Marco Infante: “Valutiamo la chiusura di pasticcerie in mancanza di aiuti”
Marco Infante, pasticciere di lungo corso con la sua attività di famiglia e 21 punti vendite a Napoli, lancia l’allarme chiusura.
Il lockdown mette in difficoltà anche Casa Infante il brand di pasticceria e gelateria conosciutissimo per zeppoloni, buccaccielli e pistacchiato.
“Con il blocco sono ormai due mesi che siamo completamente fermi e ci sono i fitti da pagare che in alcuni locali come al Vomero e a Chiaia rrivano a costare 7 mila euro. E abbiamo 200 dipendenti cui abbiamo assicurato lo stipendi di marzo senza aspettare la cassa integrazione, ma così non possiamo reggere”, spiega Infante.
Tradotto, occorre diminuire i costi e ricevere aiuti sostanziali, cioè il blocco degli affitti e la ripartenza con le consegne a domicilio.
“A Milano dove è consentita la vendita a domicilio, riusciamo ad incassare 800 € al giorno e pagare gli stipendi”, spiega, “un solo punto vendita a Milano incassa più dei 21 punti di Napoli che sono bloccati”.
Il delivery è dunque la possibile fase 2, ma l’orizzonte non è certo azzurro.
“Temo per il locale del centro storico che prima era inondato da turisti. Avendo tante pasticcerie in zone differenti e una prima analisi dà risposte diverse. Le pasticcerie nei quartieri popolari dovrebbero, mi auguro, rispondere bene. Ma ci aree come via Toledo che non riesco più a immaginarla come prima con affitti giustificati dal passeggio e dall’area pedonale invasa soprattutto dai turisti, ma tutto cambierà. Il lunedì, martedì, mercoledì presi d’assalto dai turisti delle navi da crociera. Canoni di locazione giustificati dalla posizione. Scenari che stiamo valutando, ma è ovvio che le decisioni saranno prese in base a come sarà la ripresa”.
C’è anche l’incognita delle nuove aperture come quella dello chalet a Mergellina che già pesa sul conto economico con arredamenti e maestranze già pagati ma con una seria difficoltà ad aprire pensando alle limitazioni imposte da misure di sicurezza e distanze.