I vini dell’Ais al tempo delle profezie Maya e di Antonella Clerici
Diamine, iniziamo davvero a preoccuparci. Non siamo mai stati superstiziosi, ma segnali inquietanti ci fanno presagire che forse dovremmo spaventarci sul serio per il prossimo 5 giugno, passaggio di Venere davanti al sole e inizio dell’Armageddon Maya. Abbiamo sempre sorriso davanti a tali superstizioni: i gatti neri, le scale, gli specchi, gobbi e corni ci hanno sempre fatto un baffo, ma ora no non possiamo più ignorare segnali di tale peso.
No, tranquilli, non ci riferiamo al terribile terremoto che sta sconvolgendo l’Emilia. Ai tanti amici delle cui sorti siamo preoccupati. Ma ci riferiamo a quella strana sensazione con la quale ci siamo svegliati stamattina dopo la lettura degli oscar del vino. Il mondo si deve essere veramente rovesciato e la prima frase che siamo riuscita a pronunciare è stata “non ci posso credere!!!”.
Abbiamo evitato di farci vedere alla serata di gala perchè per i maschietti era obbligatorio lo smoking e noi già sopportiamo male l’idea di metterci la cravatta figuratevi il solenne tuxedo soprattutto in questo scorcio di tempo di crisi. Anche il menù firmato Vissani ci è sembrato una ripetizione di s-cene già viste.
Miglior Vino Bianco, Dut’Un 2008 (Vie di Romans). Ci siamo chiesti come sia possibile nel 2012 premiare un uvaggio di Chardonnay e Sauvignon, fifty fifty, che ci riporta alla mente rughetta, pre-salè, cene al passetto e anni felici della prima repubblica? Soprattutto se i competitor erano due campioni di territorio e affilatezza.
Migliore Etichetta Oltrepò Pavese Barbera Dodicidodici 2009 (Castello di Cigognola). Miracolo a Milano: è stata vista Letizia Moratti finalmente sorridere dopo la batosta milanese i guai di Sampa e il recentissimo scudetto bianco nero, grazie al premio alla etichetta del suo vino. Si, avete capito bene, non un premio al vino ma all’etichetta, se ce lo dicevano segnalavamo etichette in sughero, pelle, persino in oro…
Migliore Innovazione del Vino, Ceci. Non vogliamo neanche sapere cosa significhi il premio alla migliore innovazione del vino. Per cosa sia stato dato, sicuramente per ottimi motivi, ma mettiamola così, detta in questa maniera suona malissimo
Miglior Enologo, Gianni Menotti. Ma nel 2012 siamo davvero sicuri che si senta ancora la necessità di un premio al miglior enologo?
Migliore Comunicazione Televisiva del Vino, Antonella Clerici (Prova del Cuoco – Rai 1). L’affare poi si ingrossa. La Paperopoli televisiva, quell’enorme cartone animato in cui si confondono prodotti di eccellenza con scarpette rosse, canzoncine stolide con cuochi sopraffini, Barolo con coca cola, siamo davvero sicuri che sia un esempio di comunicazione televisiva del vino? Sia la maniera di raccontare questo mondo di cui abbiamo bisogno? La prossima volta che vi racconteremo le gioie di un Monfortino, dovremo ricordarci di cantare il valzer del moscerino…
Miglior Giornalista Scrittore del Vino, Bruno Vespa. Bruno Vespa lo ricordiamo per tanti pregi: il suo garbo, i suoi plastici, i meriti affabulatori la sua proverbiale imparzialità e quelli che ci conciliano ogni sera il sonno. Sapevamo che fosse un appassionato di Vino, ma da lì a definirlo il miglior scrittore di vino…
Miglior Sommelier Docente, Daniela Scrobogna. Ciliegina sulla torta e touch of class finale, l’autopremiarsi. Attendiamo un premio speciale a Paolo Cuccia degustatore sulla guida del Gambero Rosso, uno a Gravina come miglior bicchiere su quella dell’Espresso e quella al nostro Cernilli come più bel degustatore su Doctor Wine.
Ora corriamo a nasconderci e speriamo di sopravvivere alla profezia Maya.
(Alessandro Bocchetti e Paolo Trimani)