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12 Marzo 2021 Aggiornato il 12 Marzo 2021 alle ore 13:14

Il Decreto in arrivo: Italia arancione o rossa e Pasqua blindati in casa

Pasqua 2021 blindati in casa per effetto del nuovo Decreto che chiude alla possibilità di spostamenti per il pranzo il 2-3-4 aprile
Il Decreto in arrivo: Italia arancione o rossa e Pasqua blindati in casa

Pasqua blindati in casa e quindi 3-4-5 aprile il calendario si colora di rosso. Dal 15 marzo e fino al 6 aprile l’Italia diventa arancione nella migliore delle ipotesi. Tranne ovviamente le regioni che già sono zona rossa.

Il nuovo Dpcm atteso nel pomeriggio non farà regali per la Pasqua 2021, anzi. I rumors, ormai avviati a diventare realtà, fotografano una decisione riveduta e poco corretta del decreto Natale.

Niente feste con chi vuoi e replica di quanto accaduto a Pasqua dell’anno scorso con la prima ondata da tenere a bada e tutti a cantare dai balconi. O a uscire il cane per un boccata di ossigeno.

La curva dei contagi è tornata a salire vertiginosamente spinta dalle nuove varianti del coronavirus che dimostrano di essere molto più contagiose della versione originaria. Inglese, brasiliana, sudafricana e ora dicono indiana non lasciano spazio di manovra. Colpiscono i più giovani, anche i bambini, e l’unica medicina in attesa che i vaccini siano inoculati a gran parte della popolazione è l’isolamento.

Pasqua blindati in casa. Addio al pranzo con il nuovo DL

La bozza del Decreto Legge diffuso dal Corriere appare chiaro: “Dal 15 marzo al 2 aprile 2021 e nella giornata del 6 aprile 2021, nelle Regioni nelle quali si applicano le misure stabilite per la zona arancione, è consentito, in ambito comunale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le ore 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi. Lo spostamento di cui al presente comma non è consentito nei territori nei quali si applicano le misure stabilite per la zona rossa“.

La cartina vede 14 regioni che rischiano di essere in rosso (Campania, Basilicata, Molise, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Lazio, Calabria e le province autonome di Trento e Bolzano), 5 in arancione e due sole zone gialle, le isole felici di Sicilia e Sardegna (che al momento è addirittura bianca). Così prevede Repubblica.

Pasqua e Pasquetta al tempo delle varianti del Covid

Tradotto, significa evitare pranzi di Pasqua e Pasquetta in casa con parenti che si vedono due volte l’anno e con chi non è convivente. Ad aggravare la già critica situazione di chi si mette a tavola per mangiare (senza mascherina) c’è la concreta possibilità che il droplet delle varianti arrivi più lontano. Il canonico metro di distanza sarebbe insufficiente. Un metro e mezzo necessario, consigliati i due metri.

Con tutta l’Italia in almeno zona arancione, molte regioni in zona rossa e (forse) la sola Sardegna a issare la bandiera della zona bianca per ristoranti, bar e pizzerie non c’è scampo. Tutti chiusi a pranzo (la cena ormai diventa un vago ricordo).

Sempre consentiti l’asporto (ma con forti limitazioni connaturate alla zona rossa e quindi nelle vicinanze) e la consegna a domicilio.

Questo a meno di ordinanze regionali come quella dell’anno scorso della Regione Campania che privò 5 milioni di persone delle tradizionali zeppole di San Giuseppe (nella settimana del 19 marzo) e a seguire casatielli, tortani, pastiere e colombe. Una Pasqua blindati in casa senza conforto dei piatti tradizionali. A meno di non preparaseli da soli.

Una Pasqua che tutti sperano segni il giro di boa per avvicinarsi a una “nuova normalità estiva”. Il 6 aprile ci sarà un nuovo provvedimento, Dpcm o DL che sia, che dovrebbe valutare anche i progressi con la campagna vaccinale.

Una luce lontanissima che fa mettere mano al calendario con un confronto rispetto al 2020, anno primo dell’emergenza pandemia. E la data di lunedì 17 maggio diventa sempre più concreta per vedere di nuovo bar, ristoranti e pizzerie aperti.

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