Orti urbani. Nella guerra alla crisi spunta il fattore inquinamento
Metti che hai cresciuto amorevolmente insalata e pomodori sul balcone, mangiato con lo sguardo rampicanti legumi sul muro del terrazzo, innaffiato con dedizione fagiolini e zucchine nell’orto condiviso (che, come ricorda l’inchiesta di Repubblica, fa faville insieme ai Gruppi di Acquisto Solidale per combattere con la condivisione la crisi). Metti che il tuo senso eco-urban era alle stelle e i tuoi contorni goduriosi come mai prima. Ha la violenza di una tegola in testa la notizia che arriva dall’Università di Berlino secondo la quale gli ortaggi coltivati in città sono contaminati dal traffico.
La scoperta dell’uovo di colombo, dirà chi finora aveva taciuto nel timore di essere scambiato per cinico e pure fuori moda, un fulmine a ciel sereno destinato a seminare confusione tra il popolo dei coltivatori urbani, la conferma di un allarme lanciato qualche mese fa in Italia dall’Università di Tor Vergata. Metalli pesanti in maggiori concentrazioni rispetto alla verdura di campagna, ha sentenziato il Dipartimento di ecologia dell’Università tecnica di Berlino all’unisono con l’Orto botanico dell’Università nazionale di Khmeinitsky in Ucraina, conclusione subito amplificata dalla rivista italiana on line “Intersezioni“.
Vasta la platea di vegetali oggetto della ricerca tedesca: pomodori e fagiolini, ortaggi da radice e fusto (carote, patate e cavoli, rapa), ortaggi da foglia (cavolo bianco, crescione, bietola), piante aromatiche (basilico, menta, prezzemolo e timo). Troppo lungo l’elenco delle sostanze sgradite delle quali la ricerca ha evidenziato la presenza superiore: cadmio, cromo, piombo, zinco, nickel e rame. Presenza che cresce al diminuire della distanza degli ortaggi dalle aeree di traffico. Un esempio: la bietola coltivata in una zona centrale della città contiene sei volte più zinco di quella proveniente dai mercati generali e venduta in supermercati, negozi e mercati rionali.
Una buona notizia: se tra l’orto e la strada trafficata sono presenti edifici o alberi, questi fanno da barriera e da filtro, contenendo il livello dei metalli presenti.
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