Napoli. La cucina de ‘A Figlia d”o Marenaro ora è anche Innovative
Gioca ancora più in grande Assunta Pacifico aka ‘A Figlia d”o Marenaro, conosciutissimo ristorante di Napoli arci-famoso (scusate le aggettivazioni) per la sua zuppa di cozze, piatto delle feste diventato caso raro di destagionalizzazione come vorrebbero fare i maestri del panettone.
Lo fa con una nuova apertura in cui resta ordinatamente nelle retrovie. Innovative, sottotitolo o premessa del brand ‘A Figlia d”o Marenaro, è il nuovissimo ristorante aperto al primo piano dello stesso indirizzo conosciuto dalle folle plaudenti che l’acclamano sui social.
Il motivo del defilarsi in questa che è una vera e propria brand extension è il figlio trentenne, Giuseppe Scicchitano, che ha deciso di seguire in autonomia le orme della madre e del padre candidandosi come terza generazione di ristoratori che del mare e del pesce conosce a menadito tutti i segreti.
Innovative che vuole innovare la tradizione dei piatti napoletani conservandone il linguaggio e soprattutto gli ingredienti che hanno fatto la fortuna del ristorante dei genitori.
Il passaggio generazionale è quindi segnato dalla voglia di misurarsi con uno schema alternativo a quello del ristorante che è nello stesso palazzo.
A disegnare Innovative, che ha richiesto un paio di anni e mezzo di messa a punto e di superamento dei soliti percorsi burocratici, è stato chiamato Franco Costa che ha operato attraverso il suo braccio in Campania Armando Romolo Cavaliere.
Le sale e la cucina sono al piano superiore e l’ingresso è condiviso con il ristorante di mammà che ha sottolineato la sua presenza in veste di ospite lasciando nell’armadio la divisa da generale delle truppe del Marenaro.
Un locale bellissimo nella sua opulenza che è uno dei caratteri distintivi della marcia trionfale di Assunta Pacifico e che ha contagiato anche il figlio Giuseppe. Uno stile roboante ricco di decorazioni che riecheggiano i fasti della corte dei Borbone ma sono in grado di catturare la freschezza contemporanea delle tendenze del momento come il foliage del parato della saletta che chiude la quinta dell’infilata delle due sale di apertura con la dedica al regno che fu. Come in una casa nobile d’altri tempi, Franco Costa e il suo team ha dipanato il percorso delle stanze nelle stanze con tocco personale e coinvolgente chiudendo la sequenza nella sala con la tavola dello chef aperta sulla cucina a vista.
La capacità di far collimare gli eccessi decorativi è tale che – suppongo – molti interior decorator guarderanno a questa realizzazione che più di ogni altra riesce a dare sostanza al connubio tradizione e innovazione come vuole il refrain caro ai comunicatori di ogni età.
Il reparto tecnico è anch’esso di sostanza con l’area dedicata ai crudi subito in avvio al termine della scala – altro elemento di decorazione con i quadri di famiglia che sembra uscita da una saga di fantasy – arricchita dalla vetrina bella ricolma di molluschi pronta a fare da tavolo per i cocktail di Michele Picone da servire agli avventori sistemati sugli alti sgabelli.
E proprio di fronte, ecco il terrazzino interno al palazzo che già promette relax con il bel tempo equipaggiata con le vasche per aragoste, astici blu, king crab, cicale. Una dispensa viva che non farà dubitare della freschezza del prodotto.
E poi la cucina regno dello chef Sergio Scuotto che fa da spalla alle intuizioni e ai desiderata di Giuseppe Scicchitano.
“Per me il mondo dell’enogastronomia è un atto d’amore verso la città, le mie radici e la mia famiglia”, sottolinea entusiasta Scicchitano. “L’obiettivo è suscitare l’emozione della cucina tradizionale di altissimo livello alla portata di tutti, in un contesto urbano sui generis, arricchito ora da uno spazio per cocktail e aperitivi che, mi auguro, diventerà un punto di riferimento a Napoli”.
Ambienti da copertina di AD, per capirci, sospesi in un tempo indefinito che mette insieme il parato neo-classico e gli specchi con le cornici barocche e dorate che sono in realtà schermi televisivi perché ci potrebbe essere da seguire le prodezze dei beniamini sui manti erbosi. E d’altronde così si fa a casa che è poi il senso che vuole restituire questo Innovative il cui unico difetto è proprio nel naming.
Sul fronte cucina, gli assaggi della presentazione non possono fare testo vuoi per l’arrivo in zona Cesarini dell’apertura vuoi per la necessaria fase di rodaggio che in questo caso è una sorta di guado in cui si sono messi i piatti indecisi se ripercorrere con diversa formula di servizio la tradizione partenopea oppure provare a seguire nuove e impervie vie.
Giuseppe Scicchitano ama il servizio al tavolo con tanto di carrello e alcuni piatti sono pensati per esaltare il confronto con la tavola e gli ospiti.
Ne sono un esempio i Gamberi flambé (20 €), crudi e preparati alla fiamma in un fodero di provola affumicata le cui differenti temperature non sono agevoli da gestire. Ma che faranno la gioia di tutti gli instagrammer del mondo.
La parmigiana di melanzane diventa innovative nel riproporre la forma dell’ortaggio tanto caro alla cucina partenopea (14 €).
Il ragù, altro cavallo di battaglia partenopeo, qui irrora una rosa di conchiglioni poggiati su un letto di formaggio con una ripresa dei temi cari agli eccessi degli anni ’80 (Magma del Vesuvio e conchiglioni – 16 €).
Arriva dal ristorante al piano di sotto il Cartoccio Innovative (20 €) rafforzato in area esclusiva, o gourmet se preferite, dalle linguine monograno con molluschi e crostacei servite in una cupola affumicata di sicuro effetto scenografico. Non allo stesso livello, invece, la decisione di lasciarli nella carta fata che stride fortemente con il decor del ristorante.
Innovative è anche la zuppa di pesce, molto buona, che ripropone il servizio del fondo versato e ha come elemento di innovazione rispetto alla tradizione la presenza dei crostacei accanto ai pesci di fondale (24 €).
Si scantona – rispetto alla linea solo pesce della figlia del marinaio – con la carne: uno stracotto di guancia di vitello con verdure baby (18 €) che non può reggere il confronto con la penetrante zuppa di mare.
Ancora fiamme per il “predessert”, cioè i gamberi alla chitarra rovente (24 €) con la tartare lambita dalle lingue delle fiamme.
Si chiude con una rivisitazione della classica pastiera (7 €).
Stessa location, diversa esperienza, carne e non solo pesce dunque per questo Innovative. Il primo passo è compiuto e ora toccherà attendere solo il responso dei clienti affezionati che si troveranno catapultati in un nuovo mondo.
A Figlia d”o Marenaro Innovative. Via Foria 180/182, Primo Piano. Napoli. Tel. +390819767330