La guida Michelin 2014 recensisce Baronetto al Cambio, ancora chiuso, e rischia con Cracco. Leggete pure
Non esiste il vangelo dei ristoranti. Lo abbiamo capito oggi riguardando la guida Michelin 2014 dopo gli avvisi via web. La prima edizione della Rossa curata dal nuovo direttore Sergio Lovrinovich passerà alla storia per le tre stelle assegnate al Reale di Niko Romito (senza nessun “baratto” con contestuale perdita di un tristellato già in guida) e per la prima recensione a porte chiuse.
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Nel senso che il ristorante recensito è il Cambio di Torino che è ancora chiuso. Capite ora che non si può parlare di vangeli e mantra. Se anche la Michelin sbaglia, tutto è possibile, compreso che L’Espresso recensisca Alice ad Eataly Milano che aprirà non a brevissimo. E che la Michelin segua a ruota a Torino.
Quello che deve ammaliare i recensori/ispettori non è il grado di anonimato o la rapidità di pagamento del conto, ma gli ambienti nuovi. Hanno un debole per l’interior.
Per L’Espresso, gli interni di Alice sono “nuovi e rilucenti”, modello Eataly Roma, supponiamo, o per abbondanza di acciaio. Per quelli della Michelin, invece, il Cambio è “ancora più incantevole dopo il recente restyling”. Ok, avranno il rendering del progetto che supponiamo faccia leva sulle boiserie. Di rendering non si dovrebbe trattare se l’ispettore è riuscito a scrivere che “quei piatti che ancor meglio riescono a raccontare con quanta cura e passione lo chef si dedichi alla sua arte”.
Lo chef è Matteo Baronetto che, come sappiamo, ha lasciato il ristorante di Carlo Cracco (o meglio lo lascerà il 15 dicembre) per approdare al Cambio. Che non è aperto, ma è in fase di ristrutturazione (mi lancio, avanzata).
E dire che avevamo sospettato qualcosa quando sul materiale riservato alla stampa è apparso il riassunto delle stelle (tutti i ristoranti suddivisi per regione li trovate qui). Carlo Cracco declassato a una stella. Un errore di battitura, chiaro, ma i 5 minuti di panico per aver saltato qualche passaggio della conferenza o la possibilità che avessero dimenticato di segnalare la retrocessione ci sono stati ( e dire che i rumors si erano appuntati a Milano proprio su questa riduzione a 1 stella dello chef televisivo a supposta conferma del poco entusiasmo della guida per la televisione)
Poi, tutto è rientrato nella normalità con la Rossa in mano uso mantra per scegliere due ristoranti da visitare e confermare che a loro la promozione non spettava (o la perdita delle stelle non toccava, fate voi).
Mentre correrete in libreria a comprare la vostra copia disponibile (che alla presentazione era disponibile solo al temporary shop) in modo da metterla sul comodino, modello vangelo appunto, potete dare una sbirciata alla pagina incriminata della guida. E a quella del comunicato destinato alla stampa.
Mi sorge solo un dubbio: ma se l’anonimato è un mantra, l’esistenza terrena della tavola sarà un altro dei capisaldi non dichiarati delle guide che hanno imparato a correre più veloci degli stessi chef?