Il Dpcm cambia: si può fare la spesa in un altro Comune se si risparmia
Cambia, o meglio, si aggiorna il Dpcm del 3 novembre scorso. Chissà quante volte vi siete chiesti cos’è permesso e cosa non si può fare riguardo alla spesa nelle zone rosse e arancioni.
Le restrizioni introdotte dal decreto, quello che ha diviso l’Italia in 3 diverse zone di rischio, rossa, arancione e gialla, prevedevano la possibilità di spostarsi tra comuni adiacenti per fare la spesa.
Ma soltanto per comprovate esigenze, una formula che conosciamo bene.
Poniamo il caso che nel vostro Comune di residenza o di domicilio non fosse stato disponibile un determinato punto vendita. Potevate spostarvi sì, ma osservando stringenti limitazioni. E, in ogni caso, muniti di autocertificazione.
Ieri il governo è intervenuto su questo specifico punto. Ha rimarcato che spostarsi verso Comuni diversi da quello in cui si risiede è sempre vietato. Ma con un cambiamento rispetto alle regole introdotte il 3 novembre 2020.
In altre parole, da ieri, fare la spesa rientra sempre tra le cause che giustificano gli spostamenti.
Così facendo, il governo ha accolto l’appello lanciato nei giorni scorsi attraverso il quotidiano La Stampa da Alberto Balocco, amministratore delegato dell’industria dolciaria piemontese. Il Dpcm cambia per consentire gli spostamenti tra Comuni per l’acquisto di generi alimentari.
L’appello di Balocco seguiva la segnalazione da parte di Conad, di episodi di sanzioni pecuniarie elevate a persone che si spostavano per approvvigionarsi di generi alimentari in un punto vendita della catena.
Quindi, per essere chiari, da ieri è consentito lo spostamento tra Comuni laddove nel proprio non siano disponibili determinati punti vendita.
E anche se nel Comune confinante sono presenti punti vendita che rispondono alle proprie esigenze soltanto per una maggiore convenienza economica. Gli spostamenti dovranno comunque essere autocertificati.
Per quanto si fatichi a capire come mai un piccolo allentamento delle misure restrittive come questo dovrebbe provocare polemiche, la Confcommercio non l’ha preso bene.
L’associazione dei commercianti è intervenuta per precisare che la modifica genera un vantaggio competitivo per il mondo della grande distribuzione. Penalizzando di contro i piccoli negozi o le insegne di vicinato.