L’etilometro di Black Mamba. Fratelli d’Italia, il vino è democratico?
Tempo fa il mio amico Sergio del Goccetto, rivolgendosi a un avventore in vena di sbandierare la sua conoscenza di grandi vini gli ha detto: “ Tu capisci di vino? Voglio vedere le transaminasi!” L’iperbole di Sergio mi ha divertita e in sintesi è vera perché per conoscere bene il vino bisogna berlo (senza ubriacarsi, attenzione! A che serve bere un grande vino da sbronzi se poi il giorno dopo non ci si ricorda nemmeno l’etichetta? Soldi buttati.) Quante persone conoscete che parlano di vino e non lo bevono? Quante casalinghe hanno fatto i corsi da sommelier e bevono Cynar? Mio zio ha superato un corso alcuni anni fa, non ha mai stappato bottiglie sopra ai 10 euro e ha preteso (tentato!) di spiegarmi il Nebbiolo. Non voglio dire che la grammatica non serva, ma è innegabile che per conoscere il vino sia indispensabile assaggiare molto. Io per lavoro assaggio spesso insieme ai produttori di vino. Lo sapete che sono pochissimi quelli bravi in degustazione? Molti produttori assaggiano solo i loro vini, che continuano a trovare buonissimi e costanti, indipendentemente dall’annata, prevedendo, avverte Paolo Trimani, che l’unica vendemmia più buona di questa sarà la prossima. Posso aggiungere, senza che mi tacciate di snobismo o classismo, che il vino è una passione per benestanti? Sento già le vostre urla, l’inveire di quel mostro pauperista che alberga in voi e che vorrebbe essere vomitato, adesso, subito! Black Mamba la deve smettere di dare sfoggio alle sue bevute da regina, alle sue bottiglie da ricchi, al Crotalo se esiste, alle Pergole dell’Hilton che forse non sono vere manco quelle, a tutto questo circo coi fuochi d’artificio, le cascate i giochi d’acqua e i pavoni….Calma, sedetevi, rilassatevi e parliamone, prima ch’io passi il Sidol sulla Katana.
Tanto per cominciare diciamo subito che il vino non è democratico ed è una roba da ricchi. Basti pensare alle ricche abbazie in Borgogna e ai nobili a Bordeaux che nel Medioevo erano gli unici veri potenti dell’epoca. La famiglia Agnelli, aveva delle quote a Margaux, non so se le abbia ancora ma molti altri esempi posso citare anche in Champagne. I proletari inglesi, quelli di Dickens che hanno fatto scrivere alla buonanima di Marx il Manifesto del Partito Comunista, bevevano gin e birra. I collezionisti americani con cantine private da capogiro sono ricchi, chi segue le partite di football indossa la canotta e beve birra in lattina. Pertanto posso affermare che per conoscere il vino bisogna bere e il vino buono non è per tutti!
La faccenda è molto semplice: vi fareste operare le tonsille da un laureato in medicina con 110 e lode senza praticantato? (Infatti non può esercitare!) Comprereste a caro prezzo un mio quadro se vi dicessi che ho fatto il liceo artistico ed ero molto brava? Vi fareste difendere da Bocchetti che è laureato in legge ma non fa l’avvocato? (Io non mi farei difendere comunque! Ah! Ah!) Avete presente quei ristoranti che aprono continuamente nelle grandi città, così per gioco, come passatempo, gli avvocati (tranne Bocchetti), i calciatori, le Simone Ventura, gli ex mariti delle Sabrine Ferilli e poi chiudono dopo sei mesi perché si mangia una schifezza? Poi, non paghi, comprano una vigna e fanno più danni della grandine ma con la stessa velocità?
Insomma, c’è poco da fare esempi, la questione non è sovvertibile, stavolta Black Mamba non è attaccabile, ha ragione da vendere e vi domanda: il vino è una roba da ricchi? E voi quanti vini assaggiate?…Se siete certi d’essere in regola con l’Ufficio Entrate e non temete la Guardia di Finanza, rispondete numerosi. Prevedo scarsa affluenza stavolta….Ah!Ah!
Parola di Black Mamba!