Le 5 migliori birre da mettere in frigo per un autunno da Fermentazioni
Fermentazioni 2013, la creatura pensata da Mr “cronache di birra” Andrea Turco, assieme a Simone Franco e Dario Conchione, ha prodotto una tre giorni di festa e di assaggi a Officine Farneto, location bella e quasi impossibile se c’è concomitanza calcistica del vicino Stadio Olimpico. 30 i produttori, i migliori per l’organizzazione, non i più importanti o grandi, ma senza dubbio rappresentativi del top della produzione artigianale italiana.
Alcune assenze erano dovute allo status: l’ invito era aperto ai produttori “veri”, non ai beerfirm (produttori senza impianto proprio, ndr). Vi dico subito le mie 5 preferenze per una guida all’acquisto dell’autunno.
1. Il produttore che ha sbaragliato Fermentazioni 2013 è Foglie d’Erba. Gino Perisutti ha portato una birra nuova, una Porter omonima da 5.5° semplicemente perfetta! Al naso lievemente erbacea e al palato un gusto di cacao e toffee come da descrizione, con una bevibilità ottima. Altro che birra da scaricatori di porto inglesi. Aggiungiamo tutta la produzione delle IPA, la Hopfelia (“Birra Slow” per la Guida alle birre d’Italia SlowFood 2012-2013) da “soli” 7° e il trionfo della bevibilità della “A Freewheelin’ Ipa” (Terza classificata Birra dell’anno 2012 Unionbirrai), una double IPA da 8.2° che scende che è un piacere.
2. Mi ha stupito, La Salty Angel di Toccalmatto, una birra al sale in stile gose, che come già detto altre volte, parliamo di una birra unica e irripetibile, ma alcune interpretazioni riescono bene, questa tra i miei assaggi dello stile è quella che più mi ha entusiasmato, ben bilanciato il sale, una lievissima acidità finale, diciamo che nonostante sia una birra al sale aveva un gusto dolce, comunque ben fatta e apprezzata anche dai miei amici (qualche publican romano, gente non di primo pelo)
3. Birra Amiata ha presentato una sour su base Vecchia Bastarda, quindi una birra alle castagne già di suo speciale, base Bastarda Doppia, affinata in botte di vino per 6 mesi, a questo segue un anno di invecchiamento in botte di Brunello di Montalcino, e dopo l’ imbottigliamento riposa un altro anno. In pratica ci siamo bevuti una cotta del primo semestre 2011. Il risultato è una birra di una bontà assurda, vellutata, morbida, piena di quei sapori e umori che i due passaggi in legno regalano e donano, la parte sour c’è ma non stucca, vi ricordo che le acide non sono le mie birre, sto facendo un lungo lavoro di comprensione, ma questa Vecchia Bastarda Vintage che come definizione è una vintage red chestnut flemish ale mi ha davvero conquistato. I fratelli Cerullo non fanno mai una birra anonima.
4. Birrificio Settimo, tutto confermato, Nicola Grande è uno dei migliori interpreti dello stile belga. Come novità (a parte la Levis che Kuaska ha premiato con un 9.5 ) c’è la nuova linea da 75 cl dedicata alla ristorazioni in un bottiglia con etichetta elegante senza fronzoli: nate per sostituire il vino a tavola, sono importanti di sapori e di tenore alcolico. La Corno D’oro è una Tripel, quindi una birra dolce, con botta alcolica presente ma attenuata abbastanza velocemente dal luppolo in chiusura, quindi non spunta di alcol, la speziatura è complessa da gran birra.
5. Turan ha portato la sua nuova birra di punta, la Dry Hard 2, versione attenuata di circa 2° nell’alcol e più secca della Dry Hard dell’ IBF romano. Presente nelle spine anche una Tripel eccezionale, la Public Enemy, se ricordo bene dichiara 8°, ottima davvero, fruttatata, dolce ma bilanciata nell’ amaro sul finale, nonostante i gradi alcolici importanti scende che è un piacere, e sarà un piacere ritrovarla in giro per i locali questo inverno.
Tra i birrifici giovani segnalo Birra dell’Eremo. Poco da dire se non di positivo: è tra quelli che la birra la sanno fare, consigliatissimo.
E la manifestazione? Citando Manuele Colonna, Deus Ex Machina di EurHop il mese prossimo di scena all’Eur, “un festival organizzato da un appassionato per gli appassionati!”. Belli gli stand, ben organizzati gli eventi e i laboratori e a questo ci aggiungiamo gli hamburger di Gabriele Bonci e i Trapizzini di Stefano Callegari. Una successione parmigiana-pollo alla cacciatora-pollo alla cacciatora ha accompagnato le birre in maniera egregia.