La guerra dei cretini. Lega Nord vs Islam per mortadella e cous cous
La crociata gastronomica è partita dall’Emilia Romagna. Nel giro di un mese abbiamo scoperto che la Regione vuole prevenire brufoli e adiposità agli studenti delle mense scolastiche suggerendo una lista di alimenti buoni e cattivi. Solo che in quella dei cattivi finiscono i salumi e a Bologna c’è una sollevazione popolare per via della mortadella che sarebbe da escludere. Mezza marcia indietro degli assessori regionali all’agricoltura e salute Tiberio Rabboni e Carlo Lusen che si affrettano a mettere giù i distinguo tra salumi freschi e insaccati cotti. La mortadella di Bologna IGP è salva e con essa la specifica delle modiche quantità, del mangiare tutto con moderazione e tutte le litanie del caso. Che sembra chiuso (e per conoscere di buona mortadella ecco dove mangiarla).
Invece, a affermazione vagamente sbilanciata, c’è qualcuno che riesuma gli spetti della battaglia di Lepanto adombrando la creazione di un nuovo califfato gastronomico lì dove Roma aveva posto l’obbligo ai generali di lasciare le truppe (e dove ha ritrovato vigore un imperfetto viaggiatore gourmet di ritorno dall’estero). Così per salvaguardare i Celti (?!) e le tradizioni padane, i Consiglieri Regionali della Lega Nord, Stefano Cavalli, Mauro Manfredini, Roberto Corradi e Manes Bernardini hanno scovato il cavallo di Troia che porterà al disastro gastronomico: il cous cous. Occorre metterlo al bando per la sopravvivenza della specie gastronomica romagnola e quindi proporre adeguata risoluzione.
“Oltre a stravolgere le considerazioni di carattere medico, in quanto se assunti a piccole dosi anche i salumi contribuiscono ad arricchire la nostra dieta, la delibera regionale rischia di danneggiare uno storico patrimonio culturale rappresentato dai nostri cibi tradizionali.Forse proponendo i salumi si teme di offendere la sensibilità degli studenti musulmani? Per queste ragioni abbiamo presentato una Risoluzione per impegnare la Giunta Regionale a modificare le linee guida sull’alimentazione scolastica, inserendo sia i salumi che il cous cous tra i cibi consigliati pur con moderazione”.
Temi apocalittici. Bisognerebbe chiedere a quelli di Terre Libere e ad Antonello Mangano se il problema gastro alimentare è limitato alle province più nordiche della Gallia Cisalpina o al contrario interessa anche le terre intorno al Rubicone. Potrebbe uscirne un altro capitolo del libro Sì alla lupara, no al cous cous – Mentre la lega vietava il kebab, la ‘ndrangheta si mangiava la Padania. Questo per upgradare la discussione tra piadine, mortadelle, grano saraceno e andare oltre il famigerato kebab.
[Link: RavennaToday, ForlìToday, Dissapore.com]