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31 Marzo 2018 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 20:56

Milano. Nuova apertura per Alessandro Servida e poi l’Asia di Wagamama e di Tenoha

Milano, la città tentacolare moltiplicava i suoi rituali di allestimento di nuovi esercizi commerciali dediti alla ristorazione, tentando di celarli
Milano. Nuova apertura per Alessandro Servida e poi l’Asia di Wagamama e di Tenoha

Milano, la città tentacolare moltiplicava i suoi rituali di allestimento di nuovi esercizi commerciali dediti alla ristorazione, tentando di celarli all’occhio indagatore di Bonati.

Ma non ci riusciva.

Alessandro Servida apre una pasticceria in viale Piave

Leggo in un’intervista a Bargiornale: “Sarà una pasticceria rock, dove gustare dolci di alta qualità in un ambiente più informale e confortevole di quello delle pasticcerie tradizionali, eleganti ma un po’ fredde.

Un concept che ancora non si è visto in Italia, che abbina l’alta pasticceria al design urban e street, con dettagli vintage.”

Chi parla è Alessandro Servida, uno dei migliori pasticcieri sulla piazza, che parla del suo prossimo approdo a Milano, in viale Piave. Un locale non molto grande, una ventina di posti, dove proporrà soprattutto monoporzioni e un po’ di torte, prodotte nel laboratorio di Pantigliate, a est di Milano, dove Servida ha la sua pasticceria. Immagino – spero – che potrò ri-assaggiare la sua Lemon Pie (trovate la ricetta qui) in una forma o nell’altra.

Niente piccola pasticceria, dunque: dovrò andare a Pantigliate per sapere se i suoi cannoncini sarebbero entrati nella nostra classifica.

Tenoha Milano: un retail, cafè, restaurant, shared office, event space, pop up

Gli spazi di via Vigevano 18 avevano ospitato di recente una serie di temporary shop, negozi a tempo dell’Ikea, e prima c’era se non sbaglio uno spedizioniere (ci abitava anche una mia amica e collega di quando lavoravo per Mursia). Da qualche settimana c’è uno store multifunzione giapponese, Tenoha Milano, che aprirà ufficialmente il 4 aprile. Ci sono passato davanti, sono entrato, sembrava uno di quei negozi di design giapponese, con abiti borse piatti oggetti accessori molto in stile giapponese. Ma in fondo una scala porta a un ambiente bar-ristorante, e oltre, attraverso delle vetrate, a quella che sembra essere la zona coworking. Ancora in allestimento, ma sembra un bel posto.

Dopo Orio al Serio, wagamama arriva anche a Milano

Abbiamo aspettato un po’ – l’apertura di Orio al Serio è del maggio dell’anno scorso– ma finalmente wagamama arriva anche a Milano. La catena di ristoranti di cucina panasiatica, nata a Londra nel 1992, con oltre 170 locali in 22 paesi, sta allestendo il suo (primo?) locale milanese in via San Pietro all’Orto, negli spazi occupati fino a qualche tempo fa da un Mondadori Store (di breve vita, peraltro), di fronte ad Abercrombie&Fitch, per il quale le voci di crisi corrono già da qualche tempo.

Leggiamo nel comunicato stampa che il brand giunge in Italia grazie all’accordo di partnership siglato a luglio 2016 da wagamama con W Italia srl – società nata dalla collaborazione tra Percassi Food & Beverage, la holding di Percassi attiva nel settore della ristorazione e Migebar srl, società di Giacomo Moncalvo e Maurizio Raviolo. Brian Johnston, International Managing Director di wagamama international commenta: “L’arrivo di wagamama nel cuore di Milano rappresenta per noi una grande sfida, uno step fondamentale nel territorio italiano. Non vediamo l’ora di portare la nostra cucina d’ispirazione giapponese in un centro così importante e rappresentativo”.

Recita il comunicato stampa: “Pietanze e profumi che prendono forma dalla filosofia del positive living che si accompagna al positive eating, il tutto esplicitato nell’iconico motto diffondere positività dalla scodella all’anima. ”

Possiamo aspettarci una nuova serie di ramen. attuale piatto-cult della scena gastronomica milanese, noodles, gyoza; intanto, si cerca personale (inviare il proprio curriculum vitae alla sezione “Lavora con Noi – Opportunità professionali” sul sito www.percassi.it).

 

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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