Roca e Redzepi: un ristorante latino-americano sarà il numero 1 del mondo
Cucina latino-americana? Il top in un futuro non troppo lontano. Parola di Jordi Roca e René Redzepi, rispettivamente numero 1 e 2 nella classifica dei 50 Best Restaurant 2013.
“E’ solo una questione di tempo”, assicurano gli chef dello spagnolo El Celler de Can Roca e del danese Noma. “E’ la regione che ha progredito di più nella cucina d’avanguardia. Secondo me ha già raggiunto il livello dell’Europa”, ha spiegato a Le Monde il pasticciere socio del ristorante di Girona.
Brasile, Messico e Perù in pole position in questa corsa al riscatto culinario dei paesi emergenti, muniti di una “cucina popolare molto radicata e varia”e dove il coriandolo e il peperoncino diventano segni inconfondibili molto più di tacos e ceviches.
“Siamo in presenza di una nuova generazione di giovani chef, animata da una responsabilità che supera le loro legittime aspirazioni professionali e prende coscienza di un ruolo culturale e sociale fino a pochi anni fa impensabile”, ha scritto il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini.
“Impensabile dieci anni fa”, spiega anche René Redzepi riferendosi alla possibilità che in un futuro molto vicino un ristorante latino-americano salga sulla vetta della ristorazione mondiale. Già oggi, come ricorda lo chef danese, sono 6 quelli che figurano nella lista dei 50 Best Restaurants 2013: il brasiliano D.O.M di Alex Atala (6° posto), il peruviano Astrid Y Gaston (14°), i messicani Pujol (17°) e Biko (31°), il brasiliano Mani (46°) e il peruviano Central (50°). Molto meno numerosi dei ristoranti europei (29) ma in pari numero rispetto a quelli dell’area nordamericana, 6 appunto.
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