Milano. Il panino anti-racket ve lo serve Loreno Tetti a Città Studi
Panini contro il racket. Proprio come nelle adunate oceaniche dei giovani di Palermo contro la mafia, anche gli studenti di Città Studi, in una Milano che si scopre violata dalla ‘ndrangheta, sono “scesi in piazza”. In un modo del tutto inedito.
Si sono presentati in fila (e in massa) a comprare panini da Loreno Tetti, vittima del racket, al quale nella notte tra il 17 e il 18 luglio avevano bruciato il chiosco di panini in via Celoria come ritorsione per aver testimoniato nel processo contro la ‘ndrangheta.
Loreno Tetti, un passato come ristoratore in zona Vercelli (“Servivo piatti ai vip della Milano da bere”, racconta), li ha ringraziati, incassando la promessa dei giovani a sostenerlo anche in futuro, e non ha risparmiato una bordata al Comune dal quale, ha detto, non è arrivata finora una gran solidarietà.
Dal presidente di zona 3, che comprende il quartiere di Città Studi, sede del Politecnico e dell’Università Statale, una delle aree della città che fanno più gola alla criminalità organizzata per la forte presenza di attività commerciali e per lo spaccio, è arrivata però una promessa: 1000 euro per un progetto di raccolta fondi a favore di Tetti. Tra i clienti in fila per il panino c’erano anche gli assessori all’ambiente Pierfrancesco Maran e alla sicurezza Marco Granelli, i presidenti della commissione sicurezza Mirko Mazzali e della commissione antimafia David Gentili, rappresentanti delle Forze dell’Ordine ai quali Tetti ha reso merito per la solidarietà e il sostegno espressi da quella notte di luglio a oggi.
“Gli studenti hanno capito che le persone non vanno lasciate sole. L’università lo ha adottato, ora la situazione è in mano alla magistratura. E’ necessario dimostrare che chi fa parte di questi clan che incendiano non ha l’impunità in tasca”, ha commentato il presidente della commissione antimafia Nando dalla Chiesa. “Inequivocabile”, ha denunciato Gentili, è ormai la presenza del fenomeno delle ritorsioni nei chioschi e nei parcheggi fuori delle discoteche. Si tratta di capire “se c’è anche nei locali pubblici della città”.
Intanto il chiosco di Loreno Tetti è protetto da 3 pattuglie a rotazione, in borghese e in divisa.
[Link: ilgiorno.it, affaritaliani.libero.it Immagine: ilgiorno.it, repubblica.it, tg24.sky.it]