per lavorare inizia questa settimana. La cabina di regia dovrebbe tenersi giovedì.

Dunque non solo i clienti devono entrare nelle sale al chiuso con il green pass ma anche ristoratori e dipendenti del locale dovranno averlo. Per lavorare sia in cucina che in sala. La nuova norma sanerà quello che è sembrato da subito, cioè dal 6 agosto, un paradosso. Chi chiede il green pass ai clienti non è tenuto a averlo.

Bar, pizzerie e ristoranti al chiuso saranno in compagnia di piscine e palestre, treni, navi, aerei. E dei dipendenti pubblici.

La ratio della norma, rivolta a tutti i dipendenti e proprietari degli esercizi commerciali in cui è necessario il green pass, è immunizzare il 90% della popolazione. Un risultato da centrare entro la metà di ottobre. L’andamento della campagna vaccinale a quel punto chiarirà se sarà necessario introdurre l’obbligo di vaccinazione.

La conversione del decreto legge

L’obiettivo è quindi evitare nuove chiusure affidandosi alla disposizione contenuta nel Decreto Legge che ha istituito il green pass. Il decreto, ricordiamolo, prevede l’ingresso con il green pass “nelle zone gialla, arancione e rossa, laddove sia consentito e alle condizioni previste per le singole zone”.

Oggi arriva alla Camera per la conversione in legge il decreto che ha introdotto l’obbligo di green pass per i locali pubblici al chiuso. Palazzo Chigi ha negato la volontà di porre la fiducia sul provvedimento. Contrario a porre la fiducia è anche il leader della Lega. Matteo Salvini ha sempre espresso contrarietà all’adozione del green pass per prendere un caffè o mangiare una pizza. E la mediazione politica ha creato il paradosso dell’obbligo del certificato verde al chiuso ma solo al tavolo. Oltre a quello di ristoratori e dipendenti esonerati dal green pass. Una decisione sulla fiducia sarà presa nelle prossime ore.

Ma è evidente che la conversione del Decreto Legge in legge è necessaria per evitare le interpretazioni alla Tik Tok sulla forza normativa del provvedimento.

Il green pass obbligatorio per i dipendenti dei ristoranti sana il paradosso

green pass e pioggia critiche ristorante

La zona grigia creata dal green pass obbligatorio per i clienti ma non per i dipendenti dei ristoranti ha avuto effetti paradossali. Dalle recensioni negative dei no green pass contro i ristoranti tenuti al rispetto della norma alla creazione di mappe. Prese di posizione dei contrari e dei favorevoli al green pass e, ovviamente, insulti social. Il trattamento paritetico tra clienti e dipendenti dei ristoranti con il green pass esteso contribuirà alla chiarezza dei comportamenti.

La strada del vaccino al momento è l’unica percorribile come dimostra la valutazione sulla terza dose. Entro settembre inizierà la somministrazione della terza dose alle persone molto fragili. Poi sarà la volta degli anziani delle Rsa, degli ultraottantenni e del personale sanitario. 

La Fipe favorevole al green pass per i dipendenti dei ristoranti

Si dichiara favorevole all’ipotesi di introduzione dell’obbligo di carta verde per i dipendenti dei pubblici esercizi Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi.

“La nostra federazione è da sempre a favore dei vaccini e dell’introduzione dell’obbligo di green pass per i dipendenti dei pubblici esercizi. Auspichiamo, anzi, che quest’ultimo sia esteso anche a tutte le altre categorie economiche e che si chiariscano alcuni punti fondamentali. In primis bisogna riflettere sui tempi di introduzione di tale misura per dare un preavviso congruo e consentire a chi non fosse ancora vaccinato di mettersi in regola, al netto dei tempi tecnici che dipendono dai protocolli sanitari e dalla logistica. Un’imposizione a stretto giro rischierebbe di causare la chiusura di migliaia di esercizi per mancanza di personale. Altra questione assolutamente fondamentale riguarda la gestione di quei dipendenti che decideranno liberamente di non vaccinarsi. Quali saranno le responsabilità e gli obblighi del datore di lavoro? Per questo è necessario un quadro normativo molto chiaro. La priorità è aiutare gli imprenditori a capire come comportarsi in situazioni del genere, sgravandoli da ulteriori oneri economici, organizzativi e amministrativi”.    

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