Nine Leaves: dove trovare il prezioso Single Man Rum
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La storia del rum giapponese Nine Leaves ha dell’incredibile, potremmo dire che si tratta di un caso unico al mondo, ma chissà.
È il 2013 quando Yoshiharu Takeuchi fonda a Otsu, nella prefettura di Shiga, la distilleria Nine Leaves. La passione per la distillazione arriva da Ichiro Akuto, il fondatore del Whisky Chichibu, con cui Takeuchi aveva collaborato. Tralasciando il fatto che quest’uomo coraggioso decide da un giorno all’altro di abbandonare la sua carriera in Toyota per inseguire questa passione, fin qui parrebbe non esserci nulla di strano.
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E invece dietro questa storia c’è un dettaglio che cambia completamente le carte in tavola (poi capirete che questo non è solo un modo di dire). Ma di cosa stiamo parlando? Ebbene, Yoshiharu Takeuchi dall’inizio della sua attività ha sempre fatto tutto da solo. Da solo ha spostato i barili, da solo si è occupato della fermentazione e da solo ha distillato e ancora in solitaria ha riempito le botti e con una santa e invidiabile pazienza da solo ha attaccato le etichette a tutte le sue bottiglie di rum Nine Leaves. La fatica deve essere stata sicuramente immensa, ma l’aspetto totalizzate di questa esperienza fa venire i brividi solo a pensarci, le lacrime agli occhi. Forse è questo il senso di voler produrre qualcosa di davvero straordinario in un mondo in cui tutto è diventato ordinario.
L’incontro con Luca Gargano e la Velier
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La coraggiosa attività di Takeuchi dura ben 10 anni. Nel 2023, purtroppo, Yoshiharu è costretto, per motivi personali, a ritirarsi. Nine Leaves, col suo rum, chiude i battenti e sembra chiudersi, quindi, la pagina di un libro che probabilmente non è ancora terminato. Ma nulla di tanto prezioso può andare perduto, figuriamoci se questa storia poteva finire così.
Per raccontare quello che è accaduto, però, bisogna fare un passo indietro e tornare al 2014. In quell’anno il fondatore di Nine Leaves conosce ad un fiera Luca Gargano, patron di Velier, il distributore genovese famoso proprio per l’incredibile varietà, qualità e rarità dei suoi rum. Gargano, che di certo non ha bisogno di studiare troppo le persone per capire se meritano o meno la sua attenzione, si rende subito conto che quest’uomo non è uno dei tanti, così come il suo rum. Decide allora di produrre un co-bottling con Nine Leaves in occasione del 70° anniversario della Velier. Chiede a Yoshiharu una botte. Questo invece di vendergliela gliela regala e il genovese Luca Gargano rimane sbalordito.
Lo stupore diventa forse inenarrabile quando Gargano, incuriosito dal fatto che il numero di botti che Yoshiharu comunicava era sempre bassissimo, visita la distilleria. Gli si apre un mondo inaspettato, quello che trova davanti a sè è un vero e proprio Single Man Rum.
Se tutto ha una fine non è il caso del Rum Nine Leaves
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Quando decide di chiudere Nine Leaves, il single man del rum chiama Luca Gargano, ponendogli una semplice domanda, e ci piace pensare che lui sapesse già la risposta: “Conosci qualcuno che potrebbe comprare il mio rum?”, “Nessuno, tranne me”, è la risposta del patron di Velier. Pochi mesi dopo l’intero stock di rum da invecchiamento e l’ultimo lotto di rum bianchi di Nine Leaves era ufficialmente passato nelle mani de La Maison & Velier. Così lo stesso desiderio di due uomini diventava realtà. Nine Leaves non era morta, e quel tesoro era destinato a vivere, a maturare e a generare ricordi.
Come nasce Nine Leaves
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La distilleria, come abbiamo detto, si trova a Otsu, poco distante da Kyoto, sulle rive del lago Biwa, e accanto a una sorgente sotterranea dall’acqua eccezionalmente dolce, pura e povera di minerali. Questo favorisce la fermentazione dello zucchero Kokuto, chiamato anche zucchero nero di Okinawa, che è un concentrato al 100% dello zucchero. Un dettaglio qualitativo straordinario però frainteso in Europa. E che ha portato inizialmente la critica a bocciare i prodotti di Yoshiharu, in un’epoca dove la battaglia ideologica sullo zucchero aggiunto nel rum aveva creato fazioni e incomprensioni.
La distillazione
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Il rum Nine Leaves viene distillato in due pot still scozzesi. Su questa scelta c’è ovviamente lo zampino di Ichiro Akuto. Il primo infatti ha un wash still che ricorda quello di Chichibu. Una base larga che consente un processo di riscaldamento più lento che scaturisce aromi potenti. Il secondo, più slanciato, permette un maggior contatto con il rame favorendo anche maggior reflusso, il che porta a separare i componenti più leggeri da quelli più pesanti. Quello che ne viene fuori è un distillato più puro e raffinato.
L’invecchiamento
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Dopo la distillazione i rum sono messi a invecchiare in diversi tipi di botte, in due luoghi diversi: una warehouse sottoposta a importanti oscillazioni di temperatura e una miniera abbandonata, dall’umidità elevata e temperature molto basse. Il clima di Otsu è caratterizzato da inverni molto freddi ed estati molto calde. Nella warehouse gli sbalzi di temperatura fanno sì che il distillato si espanda e si contragga all’interno della botte, accelerando l’estrazione dei composti dal legno. Questo porta a sapori più decisi, e contribuisce a creare un profilo più robusto.
La miniera offre invece un ambiente stabile e più fresco, che rallenta il processo di invecchiamento, in una maniera simile alle condizioni di una tradizionale dunnage warehouse scozzese. Questa maturazione più lenta favorisce lo sviluppo di sapori sottili e delicati. Takeuchi ha sperimentato diverse botti per l’invecchiamento dei suoi rum: ex-vino, ex-bourbon, di rovere americano, russo e altre. Ognuna di queste aggiunge aromi unici.
Dove trovare oggi i rum Nine Leaves
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Oggi, grazie a La Maison & Velier, è possibile trovare i primi cinque imbottigliamenti del rum Nine Leaves. Le etichette sono ispirate al Unsun Karuta, un tradizionale gioco di carte giapponese. L’idea è stata di Luca Gargano che, volendo trovare qualcosa di significativo, si è ispirato alla distilleria di Hanyu e alla sua Card Series. Si tratta di prestigiosi imbottigliamenti che fanno numeri di capogiro nelle aste dei collezionisti e che riportano nell’etichetta proprio delle carte da gioco portoghesi.
Ma non finisce qui ovviamente. Ci sono ancora botti lasciate ad invecchiare in Giappone. Nei prossimi anni quindi sono previsti nuovi Single Cask in Small Batch. Ogni etichetta svelerà una nuova carta da collezione. Ogni bottiglia svelerà lo straordinario patrimonio che Takeuchi ha lasciato in eredità non solo a Velier, ma a tutti gli appassionati di rum. E non solo..