Critiche alla Guida Michelin 2022: i nuovi ristoranti stellati sono brutti
Impallinare di critiche la Guida Michelin nei giorni successivi alla presentazione è un’attività cui si dedicano numerosi e con diletto e succede, puntualmente, anche con l’edizione 2022.
Finora però nessuno si era spinto a dire che la “Rossa” viene meno alle sue promesse perché premia i “ristoranti brutti”.
Sì, brutti. E se un ristorante è brutto non può essere buono.
Intendiamoci, non sono mancate critiche più tradizionali, per così dire, alla Guida Michelin 2022.
Critiche alla Guida Michelin 2022
Le donne sono pochissime. In diversi hanno fatto notare i consueti problemi di “gender gap”. Su 33 nuovi locali illuminati dalla stella solo uno è guidato da una donna. Il Primo Restaurant di Lecce, chef Solaika Marrocco, 26 anni (complimenti).
La giornalista Eleonora Cozzella ha scritto su La Stampa:
“Mano a mano che i nuovi stellati venivano chiamati sul palco con la nuova giacca ricamata con la stella, per sorridere a favore di telecamera (per la diretta streaming) era sempre più evidente che si trattasse di una processione tutta al maschile”.
Altri rimproveri alla Guida Michelin 2022. Gli ispettori avrebbero di nuovo dato prova dell’atavica incapacità di riconoscere con prontezza le novità della scena italiana. Questo sul piano strettamente gastronomico, ma non mancano i rimbrotti alla “Rossa” per la mancanza di un’equa valutazione degli ambienti di lavoro.
Non parliamo poi degli immancabili che si prodigano in critiche sul costo dei pasti nei ristoranti stellati, non fa eccezione la Guida Michelin 2022.
Cosa diavolo metteranno nei piatti e nei bicchieri –è l’accusa più ricorrente– per giustificare conti da 2/300 euro a testa, quando la trattoria sotto casa fa pagare 35 euro un pasto a base di ottime tagliatelle?
Cosa giudica di un ristorante la Guida Michelin
La guida francese, che dal 1956 ha un’edizione italiana, assegna le stelle seguendo precisi criteri:
- Scelta dei prodotti;
- Personalità dello chef espressa nei piatti;
- Controllo delle cotture e dei sapori
- Rapporto qualità/prezzo;
- Regolarità.
I massimi riconoscimenti se li aggiudicano i ristoranti che garantiscono le massime performance dei piatti. Ma secondo la vulgata varrebbero anche:
- Cantine in linea (con un bel gruzzolo immobilizzato in bottiglie di pregio);
- Servizio con personale abbondante e molto qualificato;
- Mise en place e un ambiente elegante e ricercato.
E qui casca l’asino. Secondo Camillo Langone è impossibile risparmiare critiche alla Rossa. Stavolta, più di ogni altra.
Critiche alla Guida Michelin 2022: premia ristoranti brutti
È proprio lo scrittore che si scaglia spesso contro le piaghe della ristorazione italiana, un genere oggi proibito tra i critici gastronomici più del retroscena parlamentare, a prendersela con la Guida Michelin colpevole di avere premiato “ristoranti brutti”.
Ristoranti che hanno spesso –si legge sul Foglio: “Pareti e panche allegre come il parlatorio di un carcere, luci obitoriali e il minaccioso mega televisore che qualcuno potrebbe accendere”.
La tesi del Foglio è semplice. Se un ristorante non è bello, non è buono. In barba agli stellati. Premiandoli la Guida Michelin verrebbe meno a uno sei suoi postulati.
Ricordate? Secondo i critici della Rossa, i riconoscimenti vanno a chi garantisce il massimo risultato culinario ma anche mise en place e ambienti eleganti e ricercati.
I ristoranti brutti della Guida Michelin 2022
Allora come si spiegano certe nuove stelle, si chiede Langone?
- “Se vedo Primo Restaurant di Lecce, a parte quel “restaurant” (ristorante non andava bene?) noto subito muri bianchi e luci obitoriali.
- Se vedo il Felix Lo Basso di Milano, a parte quel “Felix” (Felice non andava bene?) noto subito un Samsung The Frame, e mi coglie il terrore che qualcuno possa accenderlo.
- Se vedo il 1908 di Soprabolzano, a parte quel 1908 su cui non ho nulla da eccepire noto subito pareti e panche allegre come un parlatorio di carcere…”
E non basta, nei ristoranti su cui da qualche giorno splende luminosa la prima stella, gli chef fanno gli chef. Ovvero, stando a Langone che ha una fissa per suppellettili e apparecchiatura dei tavoli, usano piatti giganti o depongono le pietanze su pietre laviche o altre suppellettili immaginifiche di difficile igienizzazione.
Quali ristoranti avrebbe dovuto premiare la Guida Michelin al posto di Primo Restaurant, Felix Lo Basso Milano e 1908, troppo “brutti” per essere stellati, secondo il Foglio?
L’antidoto alle storture della “Rossa” si chiama Sangiovesa di Santarcangelo.
Nel tempio della cucina romagnola Langone può avventarsi “sugli Stringhetti con crema d’uovo, formaggio di fossa e goletta, e a tale incanto multisensoriale non assegno tre stelle, ne assegno trentatré”.