Cono a km0 in fattoria. Arriva il gelato del contadino
Gelato, nelle pieghe dei numeri una tendenza sempre più forte: il km 0, quello vero, dalla fattoria alla coppetta, senza soluzione di continuità! Ecco qualche indirizzo di agri-gelateria di cui prendere nota.
I numeri sono quelli che ti aspetti dal paese che ha inventato il gelato: 36 mila gelaterie sparse su tutto il territorio nazionale per un totale di 2,5 miliardi euro spesi nel 2011, 6 chili di gelato consumati ogni anno a testa dal 90% degli Italiani (nel restante 10%, dove si collocano anche quelli che ne consumano molto di più, trovano certo riparo numerosi lettori di questo sito…).
E’ in questa abitudine ormai secolare che si innesta il uovo trend: le agri-gelaterie, fattorie e agriturismi che aprono alla spicciolata per offrire un prodotto che percorre distanze molto più brevi del solito. “Dalla stalla alla coppetta”, come sintetizza Coldiretti, sono ormai numerose le fattorie (già 13 in Lombardia) che preparano il gelato con i prodotti della fattoria e nella fattoria spesso sistemano il punto vendita. Offrendo gelati fatti non solo con gli ingredienti di sempre come il latte bovino, le uova e la frutta ma anche con qualche prodotto meno scontato come il latte d’asina, le nocciole all’aceto balsamico, la polenta, il grana padano e il vino.
Ecco, per il viandante estivo in pellegrinaggio alla ricerca di golosità inedite, una breve lista dei coltivatori associati a Coldiretti che offrono il gelato a km0.
E’ rigorosamente d’asina il latte impiegato per preparare il gelato (e anche i cosmetici) dall’azienda agricola Montebaducco a Quattro Castella (Reggio Emilia). In Piemonte, a Poirino (Torino), nella cascina San Pietro il gelato si fa con latte di alta qualità e con la nocciola “Tonda gentile delle Langhe”.
Fate tappa a Verona? Provate la gelateria S. Zeno dove arriva il latte degli allevamenti del Monte Baldo e dove uva spina, lamponi, ribes, fichi, ciliegie selvatiche e mele cotogne, provenienti dal giardino dell’allevatore Roberto Bonato, vengono trasformati in alcuni dei tanti gusti “territoriali” della gelateria veneta. Qualche esempio? Il recioto di Soave, con vino Docg della provincia di Verona, il passito di Custoza, le more di gelso e fragole di Zevio e la pera di Oppeano.
E nato da un’idea dell’arcinota Grom il gelato a base di crema pasticcera e di aceto balsamico, quel Balsamo degli Angeli che esce dall’acetaia della famiglia Testa, nella Tenuta degli Angeli di Carobbio degli Angeli.
In Toscana è nata da poco la prima (vera) gelateria a km 0. Si chiama “Lo Scoiattolo” e si trova a Massa Carrara. Utilizza late del pascolo di San Cristoforo, un allevamento a pochi chilometri. All’opposto la Lombardia, avanti la Lombardia dove l’ultima agri-gelateria (la tredicesima appunto) è sorta a Bollate (Milano), in via Quattro Novembre 47.
Prodotti che spingono più avanti la filosofia del territorio, riducendo ulteriormente le distanze rispetto alle tantissime gelaterie che da tempo hanno scelto, con successo, di lavorare la materia prima locale. Come Avalon, a Bolzano, dove i lamponi bio provengono dal vicino maso Partschillerhof, a Fiè allo Sciliar. O il cono di Greed, a Roma, o ancora quello di Sergio Dondoli, a San Gimignano, gelatiere pluripremiato e di fama mondiale che la Vernaccia e lo zafferano ha trasformato in sorbetto.
Fonte: coldiretti.it, saleepepe.it