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6 Maggio 2017 Aggiornato il 8 Maggio 2017 alle ore 09:04

Milano Food City. Guida per sopravvivere a 300 eventi (sic)

Cari TuttoFood Milano e Milano Food City, Milano Food Week e Comune di Milano | Palazzo Marino e altri possibili interessati, la mia agenda online ormai
Milano Food City. Guida per sopravvivere a 300 eventi (sic)

Cari TuttoFood Milano e Milano Food City, Milano Food WeekComune di Milano | Palazzo Marino e altri possibili interessati,

la mia agenda online ormai si rifiuta di parlarmi, men che meno di dirmi cosa fare da qui all’11 maggio.

[do action=”jq”/]

Su quella cartacea non riesco più a leggere, perché oltre a scrivere sulle righe ho scritto anche tra le righe, e l’idea di usare penne e pennarelli di colori diversi ha avuto come solo risultato quello di farmi sentire il regista coreografo delle prove generali della Gay Parade.

Entrambe infatti riportano 300 (almeno) eventi che riempiranno l’esistenza, i taccuini, e – si spera – lo stomaco di noi foodies foodlovers foodpassionates foodlaqualsiasi nei prossimi giorni, notti, pomeriggi e intervalli.

300 sono troppi, per otto giorni: 40 al giorno. Ovvio, non è che si debba andare per forza a tutti e 300. Ed è soprattutto ovvio che l’idea di fondo sia quella di coinvolgere e interessare soprattutto gli abitanti delle singole zone, mettere loro, in primis, in contatto con esperienze e prodotti e ricette. Ma per noi foodofagi compulsivi questo fuorisalone del food, questo perenne fuoricucina è più di una tentazione, suscita in noi un riflesso pavloviano che comporta salivazioni paragonabili alle esondazioni del Lambro in caso di pioggia.

[do action=”bcapdx”/]

In realtà, mi piacerebbe andare a vedere e perché no ad assaggiare un po’ di cose in giro, proprio perché mi piace, mi interessa. Ma solo a leggere tutto quello che ho ricevuto in quanto rappresentante della foodblogosfera per capire e programmare cosa fare e dove, mi ci vogliono due giorni (a parte le notti insonni per scrivere il mio articolino per Scatti di Gusto pubblicato l’altro giorno): mettere bandierine sulle mappe, studiare percorsi automobilistici alternativi incrociandoli con le linee ATM, organizzare gli assaggi in antipasto-primo-secondo-dolce-frutta-caffè-ammazzacaffè…

E vogliamo parlare degli inviti che mi arrivano ancora adesso? Adesso nel senso di 12 minuti fa, per un evento stasera alle 18.30. A parte il fatto che ho già 3 altri inviti per stasera alle 18.30, arrivati per tempo (vale a dire due-tre giorni fa…) – è comunque pensabile chiederti di venire a un qualcosa la sera che è poi un sabato sera? Ma neanche fossi uno stagista nelle più infime cucine… Che poi magari ci vado, appunto per piacere o gusto personale: ma il retrogusto amarognolo rimane. Certo, è un invito ad andare gratuitamente a un assaggio o a una degustazione, non a uno stage in una miniera di carbone. E poi è una forma di lavoro, per alcuni, o molti, di noi (non necessariamente retribuito in modo diretto).

Comunque, il discorso qui è un altro – è quello di un sovraffollamento di eventi che rende la manifestazione un po’ invivibile. Nulla vieta di andare in giro a caso, guidati da un profumo di arrosticini, da una coda di gente, da una bandierina SlowFood o da un’insegna colorata. E lo scopo di queste manifestazioni della Milano Food Week non è certo quello di proporre un corso base di enogastronomia, quanto quello di offrire una serie di occasioni, piccoli approfondimenti, o masterclass.

Ma non sarebbe meglio pensare a qualcosa di meglio, dal punto di vista organizzativo? Parlo di organizzazione personale del cittadino utente mangiante, qui, certo: ma diciamo che anche l’organizzazione a livello di comunicazione generale ha lasciato un po’ a desiderare, ha funzionato poco e non mi sembra benissimo (molto meglio era andata per Expo2015…).

[do action=”jor”/]

E non certo per gli inviti oggi-per-domani, ora-per-stasera. Io, su Scatti, su BlogVs, su Agendafood, come i miei amici e colleghi, compresi i giornalisti, vorrei comunicare che cosa succederà, o sta per succedere, o sta succedendo, in modo da permettere ai miei lettori di orientarsi, di avere sott’occhio la situazione, di seguire, se ne hanno voglia, i mei consigli, di scoprire qualcosa di nuovo che magari è proprio dietro l’angolo di casa – o dietro l’angolo della tangenziale.

Non potremmo – non potreste voi organizzazione, Comune, TuttoFood, ConfCommercio, e così via, fare dell’intero mese di maggio il mese del food? Magari è un’idea balzana, ma non sarebbe preferibile, che so, alternare le manifestazioni tipo una per settimana lungo tutto il mese? Tuttofood c’è ogni due anni, e va bene, ma il marchio c’è sempre: una settimana. La Milano Food Week, una settimana, o due tre quattro giorni, cinque, come vuole. Taste of Milano, idem, la settimana dopo. Italian Gourmet, idem. Per inciso: per un paio di giorni, abbiamo una ventina di chef a cucinare da una parte, un’altra ventina dall’altra, in contemporanea, e magari anche piatti diversi: perché costringere uno stalker del gusto come il sottoscritto a correre da un punto all’altro della città, facendo improponibili conteggi di portate e calorie per evitare di fare un upgrade della propria stazza da Ollio a Baloo, da Nero Wolfe a Moby Dick?

E per ogni settimana, una o più zone attivate, MuVaC in Porta Romana, ZonaTortona, ZonaVentura, PDF-Pier della Francesca, e anche altre, o tutte: c’è sicuramente qualcosa di buono, o da portare di buono, al Giambellino o alla Barona.

Non è tanto rendere la vita un poco più comoda per me, o per i miei amici blogger influencer giornalisti comunicatori et similia. Anche se mi servirebbe un po’ di tempo per lavorare, vivere, dormire, dar da mangiare a Gateau – il mio gatto, cosa pensavate? una torta carnivora come Audrey, la pianta carnivora della Piccola Bottega degli Orrori? Ma è anche, o piuttosto, per offrire occasioni economiche a operatori produttori ristoratori spacciatori di frittini vari: tutto ’sto food sarà ben acquistato crudo, cucinato, venduto, pagando tutti i vari passaggi, sperabilmente in modo legale, e quindi con i conseguenti pagamenti di imposte, statali, locali, e così via.

[do action=”moretti-300-dx”/]

A parte gli scherzi, non sarebbe un’idea?

Pensateci – e voi, fedeli amici lettori, e ancor più fedeli commentatori, ostili o meno. cosa ne pensate? Commentate pure, grazie.

Io intanto mi sono comprato una mappa di Milano, su cui ho disegnato una mappa ATM e ho segnato tutti i distributori e i parcheggi. E Federico, amico PR, mi ha proposto di mandarmi sms giornalieri sugli eventi della Milano Food Week – ho accettato. Mi sa che se glielo chiedo, mi manda anche un’auto per portarmivici. Ieri sera, dopo l’ufficio, mi sono messo a piantare bandierine su dove vorrei andare.

Addio. Nel caso, seppellitemi con la mia forchetta.

 

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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