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14 Novembre 2022 Aggiornato il 18 Novembre 2022 alle ore 08:53

Il Vizio a Milano, ristorante doppio di cucina giapponese e italiana

Al ristorante Il Vizio dell'hotel Sina de la Ville di Milano per il sushi e il risotto alla milanese di Taro Shimosaka
Il Vizio a Milano, ristorante doppio di cucina giapponese e italiana

Il ristorante Il Vizio a Milano ha un ingresso indipendente, ma comunica con il “suo” Hotel Sina de la Ville. Legno e un separé di piante in vaso all’esterno, l’effetto di marmi e luci all’interno sono gli elementi di comunicazione immediata del progetto dello studio Marco Piva.

Ha vetrine su strada, ma appare defilato. Forse perché anche via Hoepli, in centro dietro la Galleria Vittorio Emanuele a Milano, è una via discreta, che sa di lavoro, riservatezza, puntualità, understatement. Molto milanese.

ristorante il vizio milano interno
La sala del ristorante. Foto di Bendetta Bassanelli

Il nome insinuante rimanda all’altro ristorante di Perugia e alla duplice vocazione giapponese e italiana.

L’altro ristorante con lo stesso nome è a Perugia all’interno dell’hotel Quattrotorri della famiglia Masilla di origini pugliesi.

La duplice vocazione è relativa, come sapete, alla cucina Asian e a quella italiana.

A Milano Taro Shimosaka sovrintende ad entrambe le linee di cucina mentre in sala Marcello Morlacchi cura la parte bevande, sia in senso enologico sia mixology.

I piatti del ristorante Il Vizio

East meets West signature dish ristorante Il Vizio Milano
East meets West al ristorante Il Vizio. Foto di Benedetta Bassanelli

Ha aperto solo nell’autunno 2021 eppure il ristorante Il Vizio ha già dei piatti identificativi dello chef. Tra questi East meets West – un sashimi, sostanzialmente – che abbraccia e bacia capasanta di Hokkaido e gambero rosso di Mazara con crema di tofu, ponzu al garum, paccasassi e passion fruit (27 €).

Spiccano anche certi gunkan, come quello in copertina. Di nuovo capasanta di Hokkaido, tuorlo d’uovo di quaglia, caviale (10 €), adagiata su una foglia di bambù artisticamente tagliata secondo l’arte chiamata sasagiri.

chef Taro Shimosaka

Benché non edibile, la foglia non è un dettaglio, ma una tradizione antica e un esempio di maestria ottenuto con gli stessi coltelli usati per la sfilettatura dei crudi. A che scopo? Antibatterico e di protezione, ad evitare il trasferimento di gusto e aromi da un pezzo di cibo all’altro. E verosimilmente anche una buona palestra di taglio. Taro Shimosaka sembra tenere moltissimo a questi particolari.

Il Vizio Milano riso al salto zafferano Cascia

Tra i piatti molto italiani e molto amati anche dalla clientela straniera, il riso al salto (28 €) che con lo zafferano di Cascia inserisce abilmente un ingrediente umbro e un richiamo al ristorante di Perugia. E troverete anche la cotoletta alla milanese (28 €)

Uramaki pazzeschi, dal Wagyu al vegano

wagyu uramaki ristorante Il Vizio Milano

Gli uramaki, cioè i rotolini di sushi con il riso fuori, sono notevoli. Soprattutto la versione con Wagyu (8 pezzi 30 €) e l’uramaki vegano (8 pezzi 19 €) che probabilmente resteranno sempre nel menu del ristorante Il Vizio.

Il primo uramaki è il Wagyu flambato, avocado, cetriolo marinato, alga nori, cubettino di fegato, salsa teriyaki, chips di patata viola. Tanti ingredienti in un piatto armonioso la cui tendenza dolce è data dalla grassezza della carne e dalla salsa teriyaki.

uramaki vegano

Il secondo uramaki, dominato dal colore viola, è di grande ricchezza sensoriale. Bardana e carote viola marinate, avocado, barbabietola, patata viola croccante sbriciolata, maionese vegan di mandorle, cavolo viola marinato.

Il ristorante Il Vizio accoglie una numerosa clientela vegana. Ecco allora che Taro Shimosaka sta pensando anche a un raviolo vegano tutto in verde. Possibili ingredienti: asparagi, avocado, rucola, fiori, erbe miste.

Da ritornare per assaggiarlo.

Ristorante Il Vizio. Via Ulrico Hoepli, 6. Milano. Tel. +39028051231

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Daniela Ferrando
Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.
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